Cinema
Varese chiude Filmstudio 90: nella città giardino con la cultura non si mangia
Varese chiude Filmstudio’90, realtà volontaria e associativa che organizza da anni importanti rassegne e manifestazioni culturali e cinematografiche d’essai a Varese e provincia. L’attività della Sala di via De Cristoforis è sospesa a causa di un decreto di sequestro preventivo da parte della Polizia Locale. Una comunicazione, quest’ultima, arrivata ieri pomeriggio a tutti i soci dell’associazione e diffusa attraverso la pagina Facebook della sala cinematografica.
Vi comunichiamo che, a causa di un decreto di sequestro preventivo della Sala Filmstudio 90 (via De Cristoforis, 5 – Varese), l’attività è sospesa per tutti i soci con effetto immediato e fino a data da destinarsi. Ovviamente faremo ricorso immediatamente contro questa ingiunzione per poter riprendere al più presto l’attività cinematografica. Vi aspettiamo comunque al Cinema Nuovo, che rimane aperto regolarmente. Ci scusiamo per il disagio.
Il provvedimento del Gip di Varese è scattato a seguito di un controllo della Polizia Locale nella serata del 7 dicembre scorso. Quello che viene contestato a Filmstudio’90 sarebbe il fatto che la sala non sia munita delle condizioni di sicurezza previste dall’agibilità necessaria per i locali adibiti a pubblico spettacolo. Peccato che l’ingresso al cineforum organizzato dall’associazione, che opera da più di 25 anni in un territorio non particolarmente attivo culturalmente come quello varesino, sia sempre stato riservato ai soci, previo tesseramento.
“Da 25 anni operiamo nella legalità; da 23 lavoriamo con tessera. Siamo un’associazione reale. Questa non è altro che una leggerezza, o un’esagerazione”, spiega Giulio Rossini, responsabile di Filmstudio’90, sottolineando che la sera in cui è avvenuto il controllo all’interno dei locali le persone presenti erano circa una trentina, non un centinaio come alcuni giornali hanno riportato.
Ma quello che sembra venire contestato all’associazione è anche l’uso della pubblicità inerente alle attività organizzate in via De Cristoforis e sul punto Rossini argomenta che “su Varesenews è precisato che le nostre proiezioni sono riservate ai soci, al quotidiano La Prealpina è stato chiesto più volte di inserire questa precisazione, ma non lo hanno mai fatto. Cosa facciamo allora? Non promuoviamo le attività?!”.
Sul sito della stessa associazione si legge:
L’associazione Filmstudio’90 aderente sul piano nazionale all’ Ucca-Unione Circoli del Cinema Arci (associazione riconosciuta a livello nazionale), ha come fine essenziale lo sviluppo e la diffusione della cultura cinematografica. Organizza da anni importanti rassegne e manifestazioni culturali a Varese e provincia (Cinemaragazzi, Esterno Notte, Immaginando cinema…) e dal ’93 programma cinema di qualità anche nel cineclub di Via De Cristoforis 5 a Varese presso il salone “Claudio Macchi”: uno spazio diverso nel cuore di una città che da tempo attende nuove proposte, fuori da schemi precostituiti. L’associazione non ha scopo di lucro e si basa in massima parte sul volontariato. L’adesione a Filmstudio’90 è libera a tutti e subordinata al solo pagamento della quota annuale di iscrizione.
L’associazione, insieme a Coopuf, proprietaria dell’immobile, chiederà il dissequestro dei locali. Peraltro, in via De Cristoforis si svolgono anche altre attività, che non hanno nulla a che vedere con quelle organizzate dall’associazione, come le riunioni di condominio. Risulta quindi difficile pensare che l’ordinanza non rappresenti una precisa volontà di colpire una realtà associativa che, diffondendo e producendo cultura, resiste con passione e determinazione da più vent’anni nella città di Varese, gestendo numerose sale cinematografiche, come il Cinema Teatro Nuovo, non solo quella in questione.
Da anni Filmstudio collabora e offre consulenze a enti pubblici, associazioni, istituzioni culturali. Il circolo ha infatti per fine essenziale lo sviluppo e la diffusione della cultura cinematografica, particolarmente attraverso la proiezione di film, dibattiti, conferenze e pubblicazioni. Vuole contribuire con tutte le sue possibilità allo sviluppo e alla diffusione della cultura del Cinema, allo sviluppo degli scambi culturali cinematografici tra i popoli, all’incoraggiamento della cinematografia sperimentale e allo studio delle nuove tecnologie audiovisive.
“Siamo dei resistenti. Nessuno può contestarci nulla, e se esiste un’inadempienza ne parleremo con l’avvocato, ma siamo tranquilli, nonostante il danno subito. I tempi di riapertura speriamo non superino il mese. Certo, questo sembra essere un momento in cui non si fanno sconti a nessuno”, conclude Rossini.
E il Comune? Sì, il Comune cosa dice in relazione ad una scelta (politica) di questo tipo? Sono arrivati gli attestati di solidarietà, certo, ma Simone Longhini, ci dicono dall’assessorato alla cultura non sarà in ufficio fino alla prossima settimana.
Immagine di copertina tratta dalla Pagina Facebook di Cortisonici Varese, festival internazionale di cortometraggi ospitato da Filmstudio 90.
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