Cinema

Valerio Mastandrea presenta il suo film Nonostante

24 Settembre 2024

La rassegna “Da Venezia a Roma” mostra in anteprima alcuni film presentati al Lido il mese scorso. Tra i film in anteprima, abbiamo visto “Nonostante”, secondo film da regista dell’attore Valerio Mastandrea, che sarà diffuso nei cinema da BiM Distribuzione a marzo 2025.

La presentazione del film

Al cinema Giulio Cesare, in zona Prati, Valerio Mastandrea ha presentato “Nonostante”, insieme al co-sceneggiatore Enrico Audenino, intervistati dal critico Federico Gironi. In sala erano presenti alcuni pezzi della romanità, come il conduttore di LA7 Diego Bianchi, in arte Zoro, accompagnato dall’ex calciatore e allenatore Daniele De Rossi, appena esonerato senza alcun motivo dalla società americana che controlla l’A.S. Roma. Inoltre, si è intravisto un lucano, romano di adozione, come Rocco Papaleo.

La presentazione è stata una chiacchierata informale tra tre uomini che avevano la barba come caratteristica comune. Mastandrea non si è presentato su un tappeto rosso, ma con una maglia nera trasandata. Ha così catturato la simpatia del pubblico con la sua spontaneità, naturalezza e autoironia. Come se proprio non riuscisse a rimanere ingessato dalle formalità.

Ha saputo essere umile e ha scherzato col pubblico che non conosceva la trama del film, limitandosi ad affermare che la storia sarebbe stata molto particolare. Gironi ha fatto notare che nel suo esordio alla regia “Ride”, Mastandrea non ha fatto neanche un cameo, mentre qui è il protagonista. L’attore ha allora affermato allora di stare lavorando a una giusta via di mezzo.

Infine, Mastandrea ha citato una bella frase di Sabrina Ferilli a cui è molto affezionato. L’attrice, infatti, lo definisce “Un attore venuto dalla foresta, e che nella foresta ritornerà”. Definizione degna di un personaggio positivo che non teme di presentarsi come chi non riesce proprio a stare nel posto assegnato dalla sua fama.

Il film

A Venezia, il film ha aperto la sezione Orizzonti, la seconda per importanza rispetto al concorso principale. Quando ci sediamo, non ci aspettiamo un capolavoro assoluto, ma speriamo di goderci un buon film.

Il film parte molto bene, grazie a un’idea originale interpretata da ottimi attori. Oltre a Mastandrea, risalta Laura Morante e soprattutto Dolores Fonzi, una splendida attrice argentina che conoscevo perché a un certo punto della mia vita volevo imparare lo spagnolo guardando film in lingua originale (ammetto che non mi è andata benissimo).

Racconta la vita di alcune persone in stato vegetativo, la cui anima (o spettro?) vaga per i corridoi dell’ospedale. Queste anime interagiscono tra loro mettendo a nudo i propri problemi, le paure e le curiosità. Sembrano aver trovato un certo equilibrio fino all’arrivo del personaggio interpretato da Dolores Fonzi.

Il personaggio di Mastandrea deve cedere la sua stanza a quello dell’attrice argentina. La storia tra i due inizia con uno scontro per sfociare in un amore decisamente complicato. L’incipit dà vita a una storia senza colpi di scena, ma lineare e delicata.

Il Mastandrea regista appare coerente con se stesso, non prendendosi troppo sul serio e confezionando un film da una lunghezza giusta e privo di inutili fronzoli, oltre che composto da personaggi credibili. Tutto ciò è molto apprezzabile in un contesto italiano dove troppo spesso si creano personaggi pesanti, che sembrano pieni di lezioni da impartire, ma sono privi di sfaccettature. Però, forse, sarebbe stato più interessante delineare una trama un pochino più complessa.

Conclusioni

Alla fine della proiezione, sembra di aver assistito a una storia che tocca tantissimi temi importanti e profondi, senza svilupparli. La trama sarebbe stata perfetta per un film del regista finlandese Aki Kaurismaki, maestro delle commedie tragiche e semplicissime, che nelle sue mani diventano manifesti poetici. Ma, Mastandrea non ha ancora l’esperienza necessaria a imprimere al film quella poesia che coprirebbe la linearità della trama.

Rimane comunque un film godibile per l’idea iniziale e per alcune scene splendide, come quella in cui i due protagonisti si innamorano sulle note di “Cosmic Dancer” dei T-Rex. Molto piacevoli sono anche i primi minuti, quando Mastandrea cammina nell’ospedale con la telecamera che lo segue con un parziale piano sequenza.

In definitiva, l’attore romano mostra simpatia e potenzialità. Forse, siamo di fronte a uno dei rari casi in cui il regista avrebbe bisogno di una maggiore fiducia nei propri mezzi per imbastire un film di livello più elevato.

Foto di Hua WANG

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