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A Matera tutto bene, dicono i giornali, ma il governo s’è preso il coordinamento
Scrive Repubblica che, in vista del 2019, a Matera «la situazione volge al meglio» persino «sul fronte ferroviario che tanta ironia aveva suscitato nella stampa internazionale compresa la fake news che a Matera non ci fosse la stazione». Sta scritto proprio così: «Fake news che a Matera non ci fosse la stazione». Evviva.
E però sarebbe bastato andarci a Matera per scoprire che la città è completamente scollegata dalla rete nazionale delle Ferrovie dello Stato ed è raggiunta soltanto dalla ferrovia a scartamento ridotto delle linee appulo-lucane. Anzi: per scoprirlo sarebbe stato sufficiente anche soltanto consultare l’orario dei treni o persino dare una occhiata ai giornali i quali, appena qualche giorno prima, avevano raccontato la visita in città del ministro Delrio venuto – pensa te! – ad annunciare che prima o poi anche Matera avrà il treno, poiché quel treno oggi proprio non c’è nonostante l’entusiasmo panglossiano della grande stampa nazionale. Né, infine, quel treno arriverà in tempo per il 2019. Forse – forse – arriverà soltanto nel 2022. Comunque, troppo tardi per Matera 2019.
Così, in quello stesso articolo, il direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019 Paolo Verri ha dovuto ammettere che «a regime si potrà raggiungere la città con mezz’ora di pullman dalla stazione di Ferrandina sull’alta velocità Roma-Taranto, oppure con le ferrovie appulo-lucane in un’ora da Bari». Non sarà proprio una cosa semplice per chi arriverà in città per il 2019: e saranno – secondo le previsioni – almeno in un milione. Ecco: pare già di vederlo questo milione di viaggiatori scendere dal Frecciarossa a Ferandina scalo, in aperta campagna, e poi tutti in fila ordinatamente in attesa dell’autobus che, dopo mezzora di salite e di curve sulle colline d’argilla, arriverà finalmente a Matera. Una cosa difficile persino da credere. Eppure, così è. E nonostante questo, a quanto pare, «la situazione volge al meglio». Bene. Anzi, benissimo.
Nel racconto della grande stampa nazionale non si trova invece una parola o quasi sul travaglio che ha scosso in questi ultimi mesi l’amministrazione cittadina; non si trova nulla sulla preoccupante rarefazione dell’opposizione, fattasi evanescente sino quasi a scomparire assorbita dalla maggioranza; non si trova nulla sui tanti dubbi che da tempo si vanno affastellando su cosa stia diventando questa città; non si trova nulla, infine, sul fatto più inquietante di tutti: la gestione di Matera 2019 è stata, se non proprio commissariata, quanto meno messa sotto tutela dal governo Gentiloni che, di recente, ha nominato Salvo Nastasi “coordinatore per l’attuazione degli interventi strutturali, degli eventi, e delle iniziative per la Città di Matera”. Poi, in città, pur di esorcizzare la parola «commissario», qualcuno ha preferito parlare – con involontario sarcasmo – della nomina di un «facilitatore», ma ha finito per rendere tutto ancor più inquietante.
Insomma, forse, come raccontano i giornali, «la situazione volge al meglio» ma evidentemente a Palazzo Chigi qualche dubbio devono averlo avuto. E, forse non a caso, nel decreto che nomina Nastasi vengono richiamate le raccomandazioni del monitoring and advisory Panel della Commissione europea «circa la semplificazione della governance» e «la realizzazione dei progetti infrastrutturali chiave da completare in tempo per l’anno della Capitale europea». In un mondo normale certi dubbi sarebbero venuti anche nelle redazioni dei grandi giornali nazionali. Nel migliore dei mondi possibili, che è quello che quegli stessi giornali a volte decidono di raccontare, semplicemente «la situazione volge al meglio».
E così, oltre alla questione di come questa città sia rapidamente cambiata in questi ultimi anni nei quali è stata stravolta, trafigurata in ciò che non dovrebbe essere, tanto da rendersi disponibile a disfarsi persino della propria storia in cambio di una economia che sempre più dipende dal turismo e che però, per questo, si fa sempre più effimera e incerta oltre che nemica della città stessa, ecco: oltre oltre alla questione di ciò che Matera è stata e di ciò che sarà, si dovrebbe porre adesso anche la questione di come questo cambiamento viene raccontato o, anzi, di come non viene raccontato poiché, a quanto pare e nonostante tutto, semplicemente «la situazione volge al meglio».
Per la cronaca, a Matera una stazione effettivamente esiste, a La Martella: se ne sta in campagna, senza passeggeri, senza treni, senza binari da sempre. Secondo Wikispesa dell’istituto Bruno Leoni, «il tracciato viene di fatto utilizzato da alcuni massari come percorso per pascoli di mandrie ovine o bovine». Buon viaggio.
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