Cinema
Perfetti sconosciuti: alzi la mano chi non ha segreti
È una commedia ironica e amara insieme Perfetti sconosciuti, il nuovo film di Paolo Genovese. Sette amici si ritrovano a cena da una coppia del gruppo. Ci sono il vino, le buone pietanze e un’eclissi lunare. Le chiacchiere sono le solite: per lo più commenti sulle vite altrui, frasi pronunciate centinaia di volte. Sembra non ci siano segreti tra i protagonisti: nessun’ombra a turbare un’apparente serenità, nessuno scandalo da gettare in pasto ai pettegoli. Tutto procede secondo il copione: Bianca (Alba Rohrwacher) fa sapere che lei e Cosimo (Edoardo Leo) stanno provando ad avere un figlio, Carlotta (Anna Foglietta) si lamenta di una vita matrimoniale senza più slanci e Rocco (Marco Giallini) snocciola le ultime trovate del padre di Eva, sua moglie (Kasia Smutniak). Finché Eva propone un gioco: tutti i presenti dovranno riporre i cellulari al centro del tavolo. Chi accetta la provocazione, acconsente di condividere con i commensali ogni messaggio, ogni whatsapp, ogni telefonata, perché i segreti si celano nei telefoni, scatola nera dell’esistenza di ogni essere umano moderno. Neanche a dirlo: saltano fuori tresche virtuali e reali, sensi di colpa, improbabili amicizie con ex fidanzati, sedute di analisi inconfessate, con un finale inaspettato e parecchio evocativo. La trama si srotola tutta in una stanza, intorno ad un tavolo. I dialoghi sono serrati, le battute stemperano le tensioni e fanno sorridere lo spettatore, rendendolo partecipe di discorsi e situazioni comuni alla maggior parte delle persone. La domanda che il film solleva è questa: vale la pena essere sempre sinceri, anche a rischio di ferire le persone amate? Dal punto di vista del regista, probabilmente no, specie se il risultato finale è compromettere amicizie ventennali e famiglie. L’ossessione per il cellulare viene declinata come una via di fuga verso qualcuno che non diciamo di essere, verso una parte di noi che potrebbe sconvolgere chi ci sta accanto. Il silenzio ha un prezzo, ma anche una confessione inattesa nel bel mezzo di una cena, al chiaro di luna.
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