Cinema

Star Wars: il risveglio della Forza o della Corazzata Potëmkin?

15 Dicembre 2015

Ci siamo. Star Wars: Il risveglio della Forza arriva nelle sale. I cultori della trilogia di George Lucas (e anche di quella che, a distanza di una trentina di anni, ha voluto appiccicarci prima) sono finalmente accontentati. O forse no?

A raccogliere la sfida di risvegliare la Forza è J. J. Abrams, il Re Mida della nuova Hollywood, lo Spielberg dei nati dopo l’uscita di E.T. l’extra-terrestre. Capiremo nelle prossime ore se l’ideatore di Lost, regista di Super 8, rivitalizzatore di Star Trek e chi più ne ha più ne metta sarà riuscito nell’impresa di restituire la magia della saga per eccellenza o se finirà per rivelarsi il falso profeta che le torme di accoliti sono già pronte a crocifiggere sulla base dei primi trailer.

Intanto, però, qualcosa é già mutato nella galassia.

Non parlo del merchandising. Chiunque abbia vissuto gli ultimi dodici mesi sul pianeta Terra sa che la mitologia di Star Wars si può respirare (e comprare) dappertutto. Se le immagini del nuovo capitolo della saga sono state svelate con il contagocce, i gadget hanno invaso a tappeto i negozi di ogni ordine e grado. Farmacie incluse.

Questa, però, non è una novità. Accade a tutti i prodotti di intrattenimento degni di questo nome. Da grandi personaggi derivano grandi diritti di proprietà.

Il fatto rilevante è che Star Wars non è un franchise qualunque. Oltre i gadget c’è di più. Molto di più.

Il risveglio della Forza è innanzitutto il risultato di una nuova, invincibile e onnicomprensiva egemonia pop. All’uscita del primo capitolo, in una società lontana lontana, i film come Star Wars non erano considerati roba seria. E non era troppo serio nemmeno discuterne. Oggi, dopo qualche decennio di colonizzazione dell’immaginario collettivo, la pellicola del 1977 è custodita nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e l’uscita del settimo (o quarto?) film della saga ha oscurato la Cop21 di Parigi.

Star Wars è diventato una cosa seria. Per molti serissima. E le conseguenze possono essere devastanti.

Oggi, ad esempio, essere nerd è un imperativo categorico. La saga di Star Wars è una specie di grande palestra: chi non è iscritto e non si ammazza di addominali è perduto. Farne sfoggio nei social e non solo è un tratto indispensabile per avere una vita degna di questo nome. Un po’ come, negli anni ’60 e ’70, doveva essere commentare a caldo l’ultimo Fellini o interrogarsi sul significato di uno dei piani sequenza di Antonioni. Chiunque ambisse ad avere un briciolo di rilevanza nel mondo che conta era tenuto a farlo. Rispetto ad allora si è solo capovolta la prospettiva. La differenza è che oggi il cinema pop è anche d’autore. O forse ne ha preso semplicemente il posto. Perchè la cultura pop era più forte ed alla lunga ha sbaragliato la concorrenza.

In una parola, è cambiato il paradigma. Per dirla con l’economista Joseph Schumpeter, l’innovazione è il frutto maturo della “distruzione creatrice”. Arriva sempre il momento in cui lo status quo viene messo in discussione, vacilla e poi cade sotto la spinta degli innovatori. Gli stessi innovatori che condividono con le proprie vittime un identico destino: diventare a loro volta, presto o tardi, la norma.

Oggi Star Wars è diventato molto di più che la norma: è un Impero. Rispetto ai giorni in cui nacque, il paradigma si è definitivamente capovolto. Gli innovatori che lo partorirono – George Lucas in testa – hanno abbattuto un mondo. A quarant’anni di distanza, il risultato è che il mondo di oggi è in gran parte il loro e di chi ne ha raccolto l’eredità.

Resta solo un ultimo dettaglio, il più importante di tutti: i paradigmi sono fatti per essere abbattuti.

Potrà suonare strano dirlo proprio alla vigilia del film più atteso di tutti i tempi, ma forse il mondo è pronto per un nuovo cambio di prospettiva. Da qualche parte, l’Alleanza Ribelle è già al lavoro. Nuovi linguaggi e contaminazioni mai viste sono già nate. Si tratta solo di aspettare che escano dal bozzolo. E si impongano. A sperimentarle saranno nuovi ribelli, cresciuti nella pancia di un franchise che un tempo sembrava invincibile.

E chissà che un giorno – non oggi, forse nemmeno domani, ma presto, molto presto – a qualcuno non venga in mente di girare un film dove il protagonista si fa largo in una convention gremita di fan che si prendono molto sul serio, sale sulle spalle di una guardia imperiale di passaggio e, come un novello Fantozzi all’incontrario, urla: “L’ultimo reboot di J. J. Abrams è una cagata pazzesca!”.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.