Cinema
2 pensieri su Stranger Things
Vorrei scrivere giusto due cose #2 sulla serie dell’estate: Stranger Things.
Di solito per tempo poco e voglia ancor meno, seguire l’hype passeggero non mi va, non tanto per puzza al naso, ma perché spesso è immotivato. Finisci a perdere ore dietro cazzate.
Stranger ha colto la mia attenzione per la colonna sonora, un mix di rock n’ roll anni 80 decisamente figo che ha scatenato la mia immaginazione. Davvero. Potersi vedere una serie tv con una colonna sonora del genere, fuori dalle solite canzoncine folk o mielose, carine, che mettono per suggellare i momenti toccanti, mi ha mandato in libidine.
Bene, queste canzoni scopri poi sono solo accennate a pezzettini, tranne un certo pezzo dei Clash funzionale alla storia (non dico, #nospoiler).
La serie originale Netflix (grazie!) ti prende per altro:
1_ è una serie estiva, scorre in crescita costante. Parte piano e sale di episodio in episodio.
_ finalmente non è né totalmente zucchero né una vera tragedia. Il grande di realismo raggiunto dalle serie negli ultimi 10 anni è buonissimo, ma delle volte davvero una presa a male. Stranger bilancia momenti bui e momenti chiari sapendo coinvolgere tante sfere emotive.
_ è la citazione vivente degli anni 80, non sto nemmeno qui a dirle perché sono troppe. Solo, le sensazioni che mi dà sono un mix fra Ritorno al Futuro ed ET, proiettato sul cabinato della sala giochi del paese.
_ il punto 3 è anche il suo limite. Prende immaginari di 30 anni fa e li rimodella in HD odierno. Molte produzioni attuali sono la versione in alta definizione di input passati: Future Vintage.
2_ per questo Stranger è rassicurante: ti fa sentire a casa per una prima serie. Mai scontata, mai banale. Ti sta attorno come un telo marre post bagno, un Oki nell’after, una coperta se fa freddo (potrebbe funzionare anche d’autunno).
_ la colonna sonora score, quella originale, è un tributo all’elettronica anni 80, da Carpenter a Moroder, a Tron.
Buona visione!
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