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Fotografi, scrittori, memoria: così l’archivio Eni custodisce il 900 italiano
Mario Calabresi nella sua prefazione a Energia in prospettiva (Eni-Camera, 2015) ricorda quanto il lavoro del fotoreporter sia legato all’osservazione certamente, ma prima di tutto alla partecipazione e quanto in buona sostanza i fotoreporter siano i migliori giornalisti in circolazione. I più bravi a raccontare e ad interpretare in un epoca in cui l’immediatezza è tutto e le immagini ci circondano e obbligano in continuazione a distrarre lo sguardo. Tanto più oggi in cui ogni fotografo è un osservatore e ogni osservatore è un fotografo, un’epoca in cui le immagini non solo totalizzano il nostro sguardo, ma lo aggrediscono e in cui saper selezionare significa saper interpretare.
Diviene così fondamentale, ricorda sempre Mario Calabresi, il ruolo degli archivi, sia pubblici che privati. Gli archivi quali depositi di memoria, ma soprattutto luoghi in cui è possibile far dialogare il passato e il presente attraverso una selezione che sappia valorizzare e quindi rivelare la poetica e l’identità di un percorso storico sia esso istituzionale, industriale come politico. L’archivio quale essenza dell’umano, segno più evidente del suo percorso e così infatti chiude la presentazione a Energia in prospettiva a cura di Camera: “Dietro la lente dell’obiettivo, l’uomo domina il paesaggio da una posizione di privilegio garantendosi, grazie alla fotografia, il ricordo eterno della propria conquista.” E solo la forma archivio garantisce la cornice ideale attraverso cui è possibile fissare uno sguardo sul mondo, il filtro essenziale che permette di organizzare la memoria.
Energia in prospettiva, presentato al Festivaletteratura di Mantova rappresenta sotto forma di pubblicazione l’insieme incredibile di universi e linguaggi pensati e sviluppati, supportati e incoraggiati dall’Eni nella suo sviluppo a partire dagli anni Cinquanta sulla spinta propulsiva di Enrico Mattei. La cultura come costruzione d’identità, come azione critica e mezzo di scoperta: ossia tutto quanto era allora necessario e fondamentale all’Eni per imporsi sui mercati internazionali partendo da posizioni politiche ed economiche più deboli.
La pubblicazione propone una serie di testi da Comisso a Gadda da Sciascia a Levi presi dalla rivista Eni Il Gatto Selvatico fondata nel 1955, alternati da scatti provenienti dall’Archivio Storico di Eni. Sono immagini di grandi fotografi che dagli impianti di Gela fino in Tunisia accompagnavano e illustravano le spedizioni Eni. La libertà fotografica è oggi evidente dalla natura qualitativa e mai didascalica di un lavoro antropologico e di grande livello artistico: il viaggio, il paesaggio, gli uomini e le macchine, veri e propri filoni sono individuabili attraverso lo sguardo dei fotografi di volta in volta chiamati a raccontare con autorialità il lavoro, il tempo e i luoghi attraversati da Eni.
Racconto fotografico vibrante ed emozionante che è solo un assaggio delle potenzialità dell’Archivio Eni. La valorizzazione di uno dei più importanti archivi aziendali contenenti fondamentali testimonianze della nascita e della costruzione dell’industria energetica italiana è al centro di un percorso culturale che Eni vede come centrale al proprio stesso sviluppo. L’Archivio storico, inaugurato nel 2006, contiene infatti un patrimonio fondamentale per comprendere l’Italia del Novecento e le sue mutazioni politiche e sociali oltre che industriali. Conservazione, studio e divulgazione sono le tre aree su cui agisce l’archivio basandosi su un patrimonio composto da oltre mezzo milione tra fotografie, negativi e pellicole e un’ingente capitale documentario di varia tipologia conservato all’interno di oltre quarantamila faldoni. Valorizzare questo patrimonio è quindi strategico per la memoria e l’identità di Eni, ma lo è ancor di più per l’Italia sia a livello scientifico e specialistico sia a livello divulgativo.
La partnership e la collaborazione dell’archivio Eni con Camera, Centro italiano per la fotografia a Torino, rappresenta l’ennesimo esempio di come fare sistema sia fondamentale per immaginare un cambiamento e generare innovazione sulla scia di quanto Eni e con Eni la visionarietà di Enrico Mattei hanno saputo costruire.
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