Cinema
Short Term 12 e le difficoltà della crescita
Sono passati 7 anni dall’uscita di questo bel film di Destin Cretton. Un film che vede la partecipazione di attori ancora in crescita come Brie Larson, John Gallagher e Rami Malek.
Eppure quello che c’è da dire è che Short Term 12 sarà sempre una di quelle pellicole che racconteranno un certo tipo di disagio, quello adolescenziale, mettendoci insieme quello della crescita e dell’insorgere, prepotente, dell’età adulta.
Short Term 12 è un luogo isolato, una specie di territorio neutrale, che divide ragazzi problematici da quella che è la vita reale. Una sorta di istituto gestito da giovani operatori che hanno il loro bel da fare nel gestire crisi di identità, paure e insicurezze di giovani strappati a situazioni orribili, di cui sembra impossibile parlare se non attraverso le conseguenze comportamentali che si manifestano in eccessi di ira, tentate fughe, camere distrutte e giochi fin troppo violenti.
Tra i giovani che si trovano ogni giorno a gestire questa sorta di problematici “fratelli minori” c’è anche Grace, una giovane Brie Larson che sembra avere la situazione sotto controllo. Al suo fianco troviamo Mason nel ruolo di fidanzato ma anche di operatore nello stesso centro per minori, con cui ben presto dovrà confrontarsi una volta scoperto di aspettare un bambino.
Sarà l’arrivo di Jayden a mettere Grace a confronto con il proprio passato, scoprendo di avere le stesse paure dei ragazzi con cui interagisce ogni giorno. Non basterà Mason a rassicurare la sua vita, quanto una ritrovata consapevolezza di sé che per molto tempo aveva mascherato da autonomia e sicurezza. Jayden è l’alter ego di Grace, esse troveranno nella difficile convivenza la scoperta dei valori della comprensione e della genitorialità.
Guardando il film si vengono a conoscere molte più cose nei silenzi, nelle parole non dette, nei sguardi che non nei dialoghi che, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi, sono sempre molto sintetici e ridotti all’osso. Eppure quello che ne viene fuori è un bellissimo racconto corale che a tratti scende nella commedia e a tratti sprofonda in una drammaticità claustrofobica gestita in una piccola casa, fatta di piccole stanze in cui ogni ospite della struttura passa il suo tempo quando non ci sono i momenti ricreativi o le analisi di gruppo. Al centro di tutto vi è la crescita, quell’istintiva necessità di costruire il proprio futuro dimenticando il passato o almeno rendendosi consapevoli delle proprie capacità nel poter creare una nuova stabilità emotiva e sentimentale.
In tutto questo gli occhi di Brie Larson, i suoi gesti e le sue parole diventano una storia dolce amara che completa le storie dei ragazzi, talvolta madre, talvolta sorella, Grace ha un ruolo fondamentale per la vita di ognuno, anche di Mason, che non smette di provare a comprendere cosa si nasconda dietro il viso corrucciato dopo una giornata di lavoro.
Short Term 12 fa riflettere, sicuramente, ma fa anche sorridere, soprattutto se si cerca di approfittare dei momenti di gioia collettivi in cui sembra quasi di far parte del “gruppo”. Chiariamoci certe difficoltà sembrano insormontabili, si sentono urla, pianti, si vedono scene talvolta insostenibili, ma ci si rende ben conto che non è possibile voltare lo sguardo alla violenza e allo smarrimento. Fate attenzione a una cosa, osservate le mani, come riescono a guarire le ferite, a dire addio, ad accogliere, a rassicurare anche chi sembra aver perso la strada.
Film consigliato, lo trovate su Mubi, sottotitolato, forse ancor più bello da vedere in lingua originale per il lavoro fatto da attori ancora sconosciuti ma con un’espressività davvero invidiabile.
Short Term 12
d Destin Cretton
con Brie Larson, John Gallegher Jr, Rami Malek
USA, 2013
genere, drammatico
durata, 97′
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