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Festival Ouverture 2015 – Officina Teatro – San Leucio – 3° giornata

24 Settembre 2015

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Qui a San Leucio non si può non amare questo Festival Ouverture 2015. Una festa per lo spettatore. Un viaggio sensoriale alla scoperta di mondi. Dalla semplice fotografia, al passo di danza fino al monologo: ogni forma d’arte ha il proprio spazio. L’essenza di ogni momento artistico viene valorizzata. Nulla è fisso e statico. Battiti di vita. Artisti e spettatori si guardano negli occhi. Si stringono le mani, si abbracciano attraverso l’arte. Si sconfina in lembi di terre sconosciute. Una ‘transustanziazione emozionale’. I sentimenti si sommano, si mischiano, si confondono.

Fuori piove. La pioggia non bagna le finestre, protagoniste dell’installazione curata da Enzo Scipione: SGUARDI DALLE FINESTRE. Finestre schiuse obbligano gli occhi a fermarsi e a sostare per le strade, sugli abbracci, sulle partenze, sui volti che spesso giocano a nascondino, imbrigliati tra tende. La finestra si fa muro, altre volte si fa soglia. Una linea di confine che separa ma contemporaneamente unisce.

“Il nero del muro incontra la mano aperta. Questo muro è tra il vero e la mano. Il muro è ferro aria tempo. Una voce chiama di là dal muro.” (Franco Fortini)

Una porta si apre. Un ragazzo invita lo spettatore ad entrare nella sua casa per coglierne le verità nascoste. E’ questo l’incipit della performance HOME MADE in cui danza l’anima. Le emozioni, nude, si agitano nervose insieme al corpo tra bottiglie di vino abbandonate sul tavolo e cassetti aperti alla rinfusa. Nel disordine si cerca un ordine. Il corpo ondeggia, la fragilità inespressa e taciuta vien pian piano fuori. Tra un movimento e l’altro tre libri vengono mostrati allo spettatore: “Mia suocera beve”, “La morte di Virginia” e “Spiriti”. I titoli dei libri e il suono della chitarra diventano la voce narrante per i passi di danza. “Vento di terra e vento di mare, bene e male contro l’uguale, ci sarà un gran finale con gran piangianza e gran ridanza, la guerra degli spiriti avanza.” Da una stanza all’altra le mani, i piedi in movimento raccontano il corpo di chi lo abita.

Si entra nella bottega del ricordo grazie a TRADIZIONE E’ TRADIMENTO?, installazione e performance per uno spettatore alla volta, di Monica Cavatoi e Nunzio Gringeri. Attraverso un linguaggio teatrale e sperimentale si viaggia per 7 minuti nella città del RICORDO, nudo e puro, di tre generazioni (nonna, figlia, nipote), immersi tra gioie, dolori, lutti, feste, voci. Si racconta in modo inusuale la tradizione. Un esperimento teatrale unico nel suo genere e perfettamente riuscito.  Una performance toccante e poetica in cui la memoria emotiva dello spettatore si incrocia con le vite altrui sradicando dal profondo emozioni e sensazioni sopite. Si ritorna a casa con il cuore pieno di racconti di vite che non sbiadiscono e diventano parte di noi.

Travolgente è BLINK CIRCUS, una mostra itinerante in stile anni ’20 tutta da scoprire: all’ingresso di in un piccolo chapiteaux lo spettatore viene catturato fin da subito dall’atmosfera musicale francese che lo riporta, in parte con nostalgia, indietro nel tempo. Prima di entrare due artisti circensi porgono nelle mani dei visitatori piccole lenti d’ingrandimento e lampade/torce attraverso cui osservare, all’interno, ben 130 fotografie in stile surrealista-circense in miniatura, realizzate da Lorenzo Mastroianni. Lo spettatore è reso partecipe visivamente e non solo di un’attenzione al particolare, alle microscopiche incrinature degli sguardi e delle vite di molteplici giocolieri, danzatori, acrobati e clown. Ci si sofferma senza limite di tempo su ognuna delle cinque installazioni circensi (un grande carillon con una ballerina al centro, quattro ruote meccaniche, un libro gigante, due bauli verticali e una minuscola galleria d’arte) tutte contenenti le fotografie. Un vero e proprio universo in miniatura.

Verso sera inoltrata, il piccolo palcoscenico di OfficinaTeatro si trasforma in un’autentica palestra di corpi, suoni e gesti per i due straordinari danzatori Elisa Melis e Yoris Petrillo nell’indescrivibile lavoro coreografico di Loredana Parrella, ROMANZA – TRITTICO DELL’INTIMITA’. Gli interpreti reggono perfettamente la scena per un’oretta circa tra leggere cadute al suolo, acrobazie intense e toccanti gestualità, ripetute con energia magnetica e sacrale. I corpi diventano un mezzo di comunicazione passionale, aleatorio e camaleontico; la fluidità e la potenza delle tecniche del contact improvisation gettano chi osserva in uno stato misto di irrequietezza e ammirazione, di abbandono e esasperazione. Un lavoro incanlzante e d’impatto che affronta diverse questioni del nostro tempo: la permanenza, la fuga, il dolore della perdita, oltre alla benefica illusione del sentimento compensata dalla sterminata intimità di chi vive con autenticità secondo dopo secondo. Insomma, una vera e propria demistificazione del cinismo della morte e della voracità del tempo, di fronte alla quale il vero ringraziamento, crediamo, possa essere il silenzio di chi dentro applaude.

Anche oggi la giornata riserva nuove sorprese: #PugliaOff vi farà vivere il #Festival minuto per minuto anche da casa.
Appuntamento a domani con il #diariodibordo della quarta giornata di #Ouverture 2015.

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