Filosofia

Coraggio fratelli pazzi: siete i più sani di questo paese

26 Agosto 2022

AVVERTENZA: in questo articolo si usa la parola “pazzo” senza nessun intento denigratorio, bensì solo per amor di brevità. Ci scusiamo per le inevitabili generalizzazioni.

Negli ultimi due anni, complice la pandemia, il numero di italiani, soprattutto giovani, che soffrono di disturbi mentali si è moltiplicato. I “pazzi” sono in costante aumento, tanto che si è fatto impellente la richiesta di introdurre nel SSN la figura di uno psicologo di base. Delle malattie mentali finalmente, dopo tanti anni in cui queste erano associate allo stigma, si comincia a parlare diffusamente e con meno vergogna.

Siamo un popolo di imbecilli

Se i pazzi hanno enormi problemi, ma di essi almeno si discute, non ci sofferma mai sulla salute mentale dei così detti “sani” o “normali”. Come stanno questi ultimi? La risposta è: terribilmente male. Basta scorrere i commenti su Facebook sotto, per esempio, a un qualsiasi articolo di Repubblica per accorgersi che la situazione è tragica.  In essi si manifesta lampante tutto il campionario dei sintomi che caratterizzano il pazzo autentico nel pieno della malattia: negazione della realtà, delirio, maniacalità, paranoia, complottismo diffuso, irrazionalità, psicosi, dissociazione. Inoltre, quasi tutti i commenti sono sgrammaticati, segno di pensiero disorganizzato. Il tutto condito da quelli che potremmo definire difetti più tradizionali che da sempre allignano nel nostro popolo: ignoranza, stupidità brutale, razzismo, populismo selvaggio, infantilismo, cattiveria, individualismo sfrenato, menefreghismo, squadrismo. Una buona parte di italiani appare sui social come una sinistra massa di zombie imbecilli, di potenziali aguzzini, di schizoidi mostrificati. Impressiona vedere come negli ultimi vent’anni l’intelligenza degli italiani sia calata vertiginosamente, il senso critico demolito, la coscienza piallata.

Funzionalità vs disfunzionalità

Il fatto sconvolgente è che questi tratti sono presenti in persone che la società considera sane, ma che evidentemente sane non sono. Quindi, perché queste persone non frequentano i CSM, non sono in cura da psicologi, non assumono psicofarmaci? La differenza fondamentale è che per esse tutto ciò è perfettamente normale. Magari credono a Qanon o che la Terra sia piatta, magari linciano gli immigrati per strada, magari sono fondamentalisti religiosi che odiano i gay, ma nello stesso tempo sono padri e professionisti rispettabili o addirittura eccellenti, vanno al mare in estate o a sciare in inverno, si comprano la macchina nuova. Sono cioè membri produttivi e funzionali della società, che quindi non pone nessun problema sulla loro natura, che è tollerata e anzi incoraggiata dai partiti politici che ne bramano il voto.

Il pazzo vero invece, egli vede gli stessi sintomi come prodotto di una male mostruoso che gli distrugge la vita. Per lui, che a differenza del sano è realmente una persona sana alla cui mente è purtroppo capitato di ammalarsi, nulla di ciò che gli accade è normale. Quando ha un attacco, ad esempio, di derealizzazione o qualche altro disturbo, egli è perfettamente conscio (dopo che ha capito di soffrire di un disturbo mentale) che ciò è un male e a differenza del sano, tenta se può in tutti i modi di arginarlo. Il pazzo non sta bene così com’è, bensì desidera disperatamente di guarire. Egli anela disperatamente una vita normale e serena, un lavoro, una relazione affettiva. Vuole con tutte le forze essere, o tornare a essere, come i sani che incontra, che però a quanto pare sono invece completamente pazzi.

Società psicotica

I sani presentano svariati tratti tipici dei pazzi, la differenza è che essi non li problematizzano. Credere per esempio che lo sbarco sulla Luna non sia mai avvenuto, che se ne fosse convinto un pazzo gli verrebbe immediatamente prescritto uno psicofarmaco, è per molti sani non solo assolutamente normale, ma addirittura perfettamente logico. La nostra società è altamente disfunzionale, per cui non vi è da stupirsi che i suoi membri funzionali presentino lo stesso tipo di disfunzionalità psicotica generalizzata. Finché si riesce a essere produttivi e lavorare si è considerati sani, non importa quanto tremendi e malati possano essere i propri convincimenti.

Spesso un sano ha idee che sarebbero classificate molto più folli di quelle di un pazzo, la differenza è che mentre il sano non ci sta male, perché sono le stesse idee di cui è pervasa l’opinione pubblica, il pazzo ne soffre immensamente. Il sano vuole continuare a essere sano, anche se totalmente pazzo, perché non ha coscienza delle sue psicosi. Il pazzo invece vuole smettere di essere pazzo, perché ne è perfettamente conscio. Il pazzo è, e qui sta la differenza sostanziale, molto più consapevole, perché egli, per guarire, deve intraprendere un percorso di auto-analisi, deve capirsi nel profondo e sviluppare le proprie sensibilità e le sue intelligenze. Egli, per tenere sotto controllo il suo disturbo, si sorveglia continuamente, è estremamente lucido, almeno quando la malattia gli permette di esserlo. Il sano, al contrario, non ragiona mai su sé stesso e le sue idee, accetta i propri deliri e i propri bias senza porsi nessun problema, perché non li vede come tali. Egli è ignorante di sé stesso, dunque molto più manipolabile. Mentre il pazzo una volta intrapresa la strada dell’auto-coscienza impara a riconoscere e a disinnescare le trappole della mente, sviluppando lentamente una serenità interiore che, una volta guarito, gli permette di considerare le cose per quel che sono. Inoltre, quando il pazzo fa del male a qualcun altro, non è lui a farlo, è la malattia. Quando è il sano a farlo, invece, è proprio lui.

Generalmente i pazzi vengono emarginati, sia perché sono considerati poco affidabili, incomprensibili e dunque pericolosi, sia perché gli atroci disturbi di cui soffrono non gli permettono spesso di portare avanti una relazione o di svolgere un lavoro. Ne consegue che essi, almeno finché sono malati (ma spesso anche dopo), non raggiungono mai ruoli apicali. I posti di potere vengono così occupati dai sani. Nessuno si allarma, perché essi sono considerati normali. Si tratta in realtà di inquietanti psicopatici, che però, essendo integrati come prodotti standard di una società altrettanto psicopatica, nessuno considera come tali. Essi, a differenza dei pazzi, che operano sempre uno scarto in loro stessi e quindi nel mondo, non deviano mai dalla norma, anche se questa è disumana e irrazionale, bensì aderiscono in maniera totalitaria alle manifestazioni schizofreniche del contemporaneo. Trump, Paola Taverna, il patriarca Kiril, Alessandro Meluzzi, Mario Giordano e centinaia di altre personalità politiche, religiose e televisive sono forse più sani di chi soffre di depressione, DOC, bipolarismo o schizofrenia (e lo sono gli italiani in generale)? Eppure li ascoltiamo, li votiamo, ci fidiamo di loro mettendo nelle nostre mani il loro futuro. Questo significa che, a quanto pare, siamo matti pure noi.

Coraggio fratelli pazzi. Siete, nel nostro paese, gli unici sani.

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