Filosofia
Caute
(Diario al tempo del virus)
Cles 19 Marzo 2020
Ieri sera vedendo il monte dei morti, non ho retto all’angoscia (…)
Stamattina, spiegando ai miei alunni, mi sono trovato consolato nel sentirli vicini, pur attraverso il mezzo virtuale, e per mia fortuna, trattando Spinoza e della «indicazione della via alla felicità» (Colli) che egli cerca di trasmettere con l’Etica, sentivo filtrare un certo sentore di acquiescenza razionale anche in me stesso. Ma è durato il tempo di una lezione… Poi, la realtà del momento mi si è gettata contro con tutta la sua forza, è prevalsa la tristezza.
Non riesco a sentire alcune trasmissioni, soprattutto quelle allarmanti/pietistiche/indignate… Non so, forse si dovrebbe cessare di inseguire i numeri dei morti. Indulgere nello spavento fa cedere ulteriormente allo sconforto. Ma non so cosa sia meglio, se sbattere in faccia la verità o invitare al controllo razionale del panico.
Poco fa vedevo Tagadà, e mi ha accompagnato con serenità la voce ferma e forte della sua conduttrice, Tiziana Panella. Ascoltavo le domande poste al professor Morrone dagli spettatori. Sono risultate utilissime e su taluni punti anche tranquillizzanti, pur senza facile ottimismo, ma nella certezza che il momento di eccezionale gravità è ancora lungo da passare. Straziante e commovente è poi stato l’intervento del frate cappuccino, Fra Celestino, che con fede pura e combattiva sta portando tanta consolazione in questi momenti di disperazione inaudita, soprattutto intorno a Bergamo.
Per la prima volta da giorni mi sento e in ansia, ho pianto, anche pensando agli affetti familiari lontani.
E tuttavia, occorre farsi forza: Non mortis, sed vitae meditatio… diceva Baruch. Sì, una parola…!
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