Cinema

Messaggio di pace e libertà per le cineaste iraniane

23 Gennaio 2020

Colleghe iraniane,

le notizie che arrivano in questi giorni ci chiamano in causa come donne e come professioniste. Siamo un gruppo formatosi di recente cui aderiscono oltre 7000 lavoratrici del cinema italiano.

Da amanti della settima arte conosciamo bene la storia di relazioni proficue che autori e autrici dei nostri paesi da tempo hanno stretto, arricchendo enormemente entrambe le culture e contribuendo con le proprie opere a creare immaginari. Non possiamo quindi non essere preoccupate per l’intensificarsi delle tensioni nella regione e per le conseguenze che queste potranno avere sulle vostre vite quotidiane e sul vostro lavoro.

Ci manteniamo ben distanti dalle discussioni polarizzate che anche la nostra stampa ospita, convinte che l’unica vittoria sarebbe non combattere né subire nessuna guerra. Siamo certe che attraverso i film continuerete a renderci partecipi di quanto accade in Iran, e che il cinema non smetterà di essere una Fenfere [girandola] nella mano di chi crede nell’arte come resilienza.

Continueremo a farci guidare dalle vostre voci per meglio capire quanto accade, e vi promettiamo che le faremo risuonare nel dibattito pubblico italiano.

Ma questo è anche il momento di creare un ponte con le cineaste americane che come noi pensano che nessun muro debba più essere costruito e che allo scontro si possa sostituire lo scambio.

Ci sono già state manifestazioni per la pace in più di ottanta città americane e anche ai Golden Globes si è potuto ascoltare un grido di libertà. A chi ci vuole in conflitto risponderemo mostrandoci unite e riconoscendo i percorsi di ognuna.

Siete con noi?

*

Dear Iranian colleagues,

The news we receive these days do call us into question as professionals and as women. We are a recently formed group of over 7000 women working in the film industry in Italy.

As lovers of the Seventh Art, we are aware of the history of close and fruitful relationships that the authors of our countries have established a long time ago, deeply enriching both cultures and contributing with their works to create imaginaries.

We can’t but being extremely worried by the intensified tensions in the Region and for the consequences of these, impacting on your daily life and work. We want to be equally distant from any polarised discussion which we can read on Italian media, as we believe that the only real victory should be not to fight any war.

We know that through films you will keep us part of what’s going on in Iran, and that Cinema won’t stop being a pinwheel in the hand of those who believe that Art also means Resilience.

We will keep being led by your voices, in order to better understand what is happening there, and we promise you that we will make them visible in our local public debate.

But this is also the moment to create a bridge with American female filmmakers who, like us, believe that no more walls shall be built, and that we can foster fruitful exchanges rather than fight each other.

There have already been demonstrations for peace in more than 80 American cities, and a cry of freedom has also been heard during the Golden Globes. To those who want us in conflict, we will respond by showing that we are together,  acknowledging everyone’s path.

Are you with us?

*

 

 

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