Filosofia

In Nero Stat Virtus

29 Giugno 2018

Premessa: questo è un articolo promozionale a titolo gratuito, figlio dell’entusiasmo. Abbiate pietà dell’estensore e, se volete, arrivate comunque fino alla fine. Non ve ne pentirete.

In questo malmostoso primo semestre del 2018 poche cose ci hanno dato vera soddisfazione quanto la scoperta di una piccola combattiva casa editrice che nel giro di pochi mesi si è trasformata in una fonte necessaria per abbeverarsi a fonti culturali aperte al futuro, ma con gli occhi ben fissati sul presente.

Parliamo di Nero, casa editrice romana nata nel 2004 e che, fino all’inizio del 2018 ha operato perlopiù nel mondo delle arti contemporanee, sia in Italia che nel resto del mondo. Ma dall’inizio di quest’anno, tramite la sua etichetta Not, che è anche una rivista online (https://not.neroeditions.com/) ha provveduto a mandare in libreria (o fornire direttamente a casa con un comodo abbonamento annuale) alcuni libri. ad avviso di chi scrive fondamentali per capire il mondo che ci circonda (e trovare gli strumenti per superare almeno alcune delle sue tante storture).

Filosofia, fantascienza, cultura pop, critica politica, arte: i libri pubblicati da Not esplorano le storie del presente e gli immaginari del futuro: mai claim pubblicitario è stato più giusto per descrivere la’ttività dell’etichetta romana. Da “Realismo Capitalista” di Mark Fisher a “Inventare il futuro” di Nick Srnicek e Alex Williams, da “Iperoggetti” di Timothy Morton a “Complotto!” di John Higgs, fino all’ultimo uscito “6/5” di Alexandre Laumonier (senza dimenticare la raccolta di racconti di fantascienza al femminile “Le visionarie”), i volumi Not fanno viaggiare il lettore dentro le contraddizioni del contemporaneo e cercano di fornire gli strumenti adatti alla comprensione del presente nella prospettiva di un miglior governo del futuro. Non approfondiremo più di tanto il contenuto dei volumi non perchè non li si sia divorati ma perchè questo è un invito alla lettura e non uno strumento di servizio per una conversazione intelligente, fatto di frasi strappate ad una recensione.

So che può apparire paradossale, in tempi come quelli odierni dominati da pensieri brevi e fugaci quanto un tweet (e di pari consistenza), l’invito a rimettersi a leggere un buon libro (o una buona serie di libri) anche se non se ne condividono fino in fondo premesse e argomenti, per sviluppare un pensiero automo da quello dei flussi comunicativi dominanti. Ma riteniamo che solo così, e non, solo per fare un esempio, con improvvisati manifesti nuovisti come quello dell’ex ministro Calenda, che si può tentare di ridisegnare un futuro altro rispetto a quello che ci si prospetta, abbandonando le coordinate a cui ci stiamo lentamente abituando un po’ tutti. Conoscere per deliberare, non era così che si diceva una volta?

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