Beni comuni
Dallo Sponz all’Osso parte il policy lab partecipato per le Terre dell’Osso
Per descrivere cosa sia stata questa edizione dello Sponz all’Osso comincerei dalle parole di Vinicio Capossela.
“E infine abbiamo sotterrato l’osso. Dopo una settimana che è durata un anno, lo abbiamo riposto come fa il cane, per avere ancora da parte una riserva vitale, per avere da rosicare qualcosa nei tempi a venire. Per essere solo un osso ci ha dato da mangiare in quantità. Lo abbiamo fatto suonare, lo abbiamo cucinato, ci abbiamo bevuto dentro, ci ha dato pensieri e argomenti. Lo abbiamo immaginato ricoprirsi di nervi e di carne, rimpolparsi di umanità. Ci ha fatto ricordare del pesce, che per primo rinunciò alla corazza e pose l’osso dentro, e alla difesa preferì la libertà e il movimento. Ecco: l’osso è la struttura della costruzione, la colonna che consente la posizione eretta. Se qualcosa si è trasformato in voi, se avete allungato le vertebre come la giraffa, allora questo sponza-mente è servito. La trasformazione è il primo seme. Per i ringraziamenti dell’ultima sera ci sono voluti quindici minuti di lettura e questo dà l’idea di quante persone, quanta partecipazione occorra per dare vita a un osso. Ora la polpa delle nostre carni torna ad abitare il mondo delle idee, ma ci auguriamo che questo osso sotterrato possa essere seme di rinascita, come nella visione di Ezechiele, non nell’altro mondo ma in questo”.
Rimpolparsi di umanità, è questa l’espressione che trovo più vera in questo saluto di Vinicio ai festanti dello Sponz, festanti tra cui come ogni anno ci sono pure io. Ammetto di essere uno che raramente grida al miracolo, ma quest’anno posso farlo. Per un semplice motivo: perché credo che stavolta sia stato lanciato l’amo giusto per far sì che il pesce grosso abbocchi. Fuor di metafora penso che quello che è sempre mancato alle scorse edizioni dello Sponz sia sta stato il fatto di costruire un solido ponte tra un’edizione e un’altra, cosa che invece quest’anno è avvennuta, specialmente grazie a quello che è stato davvero il cuore pulsante del Fest, i tavoli di lavoro per la creazione di un Manifesto delle Aree Interne. Il tutto ponendosi in continuità con le riflessioni già sviluppate e approfondite dai diversi manifesti che sono stati strutturati a livello nazionale e che hanno attivato un confronto costruttivo sul futuro delle aree interne.
La matrice viva su cui si è lavorato allo Sponz 2021 è stata fornita da quanto già fatto da Riabitare L’Italia, dalle riflessioni di Vito Teti, Rosanna Nisticò e Domenico Cersosimo, dalle attività del Master di Secondo Livello “ARÌNT – Architettura e Progetto per le Aree Interne e per i Piccoli Paesi” del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli e da Officina Giovani Aree Interne. Da tutto questo è nata un’idea di Manifesto aperto, incrementale e in continua evoluzione, che si configura come un Progetto di Policy Lab delle Terre dell’Osso, composto da azioni da individuare in modo condiviso per attivare un presidio culturale permanente, promosso dai comuni e dagli attori culturali, economici, sociali e istituzionali delle Terre dell’Osso.
Quattro sono i temi di riflessione e di confronto, emersi dall’indagine attivata dallo Sponz Fest 2021, per individuare, attraverso la creatività e la cultura, azioni prioritarie trainanti, generatrici di nuovi processi in cui la prossimità culturale è considerata un’opportunità:
- 1. Rigenera l’osso. Creatività e cultura nella rigenerazione urbana e nell’innovazione territoriale;
- 2. Innova l’osso. Creatività e cultura nell’innovazione sociale e nel welfare, nella formazione e nella partecipazione attiva;
- 3. Coltiva l’osso. Creatività e cultura in agricoltura e natura, artigianato e processi produttivi;
- 4. Connetti l’osso. Creatività e cultura nei sistemi di infrastrutture, mobilità sostenibile e connessioni materiali e immateriali.
Il programma del Policy Lab delle Terre dell’Osso intende adesso individuare le azioni prioritarie da portare avanti (Cosa fare), come si stanno già realizzando o come si intendono realizzare (Come fare), con quali risorse umane, economiche, sociali, ambientali, culturali, con quali risultati e con quali processi di collaborazione e cooperazione (Con chi fare).
La prima azione che il Policy Lab delle Terre dell’Osso intende realizzare è continuare la raccolta di disponibilità, iniziata nei giorni del festival, da parte di attori territoriali che hanno già sviluppato progetti innovativi e che intendono contribuire a costruire un programma di azioni prioritarie condivise. I temi selezionati corrispondono a quattro tavoli di lavoro che permetteranno a tutti coloro che intendono collaborare di incontrarsi e contribuire alla costruzione del manifesto di azioni.
Il Policy Lab è stato sviluppato nell’ambito del World Cafè e degli eventi di restituzione tenutisi nel corso dello Sponz Fest 2021, diretto e curato da Maria Scalisi, coordinato da Maria Cerreta del Dipartimento di Architettura (DiARC) dell’Università Federico II di Napoli, con la partecipazione di Vincenzo Tenore, di Giulia Valeria Sonzogno di Officina Giovani Aree Interne e Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, di Katia Fabbricatti del Dipartimento di Architettura (DiARC) dell’Università Federico II di Napoli, di Adele Picone del Master di Secondo Livello “ARÌNT – Architettura e Progetto per le Aree Interne e per i Piccoli Paesi” del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli e di Chiara Ficarra di AIGU – Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, in dialogo con Filippo Tantillo, responsabile di Officine Aree Interne, PON Governance Agenzia Coesione Territoriale, e con Domenico Gambacorta, consigliere nazionale per la Strategia Nazionale Aree Interne del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna. Ha preso parte alle attività anche Michele Di Maio, sindaco del comune di Calitri.
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