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Lucca, i fumetti e quei 400.000 lettori che i sacri giornali non raccontano

5 Novembre 2014

“Anche le cose muoiono, caro mio. E dunque, se anche loro devono morire, tant’è, meglio lasciarle andare. C’è molto più stile, oltre tutto, ti sembra?”. Sono tre frasette che Giorgio Bassani mette in bocca a Micòl de “Il Giardino dei Finzi-Contini”. La ragazza e il narratore, che la critica tende a identificare con l’autore, sono nella rimessa della famiglia di lei e osservano la carrozza blu che i Finzi-Contini hanno sostituito con una più pratica automobile. Il narratore-Bassani, a quanto pare nostalgico già da ragazzino, ci prova e parecchio a  sostenere che la carrozza fa la sua figura, che sembra nuova ed è ancora efficiente. Micòl non si smuove. La carrozza ha fatto il suo tempo, che seppur nobile e glorioso è finito, ed è bene rendersene conto.

Ecco, mai come in questo momento i giornali mi sono sembrati proprio come quella carrozza blu. Parlo di quelli “sacri”, dei giornali di carta, ma non solo. Cosa è successo? Oggi dovrebbe essere stato confermato il dato che colloca a Lucca circa 400mila persone, più o meno la popolazione di Bologna, per i quattro giorni del Lucca Comics and Games 2014, il festival internazionale del fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione e del gioco. Oltre 240mila i visitatori paganti. Sedici euro il biglietto per una sola giornata di fiera.

Così, tanto per giocare un po’ con i numeri, i tre giorni della Leopolda hanno contato circa 19 mila persone, ai quali si sommano 608 giornalisti che hanno seguito l’evento. Gli organizzatori della manifestazione Cgil, il 25 ottobre a Roma, hanno dichiarato un milione di partecipanti.

Lucca, Firenze e Roma: tre “piazze” che rappresentano altrettante fette di Paese. Eppure una di queste sui giornali sacri non c’è, o c’è stata di sfuggita, o è stata descritta male. Quella di Lucca è stata una piazza forse più silenziosa, che non ci tiene affatto ad essere raccontata sui  giornali mainstream perché “tanto c’è internet” e che quindi è più facile ignorare a cuor leggero.

La televisione invece non ha fatto la schizzinosa. Ha capito e sfruttato la piazza di Lucca presentando serie tv, personaggi e programmi. Da Maccio Capatonda, a Rocco Siffredi a Chef Rubio, passando per le anteprime Sky di “Silicon Valley” e “The Knick”.

Ecco, davanti alle 400mila persone che la carta non conosce, non cerca e non racconta ho sentito addosso tutta l’immobilità di quelle carrozze blu tirate a lucido che sono oggi i giornali sacri. Quattrocentomila potenziali lettori nel fiore degli anni che dovrebbero essere il ricambio generazionale dei pensionati a cui la carta continua a puntare. E mi sono arrabbiata. Anche se con i giornali sacri ci sono cresciuta, ai videogame ho sempre preferito i libri e ai manga  i “Topolino”. Mi sono arrabbiata perché l’informazione che decide di ignorare una parte di Paese, attorno al quale tra l’altro girano molti soldi, sbaglia. Punto. E se non lo capisce è giusto che ne affronti le conseguenze. E ancora un po’ arrabbiata ho chiamato Fabio, 30 anni laureato in lingue di Pordenone, che da quattro anni non si perde il Lucca Comics and Games.

Lui invece è calmissimo. Della copertura dell’evento da parte dei media tradizionali non gli importa nulla anzi è meglio così perché “Grazie per il pensiero,  per questo c’è internet”. “Guarda – mi dice- è come con la radio. Quelle tradizionali passano musica che la fascia di popolazione dai 15 ai 35 anni semplicemente non ascolta.”

“Il problema è generazionale – continua – i fumetti, i videogames, i giochi in genere vengono ancora visti con il sorriso, non sono trattati come una cosa seria. Eppure meriterebbero spazio perché è così che una buona fetta di italiani e non solo sceglie di passare il proprio tempo. A differenza del lavoro, che non sempre si sceglie”.  Se mai ci fosse bisogno di specificarlo, Fabio non legge i giornali e si informa con il tg di La7, in rete e attraverso i social network.

“Ma se per esempio i giornali tradizionali avessero fatto una copertura come si deve dell’evento, magari creando un numero speciale, lo avresti comprato?” gli chiedo. “Certo – mi risponde –  è quello che ha fatto il sito del Lucca Comics. Potevano farlo loro”.

Fabio i giornali sacri lo hanno già perso. Forse dovrebbero rifletterci, a lungo. E fare due conti. Considerare se possono permettersi di schifare lui e altri 399.999 potenziali lettori. E comportarsi di conseguenza.

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