Cinema

The Politician

19 Giugno 2020

Se rinasco, rinasco Gwyneth Paltrow. Devo aver ripetuto questa frase stupida ai miei amici un sacco di volte, ma le ragioni vengono confermate ogni volta che la vedo in qualcosa di nuovo…

Anzitutto è bionda: ma non bionda scema, bionda tinta (forse un po’, ma lei può), bionda brutta, bionda inutile…Sono poche, pochissime le bionde che amo, forse solo lei ed Uma Thurman..perchè Nicole Kidman è rossa 😉

Poi è di Los Angeles e ha studiato a New York: non un’americana a caso, ma famiglia di registi ed attori, origini ebree e tutto ciò che di affascinante ne consegue.

Non dimentichiamoci che all’età di ventitrè anni stava con Brad Pitt, conosciuto sul set di Seven, il capolavoro di David Fincher. Il loro modo unico di vestirsi “in sincro” ancora oggi regala lezioni di stile.

Gwyneth Paltrow and Brad Pitt

A trenta ha detto Sì a Chris Martin: tutte vorremmo sposare il leader di una band inglese, vivere dei ruggenti anni londinesi e sentire in radio nelle top hits soltanto canzoni scritte per noi 😉

Look at the stars
Look how they shine for you
And everything you do
Yeah they were all yellow

Coldplay Yellow

Il 1998 è stato l’anno di grazia che l’ha consacrata definitivamente nell’olimpo hollywoodiano: il taglio di capelli wow in Sliding Doors, camicia e gonna di seta verdi in Paradiso perduto mentre baciava Ethan Hawke…

Paradiso Perduto

…tutto il guardaroba di Delitto Perfetto, nel confrontarsi con un Michael Douglas in forma come ai tempi di Wall Street, l’interpretazione in Shakespeare In Love, grazie a cui vincerà l’Oscar l’anno successivo, in un incantevole abito rosa di Ralph Lauren.

Oscars 1999

Ricordo ancora la mia ammirazione al cinema di fronte al suo broncio nei Tenenbaum, cult super cult, alla sua Emma perfetta dal romanzo di Jane Austen, al triangolo con Matt Damon e Jude Law nel Talento di Mr Ripley e l’ho adorata persino nel divertissement come compagna di Iron Man nei film della Marvel.

Suo anche l’abito più copiato degli ultimi anni: il Tom Ford Bianco agli Oscar 2012.. 😉

Goop, di cui è fondatrice, è stato il primo (ed unico) sito che leggo dagli esordi con attenzione e divertimento, tra consigli beauty, moda e lifestyle e qualche anno fa sono andata apposta ad Amagansett per dare un’occhiata al temporary shop che Gwyneth apre ogni estate nei “nostri” favolosi Hamptons…;-)

Avete già visto il documentario The Goop Lab su Netflix? Forse vi aiuterà a capire perchè la candela al profumo di orgasmo che ha presentato qualche sera fa al Jimmy Fallon Show promette di andare sold out nel giro di poche ore come era accaduto lo scorso gennaio per quella alla vagina…

Heretic candle for Goop

Dopo il Conscious Uncoupling dal cantante dei Colplay più politicamente corretto della storia, oggi l’attrice, che è tornata a vivere oltreoceano,  ha sposato, ovviamente, the coolest guy around…

Sì perchè Brad Falchuck non è solo un rampante (quasi) cinquantenne dagli occhi blu, ma è un regista/sceneggiatore che sta mettendo a segno le produzioni più interessanti a livello di serie che ci sono in giro…Dopo quella perla rara di Pose, è stata la volta di The Politician.

Gwyneth Paltrow and Brad Falchuk

Protagonista: il figlio adottivo di una Gwyneth assolutamente perfetta, che ci apre ad una visione sottile ed intelligente delle famiglie posh della West Coast.

L’estetica di questi otto episodi che scorrono che è un piacere “tastes like strawberries and watermelon sugar on a summer evening“, canterebbe Harry Styles…

I dialoghi, mai banali, sono terribilmente veri nel loro essere assurdi.: si ride, ci si rilassa e distrae, gli interpreti sono tutti bravissimi e la colonna sonora è passata direttamente sul mio Spotify.

Dai classici come Where Do I Begin da Love Story o Pictures Of You dei Cure, si passa a  Clearest Blue dei CHVRCHES e Chicago, da ascoltare il loop, di Sufjans Stevens, lo stesso cantautore della theme song del film Call Me By Your Name di Luca Guadagnino. 😉

Oggi arriva su Neflix la seconda, attesissima stagione e anche se Mrs Paltrow quasi non compare nel trailer, non ho dubbi che ruberà la scena anche questa volta, mentre la linea sottile che un tempo divideva persona da personaggio, vita privata e reality da star è stata eliminata da un laser che non lascia segni come insegna la frase leit motiv del primo capitolo:

Fake It Till You Make It

 

The Politician Season 2

 

 

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.