Filosofia
Il miracolo e il disincanto di Giuseppe Savagnone
La presenza di un Dio misericordioso è compatibile con l’esperienza del male? Domanda che drammaticamente si sono posti, ad esempio, quanti furono richiusi nei campi di concentramento, nei quali il male si è manifestato nelle sue più aberranti espressioni. Quegli uomini martirizzati invocarono Dio, chiedendone l’intervento, e sperimentarono quello che appariva un inspiegabile silenzio.
Domanda a cui Giuseppe Savagnone, filosofo non accademico di formazione cattolica, in questo suo Il miracolo e il disincanto, edizioni EDB, offre la risposta chiamando in causa teologi, soprattutto di tradizione ebraica o protestante come Etty Hillesum e Dietrich Bonhoeffer, i quali trattano il tema della debolezza divina e del disincanto, a prescindere dal tema della Provvidenza.
La risposta che offrono detti teologi viene collegata alla cosiddetta dottrina della “debolezza di Dio”; una debolezza che non incide – e quindi non sminuisce – sul concetto di onnipotenza del Creatore ma con il suo essere incompatibile con l’autonomia del mondo.
In poche parole, Dio sarebbe così potente da limitarsi e mettersi da parte per far sì che il Creato fosse veramente “altro” da lui stesso.
La creazione, è giocoforza che debba necessariamente generare un mondo imperfetto e il suo Creatore, proprio per garantire questa autonomia, non può che, paradossalmente, mostrare rispetto divino nei confronti di questo imperfetto fino ad arrivare all’assurdo, cioè ad accettare ch’esso faccia l’esperienza del male.
Proprio la storia di Gesù, il figlio di Dio che si fa uomo, viene a manifestarsi, seguendo il filo di questa interpretazione, come la espressione massima di questo rispetto divino del mondo piegandosi alle sue leggi e accettando la morte in Croce.
Tesi ed argomenti fascinosi ma, diciamo noi, proprio perché espressione di una visione da un lato contra rationem e, dall’altro, contra traditionem – mi riferisco al Dio misericordioso che soccorre l’uomo nelle difficoltà – difficili da comprendere e soprattutto da accettare
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