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Il festival dei libri nel paese dove quasi nessuno legge

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23 Agosto 2016

Ci sono luoghi dove la letteratura arriva all’improvviso, fra una leggenda di paese e un nomignolo di cento anni fa. A volte sono luoghi di roccia, sperduti, dove le storie le fanno ancora le persone testarde, che inseguono le loro idee anche se non hanno a disposizione grandi fondi. Idee che alcuni chiamerebbero sogni e altri, visto che parliamo di libri, follie.
“Abbiamo deciso di fare un festival nel libro nel paese dove quasi nessuno legge, un po’ come nel nostro Paese. Il nostro sogno è che questo paese dove non si legge, diventi il paese dei libri: dove tutti leggono, alcuni scrivono, alcuni stampano” spiega Mauro Bubbico, grafico di fama internazionale che proprio qui vive e che insegna progettazione grafica nel prestigioso Isia di Urbino.

Qui sta per Montescaglioso, nemmeno 10mila abitanti (e, nonostante questo, 12esimo comune più popoloso dell’intera Basilicata). Matera con il suo fermento da Capitale della cultura 2019 è a mezz’ora di macchina. A mezz’ora è anche il mare di Metaponto, con gli ombrelloni affastellati e l’acqua chiara. Montescaglioso invece è qui, silenzioso, piccolo, arroccato, spalmato in orizzontale fra palazzi secolari, piazze e squarci mozzafiato che si aprono sull’altrove: la vita, l’Italia e, appunto, i libri.

 

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“A Montescaglioso in pochi leggono. Per questo abbiamo deciso, insieme a un gruppo di amici, di fare una piccola rivoluzione, che ha il sapore della provocazione e il tentativo di portare la lettura dove tutti provano a starle lontano” continua Bubbico. Il gruppo di nemmeno dieci persone, capitanato dal poliedrico Pippo Bellone, ha così deciso di appropriarsi del paese per portare la poesia, le storie dei romanzi, il cinema, la grafica per le strade di Montescaglioso e di punteggiarne per tre giorni di intensa festa le giornate con eventi, happening, corsi e presentazioni. Una collaborazione collettiva per diffondere il libro, e non solo, realizzata con l’unica ambizione di fare qualcosa di bello.

“Ci andremo in rimessa, ma va bene così. La lettura dalle nostre parti è un problema molto serio. La prima domanda che ci siamo fatti è stata semplice, e spietata. Noi leggiamo, ma come convincere chi non legge a farlo? Abbiamo cominciato a pensare attraverso delle provocazioni, e dei lavori fotografici. Abbiamo scritto le storie dei palazzi del centro, e le abbiamo appiccicate sopra in fogli A4. E poi siamo andati nelle botteghe, abbiamo iniziato a scattare: abbiamo fotografato tutti i commercianti, dal macellaio al calzolaio, con in mano un libro”. Le foto sono state stampate, e adesso sono esposte nei negozi. I commercianti sono diventati protagonisti, in mano quell’oggetto strano che è il libro. A guardarle si prende confidenza, e poi chissà se può nascere l’amore.

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“Tutto – aggiunge Bubbico – in un piccolo paese come il nostro è narrazione. E il luogo per eccellenza è il barbiere, dove le storie sono quelle che ti racconta lui, e quelle che tu gli confidi. Abbiamo anche fatto degli allestimenti nelle botteghe sfitte, che il Comune potrebbe dare gratuitamente agli artisti per  i loro lavori, restituendo così una nuova vita a un pezzo di paese dimenticato. E poi ci siamo messi in testa dei progetti apparentemente folli, come una stanza interamente rivestita di soprannomi”. I soprannomi sono quelli ricostruiti con l’ausilio di un esperto del paese, che è andato indietro nel tempo fino a ricordarne 600. E se ne restano così, scritti di rosso, a tappezzare le pareti di una stanza battezzata “La stanza dei soprannomi” dove ci si perde fra i ricordi, ma anche soltanto nella curiosità di nomi impronunciabili, musicali e a volte molto suggestivi. “Il Paese dei Libri è un modo per raccontare le storie, per connettersi con le persone. Ma non è solo questo, ci sono anche libri che affolleranno le strade, incontri musicali e di cinema. E poi porteremo le persone in biblioteca. Studiando i libri della biblioteca, vedi cosa scelgono le persone, di cosa è fatto il loro immaginario. Il più consumato da noi è Cristo si è fermato a Eboli. Chissà perché”.

L’appuntamento è dal 24 al 26 agosto a Montescaglioso. Il programma completo è disponibile su Facebook, e se siete in zona vale la pena fare un salto. Improvvisare letture, partecipare agli eventi, dare voce a questa iniziativa sorprendente, coinvolgere i vostri scrittori preferiti e portare i libri che non leggete più: lasciateli per strada, regalate loro un nuovo futuro. E poi fate sentire la vostra presenza, respirate l’aria di un festival raro. Un festival prezioso, che non ha fondi, ma brucia di fermento e di passione.

 

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