Filosofia
Abrogare democraticamente la democrazia?
Non possiamo fingere di essere ciechi. Putin sta vincendo la guerra e gode di un consenso paragonabile a quello di Hitler e Mussolini all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. In tutte le democrazie occidentali la destra volgare e barbarica cresce ad ogni risultato elettorale. Negli Stati Uniti, in autunno, verrà presumibilmente nuovamente eletto presidente un gangster conclamato. Uno che ha incitato la folla ad attaccare il simbolo della democrazia (Capitol Hill), e che chiede meno giustizia, meno controlli e più violenza.
Una volta che questo processo sarà stato completato, il pianeta vivrà una nuova era buia di orrori, umiliazioni, massacri superiori a quelli già oggi in atto. Grazie allo sviluppo delle tecnologie, le leggi sul controllo individuale saranno talmente efficienti da impedire anche il nascere della rivalsa nei singoli – come previsto nella distopia del film di Terry Gilliam del 1985, “Brazil”[1], che è andato oltre alle previsioni pessimistiche di Francisco Goya[2] e di George Orwell[3].
Verrà realizzata l’utopia del totalitarismo: concepire l’umanità come un unico organismo, il cui benessere vada protetto (se è utile) contro i sogni, le aspirazioni, le passioni, la volontà dei singoli. Una società paternalista, nella quale si neghi il diritto ad un pensiero individuale e si accetti di essere eliminati se si dissente. Un’ideologia affascinante, come dimostra la reazione del pubblico al famoso discorso di Norimberga del 5 settembre 1934[4], l’anniversario della presa del potere di Mussolini[5] o l’atteggiamento della popolazione della Corea del Nord ai discorsi pubblici del dittatore Kim Jong-Un.
Una parte imponente dell’umanità è disposta a tutto purché le venga tolta dalle mani la responsabilità delle proprie azioni. Non importa in nome di cosa, questa quota crescente di persone, se posta di fronte alla libera scelta, chiede la dittatura, l’imposizione religiosa, o la distopia psicotica di Beppe Grillo e Casaleggio: i decisi, gli incapaci e gli imbecilli al potere, perché solo loro sono puri di spirito. Una rivolta della “scatoletta di tonno scoperchiata” che, in Italia, dopo aver prodotto ministri come Toninelli, ha lasciato il posto ad una piccola organizzazione di puro opportunismo reazionario.
Questo, come analizza una profonda trasmissione televisiva di Corrado Augias[6], ha diverse radici e spiegazioni, ma sta avvenendo inesorabilmente sotto i nostri occhi. La gente odia le responsabilità, e si sente giustificata nello sfuggirle – uno dei fondamenti della cultura degli Stati Uniti[7], e che in Italia viene chiamata “saputellismo” (in tedesco “Besserwisserei”, in inglese “know-it-all attitude”). Si agisce convinti di essere nel giusto perché si ritiene di non dover rispondere personalmente per gli effetti dei propri atti e ci si riferisce ad una legge cosmica (che non esiste), a metà tra la divinità e l’imposizione poliziesca, che detiene la responsabilità e, quindi, giustifica qualsiasi trasgressione, errore, cattiveria.
La democrazia è sempre meno attraente: costringe a prendere in carico gli effetti delle nostre azioni, ed è facile screditarla. In ogni caso è sempre stata roba per pochi eletti. La democrazia ateniese si basava sullo schiavismo, esattamente come quella dell’illuminismo. La politica di esportazione armata di democrazia, praticata da quasi un secolo degli Stati Uniti, è solo becero imperialismo – peraltro inefficiente. Parallelamente, l’istruzione, l’eclettismo, l’intellettualismo e la passione democratica sono divenuti insulti, come dimostrano ormai da decenni gli studi di sociologia, specialmente in Germania[9].
Ai partiti politici non vengono più richiesti idee e programmi, ma leaders. E sono stati i partiti politici stessi a promuovere questo mutamento. La presa di coscienza del proletariato (detto con parole di oggi: dell’interezza della popolazione) non è più un obiettivo, come sognavano gli illuministi prima ed i socialisti poi, ma una scocciatura da evitare. L’aumento di potere d’acquisto del denaro distribuito alle masse, ed ancora di più il fatto che (non solo in Occidente) cresca la quantità di tempo a disposizione dell’individuo, non ha creato il fiorire delle arti, ma della noia e, in conseguenza di essa, della brutalità e della depressione. Quanto alla responsabilità individuale, questa va azzerata fin dall’infanzia, come descrive la straordinaria piattaforma internet Chora Media[10].
Da tempo ho smesso di seguire trasmissioni ben fatte come “Propaganda Live”, la satira di Maurizio Crozza, o lo stupendo “Heute Show” di Oliver Welke[11]. La stupidità del potere non mi fa più ridere, mi fa paura. Mi fa paura che chiunque, nell’agone politico, si misuri con le sciocchezze propagandistiche, invece di occuparsi dei problemi, perché le prime hanno più audience delle seconde. Stiamo democraticamente abrogando la democrazia. È un processo in atto da molto tempo, temo. Come Giorgio Gaber, “va a finire che io, se fossi Dio, mi ritirerei in campagna, come ho fatto io”. Retoricamente parlando, alla mia “pars destruens” non corrisponde la necessaria “pars construens”. Sono vecchio e malato, e queste righe di sfogo sono amare e, forse, ingiuste – perché non tengono conto delle migliaia di splendide persone che, ogni giorno, senza aspettative e senza grandi discorsi, dedicano (democraticamente) la propria vita al bene altrui. Persone che, da Orban a Meloni, da Trump a Putin, rischiano di essere schiacciati dalla violenza di regime.
[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Brazil_(1985_film)
[2] https://web.archive.org/web/20161019051211/http://www.nytimes.com/1990/02/25/nyregion/art-goya-s-disasters-of-war-grisly-indictment-of-humanity.html
[3] https://www.youtube.com/watch?v=7Sk6lTLSZcA
[4] https://www.dailymotion.com/video/x6uajey
[5] https://www.youtube.com/watch?v=fIjAWToSoyk
[6] https://www.la7.it/la-torre-di-babele/rivedila7/serve-ancora-la-democrazia-la-torre-di-babele-puntata-del-1132024-11-03-2024-530823
[7] https://www.psychologytoday.com/ca/blog/all-about-addiction/201905/diffusion-responsibility-and-the-danger-addiction ; Kassin, Fein; Markus, Burke (2013). Social Psychology. Toronto: Nelson Education; https://deepblue.lib.umich.edu/bitstream/handle/2027.42/108279/ets200956.pdf;jsessionid=C9AC0B628573766F23CD41EC22925A3B?sequence=1
[8] https://www.dga.org/Craft/DGAQ/All-Articles/0603-Fall-2006/Shot-to-Remember-Brazil.aspx
[9] https://www.deutschlandfunkkultur.de/alexander-gallus-intellektuelle-in-ihrer-zeit-100.html
[10] https://www.youtube.com/watch?v=nxNXIBHAsJc
[11] https://www.zdf.de/comedy/heute-show
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