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A 30 anni dal maxiprocesso le memorie antimafia di Pietro Grasso a teatro
A trent’ anni dall’ inizio del maxiprocesso contro Cosa Nostra (10 febbraio 1986), è ancora urgente e necessario parlare di mafia. E’ per questo che l’ attore siracusano Sebastiano Lo Monaco torna a proporre sui palchi dei teatri italiani un bel pezzo di teatro civile:“Per non morire di mafia”, il monologo tratto nel 2010 dal libro autobiografico di Pietro Grasso, oggi Presidente del Senato della Repubblica, ieri magistrato in prima linea nella lotta a Cosa Nostra.
Una lavagna, una scrivania, una sedia, dei faldoni di documenti e, al centro del palco, un uomo che ripercorre con il suo racconto momenti cruciali della recente storia italiana con la lucidità dell’ operatore di giustizia e l’ emozione umana di un reduce dal fronte.
E’ tutto quello che serve per spiegare cos’è la mafia, in un’ora e mezza che è una carrellata di parole- chiave, eventi, luoghi, storie, personaggi, aneddoti, lutti, sconfitte e vittorie. Dalla prima guerra di mafia degli anni ’70 alla cattura di Tommaso Buscetta, all’ apertura del maxi processo, quel dibattimento-monstre che vide alla sbarra 475 imputati e terminò con 19 ergastoli e condanne per oltre duemila anni di carcere. Una vittoria dello stato, si disse allora, una vittoria, dovuta soprattutto a un pool di magistrati testardi e sgobboni, a cui successe di dover pagare con la vita l’ attaccamento alla professione e a quella battaglia divenuta allora improrogabile, per estirpare il cancro che si divorava e si divora ancora la Sicilia e l’ Italia tutta. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rimasero sul campo di battaglia, Pietro Grasso loro collega, invece, oggi è qui a testimoniare, a raccontare quella stagione e a invitarci a tenere ancora e sempre alta guardia perché, citando Antonio Gramsci, ci ricorda che “l’ indifferenza è il peso morto della storia”.
E la forma teatrale delle memorie del giudice antimafia, attraverso la voce e il corpo di Lo Monaco, non può che esaltare la parte emotiva della narrazione e veicolarne in modo più efficace il messaggio: sono le reazioni dell’ uomo quelle che si imprimono nello spettatore e lo portano dritto al cuore di tutta la faccenda. E’ la paura che sentiamo addosso anche noi quando il protagonista riceve minacce, a farci percepire la mancanza di libertà e giustizia, è la risata che ci facciamo con lui quando racconta episodi divertenti a margine del maxiprocesso a farci smitizzare Cosa Nostra e farci ricordare dunque che, come diceva Falcone, ‘la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha avuto un principio e avrà una fine’, sono il dolore e la rabbia che condivide con la platea, rievocando i giorni bui degli attentati ai colleghi, che alimentano la nostra indignazione, ed è la forza che assorbiamo dall’ invito all’ impegno e alla fatica quotidiana alla legalità, che ci fa imparare la lezione. Una lezione, oggi più che mai, fondamentale. Prossimo appuntamento il 15 marzo alle 21, al Teatro Sanzio di Urbino.
“Per Non Morire di Mafia”
di Pietro Grasso con Sebastiano Lo Monaco
versione scenica di Nicola Fano
adattamento drammaturgico di Margherita Rubino
regia di Alessio Pizzech
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