Cinema
“L’inganno”, il nuovo film di Sofia Coppola
Un giorno una ragazzina va nel bosco a cercar funghi, e con sua grande sorpresa trova sotto un albero un caporale nordista ferito (ci troviamo in America durante la Guerra di Secessione); spinta dalla sua bontà d’animo, la ragazzina decide di aiutare il caporale e lo accompagna al collegio femminile presso il quale vive… Questo è l’incipit de L’inganno, il nuovo film scritto e diretto da Sofia Coppola, uscito la scorsa settimana nei cinema italiani.
Presentato al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il premio per la miglior regia, L’inganno è il remake di un vecchio film di Don Siegel, La notte brava del soldato Jonathan (orripilante versione italiana del titolo originale The beguiled che è anche il titolo originale de L’inganno, entrambi i film sono tratti da un romanzo di Thomas P. Cullinan): se nell’opera di Siegel il caporale è interpretato da Clint Eastwood, nel film della Coppola c’è Colin Farrell nei panni del militare che piomba inaspettato nel collegio abitato da otto donne – una rigida e risoluta direttrice, un’infelice e debole insegnante e sei fanciulle – che vivono isolate nel loro piccolo universo vicino e al tempo stesso lontano dalla guerra, che di tanto in tanto si materializza sotto forma di colpi di cannone e colonne di fumo in lontananza e di gruppi di soldati che passano vicino al collegio. Il tran-tran di questo universo tutto al femminile viene completamente stravolto dall’arrivo del caporale, che viene accolto e curato; la sua presenza stimola e turba le emozioni delle ospiti del collegio, soprattutto quelle delle adulte (la direttrice, l’insegnante e anche la più grande delle fanciulle, interpretate rispettivamente da Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning), facendo vibrare dentro di loro tensioni e pulsioni che erano sopite e frustrate da tempo. Sia le adulte sia le fanciulle fanno a gara a farsi belle per fare colpo sul caporale, il quale non disdegna queste attenzioni dando anzi forza ad esse, giocando a fare il gallo nel pollaio; arriva a dichiarare all’insegnante il suo amore per lei, ma ciò non porta automaticamente all’esclusione delle altre… La situazione precipita proprio quando il caporale fa la sua “scelta”, e da questo momento in poi le cose per lui peggiorano terribilmente, fino ad arrivare alle estreme conseguenze.
In conclusione si può affermare che L’inganno è un film interessante, ben girato e ben fotografato (il direttore della fotografia è il francese Philippe Le Sourd, che ha lavorato tra gli altri con Wong Kar-wai, Gabriele Muccino e Ridley Scott); in questo film le frustrazioni emozionali e sessuali delle protagoniste, le loro invidie e gelosie reciproche e i comportamenti di un uomo che agisce da maschio alfa del branco si mescolano e danno vita a una situazione esplosiva, dalla quale non può nascere niente di buono: l’amore non trionfa, e il protagonista passa dal ruolo di maschio alfa a quello di vittima, mentre la guerra va avanti al di fuori di questo piccolo, ovattato universo tutto al femminile, che prima accetta e poi rigetta l’elemento maschile estraneo, inizialmente accolto come una ventata di piacevole novità per poi essere respinto come un pericoloso nemico da abbattere.
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