Filosofia

Chi era Robert M. Pirsig

26 Aprile 2017

Lunedì scorso si è spento a 88 anni lo scrittore americano Robert M. Pirsig. È un nome che forse ai giovani di oggi dice poco o nulla, ma è un autore “necessario”. Uno di quelli che a non leggerli si commette un peccato mortale.

Lo spessore di questo scrittore, che come vedremo può essere considerato a tutti gli effetti un filosofo, lo si intuisce scorrendo la sua biografia. All’età di 9 anni aveva un Quoziente Intellettivo pari a 170. Nonostante questo, non ebbe un buon rapporto con la scuola. Studiò le filosofie orientali in India e quelle poche cose che scrisse hanno stretti legami con la sua autobiografia, fatta anche di episodi molto dolorosi, come i tre anni passati in una clinica psichiatrica (dal 1960 al 1963) e la tragica morte del primo figlio Chris nel 1979.

Ha scritto solo due libri, due romanzi-saggi molto densi: Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (1974) e Lila: indagine sulla morale (1991). È soprattutto al primo che si deve la sua fama. È un libro appassionante e difficile allo stesso tempo, con un titolo un po’ fuorviante. Sarà per questo che, prima di essere pubblicato, è stato rifiutato da 121 editori, per poi diventare, nel corso degli anni, un libro di culto. Non è un romanzetto d’evasione. Bisogna avvicinarsi alla sua lettura, armati di tempo e pazienza, con la mente aperta e priva di pregiudizi. Solo assaporandolo e facendolo sedimentare con una lettura lenta, infatti, il “viaggio” di Pirsig ci sorprenderà, rivelando le sue tante stratificazioni.

A chi sta già mettendo le mani avanti, dico che lo stile di Pirsig è molto coinvolgente: sarebbe piaciuto a Jack Kerouac e ad Alexander Supertramp (il Christopher McCandless protagonista del film “Into the wild” di Sean Penn). Come succede nei libri migliori, il romanzo si presta almeno a tre livelli di lettura.

È un romanzo on the road che racconta il viaggio in moto di un padre e un figlio (Robert Pirsig e suo figlio Chris – interessante coincidenza il fatto che quest’ultimo si chiami come il McCandless che abbiamo citato prima). È un saggio sul buddhismo zen, mascherato da trattato di meccanica sui veicoli a due ruote. È una profonda indagine filosofica sulla Qualità condotta dal suo alter ego Fedro (che si chiama come il celebre dialogo di Platone e l’autore di favole dell’antica Roma).

È un libro soprendente di un autore sorprendente che, ogni volta che lo riprendiamo in mano, ci racconta qualcosa di nuovo. Ci rivela nuove consapevolezze. Lo fanno tutti i grandi libri, ma solo pochi sopravvivono alla prova del tempo come questo, che ci regala, oltre a un prontuario filosofico, anche un modo, attualissimo, di intendere il nostro rapporto con la tecnologia.

 

0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.