Eventi

Fuorisalone, un evento di successo perché mette al centro le persone

18 Aprile 2016

‘L’essenziale è invisibile agli, occhi’, dice il Piccolo Principe, eppure siamo tutti attaccati al visibile, in particolare noi milanesi. Siamo la capitale di ciò che può essere incarnato e materializzato in un oggetto, che si può vedere e far vedere. Forse perché è nel visibile la contropartita accessibile dell’economia  a quella spinta oscura e invisibile che ci arriva dalla finanza. Dopo il successo di Expo Milano dunque si riconferma  capitale internazionale della partecipazione, del fare, dell’esserci, della presenza umana fisica come imprescindibile fattore di benessere.

 

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L’affluenza al Salone del Mobile ha colpito molti perché in apparente contro tendenza rispetto a un mood dominante che vede ridimensionare il culto dell’apparenza, di cui moda e design sono epifenomeni. Come vediamo nel trend qui presentato è in atto uno spostamento ai valori etici, immateriali, esperienziali rispetto alla pura estetica formale.

E’ proprio in questo contesto che va letta la partecipazione a queste giornate, alla ricerca di un visibile rinnovato e reso dinamico in funzione di valori ed emozioni che cercano di suscitare micromomenti di intensità. Nell’epoca della retorica dell’intelligenza artificiale il (fuori) salone cerca di avvicinarsi alla persona attraverso la magia delle luci e la natura di materiali poveri e di coinvolgere il pubblico più attraverso ciò che accade che l’oggetto  presentato. ‘Corro nudo perché sono io un oggetto (o un soggetto? ndr) di design’, recitava uno dei tantissimi eventi in periferia. La tecnologia si innesta nelle case animando più che smaterializzando. All’opulenza si sostituisce la contraddizione tra due sentimenti dominanti,  la voglia di ricchezza e paura della povertà, aprendo a tutti le porte di una partecipazione autentica, dove non bisogna essere per forza ben vestiti o aggiornati all’ultima tendenza.

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