Cinema

“Matera 15/19” – la serie: quattro anni alla sfida della cultura

13 Ottobre 2016

Le attese, le speranze e i cambiamenti di una città che, da fanalino di coda d’Italia, si accinge a rappresentare la cultura del nostro continente, documentati dalla penna e dalla cinepresa di tre registi cosentini in quattro puntate e nell’arco dei quattro anni che separano Matera dall’appuntamento del 2019. Loro sono Fabrizio Nucci, Nicola Rovito e Alessandro Nucci, e insieme formano la Open Fields Productions, società di produzione cinematografica calabrese, che ha già all’attivo la realizzazione di una notevole mole di lavori, quali cortometraggi, lungometraggi, documentari, spot pubblicitari, videoclip musicali, oltre al mediometraggio “La Notte Prima”, presentato durante la 72° Mostra del Cinema di Venezia.

Oggi raccontano a Gli Stati Generali la scelta di dar vita ad un progetto originale e controcorrente, che parla la lingua di un Sud diverso, e molto più aperto di quanto si pensi. Un Sud che accoglie e abbatte i muri, di contro alle barriere erette dalla restante parte di un’Europa soltanto a parole più emancipata. E dove è possibile fare innovazione, restando.

 

Cos’è “Matera 15/19”?

Fabrizio: Anzitutto è una serie. Il progetto è strutturato per svilupparsi nell’arco di quattro anni, durante i quali racconteremo il nostro viaggio in Basilicata attraverso i punti di vista di diversi protagonisti: una famiglia materana, uno straniero che vive a Matera, una persona di quel capoluogo che è costretta ed emigrare e un materano di origine che vive all’estero e che non è mai stato nella Città dei Sassi. I personaggi svilupperanno le loro storie attraverso quattro differenti episodi, per conoscerci reciprocamente nel 2019 in occasione dell’apertura degli eventi di Matera Capitale europea della Cultura. Abbiamo concepito la nostra narrazione come il più oggettiva possibile, per raccontare non solo le storie dei protagonisti principali, ma anche di ciò che avviene intorno. Di come, quindi, un territorio si appresti a vivere il 2019 e di quanta aspettativa tutto il Meridione riserbi verso quell’evento. Un Sud che ha voglia di riscattarsi ripartendo dalle proprie origini, di far conoscere al mondo le sue profondità storiche e antropiche e di dimostrare all’Europa dei muri che la cultura e l’integrazione sono la chiave per una vera rinascita valoriale ed economica.

 

Cosa spinge una casa di produzione calabrese a dedicarsi a un progetto sulla Lucania? 

Nicola: Come abitanti di uno dei territori che confinano con la Basilicata, la Calabria, c’è venuto spontaneo sentire l’esigenza di raccontare ciò che sta avvenendo intorno a noi. Alla luce della proclamazione di Matera a Capitale della Cultura 2019 abbiamo avvertito la possibilità che nei prossimi anni qualcosa si risvegli realmente nelle coscienze di noi popoli del Sud; e che questa rinascita possa materializzarsi in azioni concrete di valorizzazione del territorio. L’occasione del 2019 è oggettivamente di importanza e risonanza internazionale, poiché si innesta in un momento storico in cui le connessioni tra individui sono più favorite in maniera virtuale che nella vita reale, dove regna ormai la diffidenza, la paura, il protezionismo culturale. Ma la cultura è, anzitutto, condivisione, apertura e confronto. Valori, questi, che è ancora facile ritrovare nei piccoli borghi del Meridione dove, nonostante il progressivo spopolamento, la necessità di preservare il racconto delle proprie tradizioni convive con armonia con la volontà di aprirsi al mondo. E “Matera 15/19” vuole riavvicinare tutti coloro che si sono allontanati dai propri luoghi d’origine, comunicando loro che un’alternativa è possibile, che non sempre bisogna emulare le culture lontane per stare al passo con i tempi ma, anzi, si può essere innovativi e vincenti anche sottolineando il valore della terra che calpestiamo ogni giorno, sia essa Lucania o Calabria.

 

Modalità crowdfunding: quali le ragioni di una scelta tanto inconsueta? La sua efficacia è stata già collaudata oppure la sperimentate per la prima volta?

Alessandro: Abbiamo scelto, insieme ad altre modalità più classiche, di coprire parzialmente i costi di produzione del documentario con una campagna di crowdfunding sul portale Eppela.com. L’iniziativa è nata, anzitutto, con lo scopo di creare un coinvolgimento diretto dal basso, consapevoli che sentirsi parte di un progetto fin dalla sua costruzione può aiutare gli spettatori di domani a capirne da subito le intenzioni e le modalità di lavoro, soprattutto nel nostro caso in cui il racconto è così legato al territorio e alla società. Inoltre, è per noi un modo per far conoscere a 360° i luoghi protagonisti del documentario. Difatti, sostenendo il progetto si otterranno diverse ricompense in “salsa lucana”: dal vino Aglianico del Vulture, all’olio extra vergine del tricaricese, biglietti per il Volo dell’Angelo, pernottamenti nei Sassi a Matera, ecc. Abbiamo già sperimentato la raccolta fondi online in occasione della realizzazione del nostro ultimo lungometraggio “Scale Model”. In quel caso, la campagna si concluse con successo. Ci auguriamo di fare lo stesso con “Matera 15/19”!

 

Nutrite aspettative particolari sull’esito dell’operazione, o si tratta di un processo completamente in divenire?

Nicola: Le aspettative sono molto alte, anzitutto sul crowdfunding, che contiamo possa creare un massimo coinvolgimento; poi, su tutto il primo episodio del documentario, che verrà completato entro la fine dell’anno; ma, in generale, su ciò che significa già oggi Matera 2019 e su quanto potrà rappresentare con decisione e spessore l’esigenza di un cambiamento che allontani definitivamente il Sud dalla costante identificazione con la Questione meridionale.

 

Matera è pronta ad affrontare la sfida?

Fabrizio: Matera è una città che ha dimostrato nella storia di poter ottenere tanto e raggiungere risultati altissimi. Basti pensare che l’attuale capoluogo coincide con uno dei più primordiali insediamenti umani e come, nel corso dei millenni, la comunità che l’abita abbia già affrontato sfide immani. Tra le più recenti, riuscire a scalciare la fama di “Vergogna d’Italia” e diventare attualmente meta turistica in costante espansione. Anche a livello di grandi eventi, Matera ha dimostrato di riuscire a gestirli senza troppi effetti collaterali: da grosse produzioni cinematografiche americane che hanno girato i propri film in quei luoghi, a imponenti concerti di capodanno in piazza, a visite (seppur contestatissime) di Presidenti del Consiglio. Certo, tutto è migliorabile, tanto si discute di “ferrovia sì, ferrovia no” nel capoluogo lucano. La sfida e il compito assegnati alla città non sono facili e ci si gioca tanto. Ma noi siamo lì per questo motivo: raccontare da vicino come Matera, la Basilicata, il Sud reagiranno a quell’evento e se metteranno in campo tutta l’intraprendenza e le capacità che caratterizzano i nostri popoli da sempre.

 

La descrizione che Carlo Levi fa della Lucania negli anni del confino ad Aliano e riportata all’interno del “Cristo si è fermato ad Eboli” restituiscono una realtà arcaica ed immobile, dominata dall’assenza dello Stato e popolata da contadini fermi in un tempo che sembra non scorrere mai. Oggi quel tempo è superato, ma la Basilicata e il suo capoluogo conservano ancora alcuni di quei tratti che ne determinano ricchezza storica e fascino. Vedremo questa duplice faccia della Basilicata in “Matera 15/19”?

Fabrizio: Il racconto che “Matera 15/19” farà dei territori lucanipermetterà di collezionare moltissimo materiale video e testimonianze, con lo scopo non solo di rappresentare le trasformazioni del territorio dal 2015 al 2019, ma anche di comunicare tutto ciò che è stata la Basilicata da ieri ai giorni nostri. Siamo quel che siamo anche e soprattutto per quello che siamo stati. Raccontare, dunque, la storia recente di quella regione è stato uno degli elementi portanti nello sviluppo del progetto. E ciò avverrà attraverso la documentazione di alcuni degli eventi più tradizionalistici del territorio, come il Maggio di Accettura e la Madonna della Bruna di Matera (feste popolari ultra centenarie), ma anche grazie all’esperienza riportata con la propria voce da alcuni dei protagonisti degli ultimi decenni di storia lucana. Tra questi, Mario Carbone, noto fotografo (anche lui di origini calabresi) che accompagnò il suo amico Carlo Levi nell’opera di conoscenza ed approfondimento delle peculiarità del Sud; e che in “Matera 15/19: Episodio I” ci racconta del momento in cui l’intellettuale al confino lo esortò a raggiungerlo in Lucania in compagnia della sua immancabile macchina fotografica.

 

Lanciate uno spot: sostenete il nostro progetto perché…

Fabrizio, Nicola e Alessandro:… perché speriamo di riuscire a dar vita ad un racconto importante e di ampio respiro, profondo e significativo. Qualcosa che possa davvero dar voce a chi sente che un Meridione, un’Italia, un mondo diverso sono possibili. Ma siamo una piccola realtà produttiva e ora abbiamo bisogno del vostro aiuto per concludere la realizzazione del primo episodio della serie. Vogliamo che diventiate protagonisti insieme a noi di un percorso che, ne siamo convinti, è solo l’inizio di una rinascita definitiva dei nostri tanto amati quanto martoriati territori.

 

 

CROWDFUNDING su Eppela.com

 

PER ULTERIORI INFO CONSULTA LA PAGINA FACEBOOK: Open Fields Productions

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