Filosofia

La realtà si è rotta in mille realtà

Il filosofo cinese Jianwei Xun propone una mappa per resistere all’Ipnocrazia che sta colonizzando le nostre coscienze.

3 Marzo 2025

Jianwei Xun

 

Un nuovo modo per abitare, disertare, sabotare il territorio confuso, minaccioso ma anche seducente della contemporaneità, mantenendo un margine di coscienza critica nella colonizzazione delle coscienze imposta dal potere mondiale: è quello suggerito da Jianwei Xun nel suo libro d’esordio Ipnocrazia, edito da Tlon. Jianwei Xun, nato a Hong Kong e laureato in filosofia politica all’Università di Dublino, è un teorico dei media che studia l’impatto delle tecnologie digitali sulla coscienza collettiva e sulla formazione della soggettività contemporanea. Con uno stile accattivante e veloce, e seguendo le indicazioni della retorica classica, oggi riportate in auge da ChatGPT, che suggeriscono di ripetere  e ribadire i concetti per meglio imprimerli nei lettori, Xun afferma un teoria ormai ben nota e condivisa, quando sostiene che il controllo dell’opinione pubblica non viene più attuato con tecniche coercitive, bensì incoraggiando il consumo smodato e acritico di immagini, suggestioni, informazioni, notizie non sempre verificabili, a cui le persone aderiscono abbandonandosi a uno stato di “sogno guidato” incapace di resistenza.  “L’ipnocrazia è il primo regime che opera direttamente sulla coscienza. Non controlla i corpi. Non reprime i pensieri. Induce, piuttosto uno stato alterato di coscienza permanente. Un sonno lucido. Una trance funzionale”.

L’autore insiste su questo concetto, variandolo secondo diverse direzioni, negli undici capitoletti della prima parte, intitolata Diagnosi presente, che analizza lo stato di dipendenza attuale degli individui da stimoli che manipolano i loro stati emotivi, ne rimodellano le percezioni e addormentano le coscienze, mentre “gli schermi brillano incessanti nella notte della ragione”. I sistemi di intelligenza artificiale sono diventati generatori di realtà, co-creatori di culture e di narrative multiple in cui il confine tra verità e illusione, autenticità e menzogna non è più rilevabile, poiché si incarna in un’infinita proliferazione di possibilità. Nella nostra era digitale i poteri politici, economici e tecnologici convergono nella capacità di stimolare, mantenere e modulare stati alterati di coscienza su scala globale, creando un regime di induzione ipnotica, in cui “l’invasione dell’intimo” diventa pratica quotidiana di controllo e di profitto economico. Sacerdoti e nuovi guru di tali paradigmi esistenziali sono le figure emblematiche di Trump e Musk, che svuotando il linguaggio di significato attraverso la ripetizione di formule vuote, e inondando l’immaginazione collettiva di promesse utopiche, riscrivono le aspettative generali, indirizzano i desideri, colonizzano l’inconscio, dirigono i comportamenti, in un contagio che assorbe e neutralizza ogni critica e dissenso. L’Ipnocrazia non ci rende vittime, ma complici e alleati dialoganti con le intelligenze non umane che coabitano i nostri spazi di  vita. Sessualità, cultura del cibo, shopping, godimento artistico sono indirizzati non tanto al possesso quanto a un piacere potenziale e a un desiderio continuamente insoddisfatto, che va alimentato attraverso un ideale mai raggiunto di ottimizzazione.

Dopo pochi capitoli introduttivi, l’autore chiede all’AI un parere su quanto ha scritto, ricevendone un esaustivo commento, che in poche righe riassume il contenuto delle venti pagine iniziali. Tutto è riproducibile, quindi, riformulabile, in un mondo diventato liminale e gassoso, privo di concretezza e di oggettività. Jianwei Xun (che il curatore del volume Andrea Colamedici definisce, forse con eccessivo entusiasmo, erede di Jan Baudrillard e di Byung-Chul Han) intramezza le sue considerazioni con brani esploranti la genealogia dell’Ipnocrazia e le sue più recenti applicazioni sperimentali, storicizzando così la nebulosità del concetto. Tecniche ipnotiche si ritrovano negli antichi culti mesopotamici come nei misteri eleusini greci, nella verticalità delle architetture gotiche come negli esperimenti ottocenteschi di magnetismo, nella creazione novecentesca dei mass media, della pubblicità e dei diktat psicanalitici, per arrivare al dominio attuale dei social media in grado di monitorare e influenzare la condotta di miliardi di individui, intensificando la pervasività e la permanenza di tali metodi di suggestione, illimitati nel tempo e nello spazio.

Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà - Jianwei Xun - copertina

Se la prima parte del libro di Xun si occupa dell’homo social e delle sue vulnerabilità, nella seconda parte vengono suggerite le tecniche di resistenza da opporre all’assoggettamento universale. Per sottrarci ad esso va sviluppata “una forma di lucidità nella trance, di follia controllata” che permetta di navigare consapevolmente gli stati alterati mantenendo un nucleo di presenza critica. “Sospesi tra consapevolezza e immersione, dobbiamo applicare una forma di resistenza all’Ipnocrazia: non il rifiuto della simulazione ma la sua abitazione consapevole, rendendoci capaci di muoverci fluidamente tra realtà multiple, generandole e abitandole come si abita un sogno, con piena consapevolezza della loro natura costruita… L’Ipnocrazia non può essere sconfitta. Non perché sia invincibile, ma perché è un flusso. La sua forza risiede nella capacità di mutare, di adattarsi, di incorporare tutto ciò che cerca di resisterle”. Qualsiasi ribellione o ipotesi di rivoluzione viene riassorbita, edulcorata, monetizzata, trasformata in performance: dall’attivismo climatico al femminismo, dalle proteste pacifiste a quelle contro il razzismo. Come attuare allora una resistenza efficace? Non basta opporsi alla disinformazione, smascherandola e cercando verifiche e correzioni (il fact-checking), perché l’Ipnocrazia continuerà a creare verità contrapposte e molteplici, ugualmente plausibili. Né servirà disconnettersi, ma bisognerà inventare forme di realtà condivise e alternative, anche se temporanee, attraverso la manipolazione mediatica coordinata, che il sistema non possa rilevare e mercificare: Xun cita con ammirazione le beffe mediatiche di Luther Blisset degli anni novanta. Inventare storie, introdurre inciampi nei processi ingannevoli, rivalutare positivamente l’incertezza, l’inefficienza, il disordine, la contraddizione, la gratuità dei sentimenti, la non produttività, la non competizione, la lentezza, il sogno e la fantasia: insomma tutto ciò che evita la tracciabilità e la definizione da parte del potere,  e si rivela elemento finalmente liberatorio in un mondo preordinato, risorsa e strumento di sovversione. Sapendo che alcuni aspetti dell’esistenza umana – il dolore, il silenzio, la gioia, il caos – non saranno mai riducibili e quantificabili algoritmicamente, e sperando che attraverso il digitale si possa manifestare un piano alternativo capace di condurci a nuove forme ontologiche di coscienza, più evolute, e oggi non ancora chiaramente definibili.

 

 

 

JIANWEI XUN, IPNOCRAZIA – TLON, ROMA 2025

Trump, Musk e la nuova architettura della realtà. Traduzione di Andrea Colamedici, p. 124

 

 

 

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