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Il Giardino della Memoria: Ustica 35 anni dopo
Sono trascorsi trentacinque anni dal 27 giugno 1980, quando – nella strage di Ustica – persero la vita 81 persone e si aprì una ferita ad oggi non ancora sanata nel nostro Paese. In questi anni sono stati fatti alcuni passi avanti nelle indagini, ma la verità, così come ogni giorno con il loro impegno associativo ricordano i parenti delle vittime, è ancora frammentata, incompleta. Per colmare le lacune, per fare chiarezza sui tanti aspetti ancora oscuri di quella tragica giornata, l’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica chiede un impegno di carattere internazionale, la presa d’atto che non è più possibile attendere, che non solo i famigliari, ma i cittadini italiani tutti meritano di conoscere ciò che avvenne realmente durante quel volo, meritano di poter vedere la fine delle indagini.
Daria Bonfietti, presidente dell’associazione, durante la conferenza stampa di presentazione del programma del festival Il giardino della memoria precisa così, con poche ma chiare parole, le motivazioni del suo quotidiano impegno e il significato di un’iniziativa che non vuole essere vuota celebrazione retorica, ma veicolo di trasmissione di una memoria viva e attiva.
L’emozione generata dall’arte permette di trasformare il ricordo in “presenza” e generare così nuovi spunti di riflessione, nuovi stimoli alla ricerca di “verità”.
Tante le iniziative previste quest’anno che vedono la conferma di ormai consolidate collaborazioni, come quella con l’Istituto Parri – depositario dell’archivio dell’Associazione parenti delle Vittime – che da più di un anno sta svolgendo un lavoro di raccolta di materiali audio video riguardanti i primi giorni successivi alla strage e che, il prossimo ottobre, organizzerà un convegno durante il quale verrà analizzato il contesto storico internazionale del tempo. La memoria s’intreccia con il “sentire” e proprio dall’ascolto del cuore nasce spesso il ricordo. Il lavoro dell’artista francese Christian Boltanski rappresenta in questo senso una sorta di fil rouge della rassegna: durante le serate dei Giardini della memoria sarà infatti possibile partecipare al suo progetto “Les archives du coeur” registrando il battito del proprio cuore per portarne poi una “copia” con sé e depositarne un’altra presso un archivio mondiale a Teshima in Giappone.
Il programma della rassegna (giunta alla sua settima edizione) prevede poi, come ogni anno, un intrecciarsi di performance teatrali, musicali e letterarie che concorrono a comporre il cartellone estivo degli spettacoli organizzati dal Comune di Bologna (Be – Bologna estate) e che si terranno nel parco della Zucca, antistante al museo della Memoria di Ustica.
Apre la rassegna, sabato 27, anniversario della Strage, Franco Battiato che, in un ideale abbraccio fra Bologna e Palermo, ha voluto rendere omaggio al ricordo delle vittime ed esprimere vicinanza ai parenti nella ricerca della verità sui fatti.
Si prosegue con la rassegna “Dei teatri, della memoria”, a cura di Cristina Valenti, che vedrà (all’1 al 29 luglio, ogni mercoledì sera) andare in scena interpreti illustri del panorama teatrale italiano e giovani promesse. Il programma si aprirà, mercoledì primo luglio, con Amuleto (monologo di Roberto Bolano) recitato da Maria Paiato. Mercoledì 8 luglio sarà invece in scena Marco Baliani con lo spettacolo Trincea – realizzato in occasione del centenario della prima guerra mondiale – mentre il 15 luglio verranno presentati i lavori dei finalisti del premio Scenario per Ustica, brevi pièces da 20 minuti ciascuna, realizzate da Ditta Alesse Argira, Caroline Baglioni, Muré Teatro, Arte Combustibile e Cerbero Teatro. Il 22 luglio Arianna Scommegna, grande interprete italiana per la prima volta a Bologna, porterà in scena Potevo essere io di Renata Ciaravino, mentre il 29 luglio chiuderà la rassegna uno spettacolo legato al mondo dell’infanzia interpretato da due giovanissimi attori protagonisti de La Stanza dei giochi della compagnia Scena Madre.
Il 10 luglio sarà protagonista la poesia per “La notte di san Lorenzo”, curata da Niva Lorenzini, e il filo conduttore di quest’anno sarà, in un rincorrersi di forme artistiche, il battito cardiaco. Poeti della tradizione come Fortini, Caproni, Sanguineti, “dialogheranno” con i giovani Vittoriano Masciullo e Martina Campo.
Teatro, musica, poesia concorrono a vivificare il ricordo, a dar voce a chi non può più parlare e parole a chi resta. L’arte alimenta la sete di conoscenza e la sete di conoscenza alimenta la ricerca di verità. Il Giardino della memoria rappresenta così uno spazio ideale di riappropriazione del tempo, del passato e del presente, del ricordo che diventa responsabilità civile quotidiana.
Per informazioni e per il programma completo www.ilgiardinodellamemoria.it
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