Cinema

Sundance trasloca: il punto di riferimento del cinema indie si trasferisce in Colorado

28 Marzo 2025

Gli affezionati del Sundance Film Festival, l’evento che da oltre 40 anni scrive la storia del cinema indipendente mondiale, potrebbero restare colpiti dall’annuncio del trasloco della kermesse ideata da Robert Redford nel 1984. Il Sundance si è sempre tenuto a Park City, Utah, un piccolo scrigno incastonato tra le montagne innevate di quella che non è certo una delle zone più turistiche degli Stati Uniti e doveva gran parte della sua popolarità, se non proprio tutta, all’importante festival cinematografico.

Naturalmente, però, una cittadina di 9000 abitanti scarsi non è certo in grado di ospitare un’iniziativa che si è fatta sempre più popolare, nel corso degli anni, fino ad arrivare a rappresentare un punto di riferimento assoluto nel panorama indipendente. Il Sundance Film Festival è tra i primi eventi cinematografici al mondo per popolarità e partecipazione, capace di attirare ogni gennaio cineasti e creativi provenienti da tutto il mondo. Già da tempo si era allargato, coinvolgendo anche la vicina Ogden, ma era ormai chiaro a tutti, da diverse edizioni, come l’evento fosse troppo fuori scala per continuare a essere ospitato a quelle latitudini.

La scelta di Boulder

Dopo un processo di selezione mirato e approfondito, che ha visto l’organizzazione prendere in considerazione dapprima Salt Lake City, che dello Utah è la capitale e avrebbe le strutture per accogliere i tanti invitati o partecipanti alla rassegna, e poi Cincinnati, nel non distante Ohio, si è scelto di restare in montagna, ma cambiare Stato, optando per il Colorado e la città di Boulder, a nord di Denver. La dimensione del centro è ben diversa. Forse il luogo non è noto a tutti i lettori ma parliamo di una città universitaria di oltre 100mila abitanti, sede della University of Colorado at Boulder, il principale college dello Stato. Il Festival mantiene la sua vocazione di manifestazione tenuta lontano dai principali circuiti del cinema statunitense ma trova una cornice più adatta a contenerlo. Dal 2027, dunque, Sundance avrà una nuova casa.

Secondo Ebs Burnough, il presidente del consiglio di amministrazione del Sundance Institute, la no profit che gestisce e organizza la rassegna, Boulder è un luogo ideale per costruire il futuro dell’evento. Amanda Kelso, sua collega e amministratrice delegata della stessa associazione, ha sottolineato come una città universitaria ricca d’arte e tecnologia, nonché incastonata tra le montagne, sia la location ideale per accompagnare il Sundance Festival verso un avvenire di primo piano assoluto, non più soltanto nel panorama indipendente, bensì all’interno dell’intero settore cinematografico.

In merito al cambio di sede, anche il creatore della kermesse, Robert Redford, ha voluto dare una motivazione, affidando il suo pensiero a una lettera scritta di proprio pugno e ricondivisa sulle principali testate di settore:

“Ho fondato il festival con l’impegno di scoprire e sostenere artisti indipendenti. Abbiamo creato qualcosa di straordinariamente speciale e unico. Ma il cambiamento resta inevitabile. Non smettere di evolverci è stata la chiave della nostra sopravvivenza. Questa mossa garantirà che il Festival continui il suo lavoro, sostenendo narratori innovativi e promuovendo il cinema indipendente. In questa maniera, continueremo a intrattenere e illuminare.”

L’importanza del Sundance Festival

Inevitabilmente, la scelta è stata immediatamente politicizzata. La sindaca di Park City, Nann Worel, fervente democratica, ha forzato un collegamento tra la decisione di portare il Film Festival in Colorado e quella, cui lei si oppone, dei repubblicani Trevor Lee e Daniel McCay (deputato il primo e senatore il secondo) di rimuovere la bandiera arcobaleno da ogni sede governativa dello Stato dello Utah, a qualsiasi livello. La proposta integrale, denominata House Bill 77, è una normativa in via di approvazione che rappresenta, a detta di Worel, uno schiaffo in faccia a un festival invitante, vibrante e inclusivo per sua stessa definizione. Difficilmente la sindaca poteva aspettarsi un appoggio da politici che considerano una rassegna di rilevanza mondiale come il Sundance un festival pornografico.

A Lee e McCray bisognerebbe ricordare che da Park City sono passate pellicole già immortali come Whiplash, Y tu mamà tambien, Get out e anche il debutto cinematografico di un regista che risponde al nome di Quentin Tarantino, Le iene. Accanto a queste, che sono probabilmente le più note, bisogna considerare le prime proiezioni di Manchester by the Sea, The Blair Witch Project, Un gelido inverno, El Mariachi e American Psycho.

Insomma, il Sundance Film Festival a Park City ha fatto la storia del grande schermo e la farà anche l’anno prossimo, quello della sua ultima edizione in Utah. Ogni appassionato di cinema auspica che continui lungo la medesima strada anche sotto un differente codice di avviamento postale. Dei retroscena politici, veri o presunti che siano, ci interessa molto meno. Specie in un’America come quella di oggi.

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