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Lontano da qualche parte: la Grande Guerra raccontata ‘da dentro’ a teatro
Quanto può fare il teatro per la memoria storica di un paese? Tantissimo, tant’è , che questo è uno dei ruoli che sin dalla sua origine ha avuto la rappresentazione scenica: il teatro come coscienza e memoria collettiva.
Il teatro che si impegna a tramandare pensieri ed esperienze, a ripercorrere la Storia attraverso le storie, è uno strumento prezioso per guardarsi indietro in modo critico e per fare tesoro di errori o conquiste delle generazioni precedenti.
Basti guardare ai tanti allestimenti interessanti che in questo 2018, anno che segna il centenario dalla fine della Prima guerra mondiale, hanno consentito di riflettere su quella terribile la carneficina.
Tra questi spettacoli, ce n’è uno che sarà portato in scena in un evento unico, lunedì 29 ottobre all’Auditorium del Parco del Castello de L’Aquila, alle 18, a ingresso gratuito (previsto anche un matineè per la scuole): Lontano da qualche parte.
Il dramma, ideato e prodotto dall’Associazione Foedum, ha ottenuto il logo ufficiale per la Commemorazione del Centenario della Prima Guerra Mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e si propone di raccontare una delle più grandi tragedie della storia europea in modo originale, diretto e anche doloroso, direttamente ‘da dentro’ quell’inferno, attraverso le voci di una generazione distrutta da quell’immane bagno di sangue.
Il focus è proprio sulle emozioni e le disperazioni di quei giovani che, se anche non trovarono la morte in trincea, ebbero la loro vita stravolta per sempre dall’esperienza di quell’evento deciso sopra le loro teste, e sulla loro pelle. Si tratta di giovani di non più di tre generazioni fa, i bisnonni dei giovani di oggi, a cui, soprattutto, parla questo spettacolo, in un’ideale passaggio di testimone, perchè le sofferenze di ieri non siano dimenticate e quindi diventare inutili oggi.
“Lontano da qualche parte è uno spettacolo, ” spiegano gli ideatori, “che vuol raccontare le sorti di una generazione che, se pure sfuggì alle granate, venne comunque distrutta dalla guerra, che col suo dissennato macello può e deve esserci ancora di monito”.
Realizzata sulla base di un’attenta ricerca storica, archivistica e bibliografica, la messinscena, tra immagini, costumi d’epoca e scritti risalenti alla guerra, fa rivivere, almeno in parte, i sentimenti, le emozioni e gli stati d’animo di un giovane costretto alla paura degli assalti, al freddo delle trincee, alla nostalgia per la donna amata e per i famigliari, seguendolo sulla strada che lo porterà alla disillusione, e, infine, al sacrificio di sé stesso.
Lontano da qualche parte racconta in modo diretto che cos’è stata quella terribile guerra, che non uccise solo chi rimase sul campo, ma spezzò irrimediabilmente l’animo a un’intera generazione. E il lavoro di allestimento è stato facilitato dall’abbondanza di testimonianze dell’epoca, un mare magnum che, attentamente scandagliato, ha consentito di portare alla luce l’essenza di quegli anni.
“Sulla prima guerra mondiale esiste una cospicua mole di materiale documentario: non solo lettere o testimonianze letterarie degli intellettuali che si trovarono a combattere al fronte, ma anche fotografie e filmati (cosa mai verificatasi nelle guerre precedenti, visto che il cinema era invenzione recente)” spiegano ancora gli ideatori, ““Un materiale eterogeneo e di grande e efficacia per accostarsi alla tematica del primo conflitto mondiale attraverso lo sguardo e i sentimenti di chi la guerra la visse in prima linea e che, spesso, non fu tanto fortunato da tornare a casa. Lontano da qualche parte attinge appunto da questi variegati materiali e mette in scena la parabola esistenziale di un giovanissimo soldato che, sperimentando l’orrore inimmaginabile della violenza e della morte, prende consapevolezza di quanto insensato sia il massacro cui sta partecipando. Una vicenda, la sua, che è una sorta di exemplum, di sintesi delle innumerevoli storie, diverse eppure simili, degli uomini che vissero la Grande Guerra.”
LONTANO DA QUALCHE PARTE
Auditorium del Parco L’Aquila 29 ottobre ore 11.00 (scuole) e ore 18.00
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