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Torna la musica nelle strade, lo Sponz Fest da Sant’Andrea di Conza ad Andretta
E’ sapere abbinare il profondo con il leggero. E’ questa una delle doti migliori dello Sponz. E’ riportare la gente nelle piazze, e la musica nelle strade, nei vicoli. E’ fare tornare la gente a ballare. E’ sollevare, allo stesso tempo, questioni scomode, attuali, e dannatamente vere. Protagonisti di questa piccola rivoluzione delle leggerezza, per la prima sera, sono stati Fabrice Martinez con il suo violini dei Balcani insieme all’Axon Orkestra, e nei vicoli del paese il tamburello di Peppe Leone, lo psychedelic cuban blues di Sol Ruiz, i flauti di Giovanangelo De Gennaro, il violino di Mikey Kenney. E per finire il gruppo Slavi Bravissime Persone. Tutta energia che serve per mandare avanti la carovana e proseguire il viaggio. Prima tappa Sant’Andrea di Conza.
Perché lo Sponz è un motore, e per andare ha bisogno di benzina. E si sposta lo Sponz, e dall’anno scorso ha cominciato a muoversi lungo tutto l’appennino, fino in Emilia Romagna. Poi, d’estate, preferisce certe latitudini più a sud, e si concentra tutto nelle terre d’Irpinia. E la carovana da Sant’Andrea di Conza, primo e secondo giorno, arriva ad Andretta, terzo giorno. C’è Bobby Solo in piazza, e canta canzoni americane, perché l’America è sempre parte di quel mito collettivo a cui da anni si sta lavorando con questo Fest. A introdurre Bobby Solo c’è il tenutario della vecchia Sala Veglioni di Andretta, e qui di veglioni non se ne fanno più. Si chiama Cicc’ Bennett, è anche cantante e tenore, nonché figura cara all’immaginario di Vinicio. ‘Da Ciccillo Ristorante’ sta scritto sulla targa della sala veglioni di Andretta in cui Vinicio ha conosciuto il cantante gladiatore, suo padrino onorario.
Quando Vinicio e Cicc’ Bennett si sono conosciuti la sala veglioni del ristorante era grande almeno il doppio, ed era un posto vivo, come la Casa dell’Eca di Calitri. E Cicc’ Bennett cantava sempre ai veglioni, volevano che lasciasse i piatti e le stoviglie e che cantasse. Amava le liriche napoletane e senza una sua esibizione la serata, il veglione, non poteva finire. Vinicio aveva 15 anni quando si avvicinò per la prima volta al suo locale di Andretta. Poter entrare dentro quei santuari delle feste di matrimonio era spesso uno dei pochi divertimenti che a un ragazzetto di questi posti erano concessi, specie d’inverno. Una sera chiese di farlo, fu accontentato, e la voce di Cicc’ Bennett lo stregò per sempre. E da lì è nata un’amicizia che continua ancora oggi. Perché il canto ha un’anima popolare che Vinicio ha sempre prediletto. Ne è nata un’amicizia che si continua a celebrare anche dentro lo Sponz Fest.
Il programma dello Sponz è sempre in aggiornamento. Gli invitati alla festa sono sempre a tempo ad arrivare. E’ stato a programma annunciato che la serata di Andretta si è arricchita di un altro ospite, stavolta uno che dall’America viene veramente, con tutto quel carico di suoni del Texas che è in grado di portarsi dietro. E’ Micah P. Hinson, uno che allo Sponz c’è già stato varie volte, uno dei musicisti preferiti dello Sponz. Ad Andretta è stato protagonista anche lui sul palco dedicato alle canzoni americane. E’ partito anche lui per questo viaggio e accompagnerà la carovana dello Sponz fino a sabato, unendosi al concerto finale di MontaCanto.
Ognuno ha un motivo tutto suo per trasformare un evento in qualcosa di epico. Per me con lo Sponz è successo con l’edizione 2017. Le cantine dei vicoli di Calitri la notte si trasformavano in tante scatole delle sorprese. Fino a poco prima dell’orario fissato si sapeva solo dove sarebbe avvenuto qualcosa, ma mai si poteva sapere esattamente cosa sarebbe successo. Allora ci si metteva in fila davanti a una lavagna, quella era il segno che lì ci sarebbe stato uno spettacolo. E si aspettava fino all’ultimo per sapere quale musicista avrebbe suonato. Quel rito di aspettare fino in fondo, anche fino alle 2 di notte, che succedesse qualcosa mi è restato nel quaderno delle sensazioni. E l’evento era la sorpresa prima ancora della musica. Ho sempre trovato questa estemporaneità molto sana, utile, quasi educativa, rispetto a un modo di vivere in cui tutto deve essere programmato fino in fondo. E ho capito che il messaggio dello Sponz sta anche nel modo in cui vengono offerte le cose, elaborando una filosofia del quotidiano a cui è utile abituarsi per sopravvivere con gioia in questi tempi di incertezza.
Foto: Simone Cecchetti
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