Cinema

Modern Love

24 Luglio 2020

L’amore dei tempi moderni non è altro che una solitudine condivisa. Ci raccontano questo gli otto episodi della serie diretta da John Carney, basata su Modern Love, rubrica del New York Times che ogni venerdì, da quindici anni, raccoglie i racconti dei cuori spezzati e rianimati di lettori anonimi ed appassionati.

Modern Love

E’ un sentimento che vive di sottrazione per trovare il proprio appagamento, come ci spiega il primo episodio in cui una giovane single decide di cambiare vita lasciandosi alle spalle la città che più ama con i suoi uomini inutili.

E’ un’emozione che non osa mostrarsi in tutte le sue sfaccettature, convinta che svelando soltanto la parte migliore di noi si possano far funzionare le cose: non c’è bisogno di essere bipolari come Anne Hataway, è un inganno che ciascuno ha sperimentato almeno una volta…

You can’t show only one part of yourself to someone. That’s Hollywood. And it’s beautiful . But it can’t last.

E’ un’idea vana, che vive del riflesso di ricordi passati, di amori platonici e mai realizzati, costringendo i nostri corpi in relazioni insoddisfacenti nel loro essere ancorate al presente mentre i nostri pensieri volano altrove…

The love we had in our past- unfinished, untested, lost love-, seems so easy, so childish to those of us who choose to settle down. But actually it is the purest, most concentrated stuff

Se c’è una cosa che gli Americani sanno fare bene, è trattare argomenti complessi col tocco disarmante della superficialità, per cui una coppia di gay, di cui uno afroamericano, che ospita nel proprio appartamento una homeless che si dà il caso essere la madre del figlio che hanno deciso di adottare, è il quadro famigliare più normale del mondo perchè del resto siamo a New York, gli appartamenti sono tutti da rivista ed ogni anelito di felicità o di dolore sembra uscire da noi che dal piccolo schermo vediamo la rielaborazione cinematografica di alcuni pezzi delle nostre vite. E’ proprio questa leggerezza che riesce a farci commuovere e riflettere anche con la consapevolezza di aver visto una commediuola diluita in pillole da trenta minuti ciascuna.

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