Eventi
Spettacoli e musei: i biglietti sono poco trasparenti?
Immaginate di voler visitare la Reggia di Caserta. La prima cosa che fate è andare sul sito web ufficiale a vedere quanto costano gli ingressi. 14 euro è il prezzo di un biglietto intero, che include gli appartamenti storici e i giardini. Siccome siamo già nella stagione turistica e il rischio di trovare lunghe code di visitatori è molto alto, decidete di acquistare il ticket preventivamente online ed ecco che i 14 euro diventano misteriosamente 16,50. E no, non potete farci nulla.
Il lievitare dei costi è presto spiegato: dovete aggiungere 1 euro di prevendita, perché la Reggia sul web non vi vende il biglietto direttamente, ma tramite TicketOne, una società specializzata, e ancora dovete sommare altri 1,5 euro di “commissioni di servizio”, cioè quelle per il pagamento con carta di credito.
Non volete vedere la Reggia ma preferite un bel musical? Prendiamo ad esempio quello attualmente in cartellone al Teatro Sistina di Roma. La trafila è più o meno la stessa. Il posto più economico, III galleria, costa 27,5 euro (stavolta il prezzo esposto sul sito del teatro già include la prevendita, pari a 3,5 euro), ma quando andate a pagare (sempre sul sito TicketOne) ecco che dovete sborsare 29,18 euro perché dal nulla si sono materializzati 1,68 euro di commissioni di servizio.
Per tacere di un altro sovrapprezzo che si può trovare in casi simili: volete stamparvi il biglietto a casa, una scelta logica perché altrimenti dovete farvi la coda per ritirarlo e allora cosa lo avete comprato prima sul web a fare? Appunto. Ma stamparvelo costa anche 2,5 euro in più. Qual è la ragione di questo sovraccosto, se la carta e l’inchiostro della stampante la mettete voi e non il museo o il teatro?
Così funziona per molti luoghi ed eventi culturali: il prezzo che compare sul sito ufficiale raramente corrisponde a quello che sborserete effettivamente. Un comportamento simile si era verificato nell’acquisto dei biglietti aerei: era intervenuta l’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, a sanzionare alcune compagnie che sui loro siti web esponevano prezzi che non includevano le commissioni per il pagamento con carta di credito. Commissioni che poi il viaggiatore era effettivamente costretto a pagare.
Se nel settore dei viaggi dunque l’Antitrust ha fatto il suo lavoro, in quello dei beni culturali e degli spettacoli non si hanno notizie: abbiamo provato a contattare l’autorità ma non abbiamo avuto risposta. Zero spiegazioni anche da TicketOne, società che fa parte della multinazionale tedesca Cts Eventim, così come dal Teatro Sistina.
Più trasparente risulta invece la Reggia di Caserta, che ci comunica: “Come è indicato sul sito, il biglietto della Reggia è diviso per tipologie (Appartamenti, Parco ecc.) con i costi stabiliti dal tariffario approvato dalla Direzione Generale dei Musei del Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Le maggiorazioni sono previste solo per i biglietti online e comprendono i diritti di prevendita e le commissioni per il concessionario del servizio”. Una risposta che sottolinea che i siti della Reggia e di TicketOne sono due cose diverse. Di fatto però il lievitare dei costi non è specificato subito prima di essere reindirizzati al sito di TicketOne ed è un disincentivo a prenotare.
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