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Milano fra tradizione e futuro: BookCity riparte guardando al Dopo
La conferenza stampa per la nuova edizione di BookCity si è tenuta significativamente sul palco del Piccolo Teatro Grassi di via Rovello, con la storica scenografia dell’Arlecchino di Ferruccio Soleri, 2200 repliche di Storia, e lo schermo con il logo di BookCity, a simboleggiare, come ha notato il nuovo assessore alla cultura Tommaso Sacchi, l’incontro fra tradizione e futuro su cui si fonda Milano. E il sindaco Sala ha voluto sottolineare proprio questo punto: l’importante, oltre ad avere una bella idea, è saper continuare. Book City è arrivata alla sua decima edizione e riesce a riconfermare ogni anno il format e insieme ad innovarsi. Il titolo infatti quest’anno è proprio “Dopo”: perché non si uscirà dalla pandemia uguali a prima, ma migliori o peggiori, e perché prevalga la prima opzione bisognerà “reinterpretare la città mantenendo lo spirito ambrosiano”: spirito che poco prima Piergaetano Marchetti, presidente dell’associazione BookCity Milano, aveva descritto come “aperto e fondato sulla differenza”.
Queste sono le basi per raccontare il progetto di quest’anno, che si svolgerà dal 17 al 22 novembre: un progetto aperto, che coinvolgerà “tutti i codici postali della città” con iniziative diffuse ovunque, un grande coinvolgimento delle scuole e delle università come “centri di pensiero per guardare al dopo” e con l’urgenza di arrivare a tutti, in particolare alle carceri ma anche ospedali, case di accoglienza, luoghi di volontariato e biblioteche di condominio, come racconta Paola Dubini.
Luca Formenton introduce il programma: “Negli ultimi due anni siamo andati incontro da una parte a una crescente digitalizzazione e velocizzazione della vita, dall’altra si è diffusa una nostalgia del prima. Del prima prima: una dimensione della vita più lenta, più di meditazione, e una riconsiderazione dell’ambiente in cui viviamo. Si è sviluppata anche una forte diffidenza nei confronti della scienza. È diminuita l’epistemic trust, la fiducia in chiunque ne sappia di più. I 1400 eventi di BookCity quest’anno cercheranno di dare una risposta a tutte queste nuove questioni”.
Dall’8 al 16 novembre si potranno seguire in streaming gli AfterwardsPapers, interviste a 21 autori e scienziati da tutto il mondo, da Eshkol Nevo a Mircea Cartarescu.
Il 17 novembre alle 20.00 il Teatro Dal Verme ospiterà l’inaugurazione di questa decima edizione del festival. Saranno presenti Amin Maalouf, Nuccio Ordine, Paolo Giordano, Carmen Yáñez e al pianoforte il diciannovenne milanese Guido Coppin che già nel 2020 aveva inaugurato al Museo del ‘900 l’edizione online di PianoCity.
L’evento che tutti sembrano avere più a cuore, citato in apertura della conferenza stampa da Marchetti e raccontato poi da Formenton, è quello del 19 novembre in omaggio a Salvatore Veca, mancato poche settimane fa, che si terrà alla Fondazione Feltrinelli di cui il filosofo è stato presidente onorario negli ultimi anni. Saranno presenti, fra gli altri, Carlo Feltrinelli, David Bidussa e lo stesso Marchetti.“Salvatore Veca ci ha dato in eredità il gusto di porre domande, la voglia di sapere, la consapevolezza che il futuro non è scritto in anticipo. Ogni nuovo inizio, ogni momento zero nasce dal riformulare un dizionario: parole già in uso ma da rilanciare alla luce di nuovi contenuti. A poche settimane dalla scomparsa di Salvatore Veca, un incontro per riflettere sul lascito della sua produzione e del suo impegno civile” si legge sul sito di BookCity.
Luca Formenton mette l’accento anche sull’evento L’Afghanistan vent’anni dopo in cui si ricorderà l’inviata Maria Grazia Cutuli. Il Premio Cutuli 2021 verrà assegnato a Patrick Zaki. L’evento si terrà il 19 alle 14.30 alla Fondazione Corriere della Sera e saranno presenti anche Marta Cartabia, Emma Bonino ed Edoardo Albinati.
Città ospite sarà Heidelberg, all’interno del progetto di scambio internazionale fra le Città Creative Unesco per la letteratura e sarà presente Juergen Boos, presidente della Fiera del libro di Francoforte che parlerà del Futuro dell’editoria con Riccardo Levi, presidente di Aie. Quest’ultimo durante la conferenza stampa ha tenuto a ricordare come in questa stagione il libro stia godendo di un’ottima salute e abbia dimostrare un’inaspettata resistenza.
Oliviero Ponte di Pino, vera anima di BookCity in quanto curatore del programma, racconta di come alcuni mesi fa, a febbraio/marzo di quest’anno, dopo l’edizione online del 2020, si cominciasse a pensare a quella 2021 con addosso l’ossessione della pandemia e delle distanze e di come lui e i suoi collaboratori si fossero presto resi conto che guardare solo a questo sarebbe stato rinchiudersi nella prigione del presente, riducendosi a fare qualcosa che sarebbe stata una copia in peggio del passato. Hanno invece scelto di guardare al futuro, rimappando la Milano culturale in modo che non fosse monocentrica ma nemmeno diffusa: la nuova chiave è la città in 15 minuti, in cui ogni quartiere è centro, ci sono poli nella Chiaravalle di Terzo Paesaggio tanto quanto in viale Certosa o al Castello Sforzesco. Si parlerà di ambiente, di lavoro, di scienza e tecnologia, di politica e società, di condizione femminile. Al Centro Wow ci sarà un focus sul fumetto. Si celebreranno i 700 anni di Dante e anche i 100 anni di Stehler. Uno spazio alla Fondazione Pini sarà dedicato ai giovani talenti. E come sempre sarà ampiamente coinvolta la rete LIM delle librerie indipendenti milanesi.
Infine, per festeggiare i suoi 10 anni, BookCity ha pubblicato un libro. 10 parole (+ una) sono state affidate a 11 autori, fra scrittori, saggisti, giornalisti, teatranti. A Jonathan Bazzi per esempio è stata affidata la parola Quartieri, a Nadeesha Uyangoda la parola Cittadinanza e ad Alessandro Bergonzoni la parola Libro.
BookCity quindi è pronta a ripartire con la sua “capacità pervasiva di parlare di Milano”, come ha commentato Tommaso Sacchi, non come momento fieristico ma come racconto che alimenta e nutre profondamente la “sete di cultura” della città.
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