Cinema
Le divine visioni di Casaccia, critico cinematografico controcorrente
Arriverà nelle librerie il 2 novembre “Divine divane visioni”, una guida non convenzionale al cinema, di Filippo Casaccia aka Dziga Cacace, edito dalla bolognese Odoya.
Con la prefazione Mauro Gervasini (Film TV) e la postfazione Giorgio Gherarducci (Gialappa’s Band), il libro contiene anche le interviste ai critici Morando Morandini e Claudio G. Fava.
Quando ancora Netflix non esisteva, e i film si guardavanoin videocassetta, quello che poi diventerà uno degli autori di programmi tv come Le Iene e Masterchef si sbomballava di visioni più o meno notturne, assidue, assolutamente incoerenti. Poi nel buio della sua cameretta si metteva a scriverne.
Dapprima fogli volanti donati brevi manu agli amici, poi una mailing list, poi pubblicate su Carmillaonline.com, “le Divine divane visioni” di Filippo Casaccia aka Dziga Cacace sono una sorta di culto sotterraneo per tutta una serie di “eletti a loro insaputa”.
Il più spregiudicato e rutilante dei (non) critici riesce a infilare in un solo volume La sesta parte del mondo di Dziga Vertov, Toy Story di John Lasseter, Deus e o Diabo na Terra do Sol di Glauber Rocha, (Brasile 1964!) e Mangiati vivi! di Umberto Lenzi; Ecce Bombo di Moretti e il porno The Opening of Misty Beethoven (Henry Paris, 1976); Buffalo 66 di Vincent Gallo, Viale del Tramonto di Billy Wilder e Arrapaho di Ciro Ippolito…
L’unica regola delle recensioni divine e “divane” è che non ci sono regole, ovvero nessun appiattirsi sul già detto o il già scritto da altri: l’opinione del bifronte Dziga (serio) e Cacace (sbracato) è così personalistica (“mi sono addormentato”) da divenire vera e profonda. E se la Corazzata Potëmkin “NON è una cagata pazzesca”, alla fine del film di Nuti “il signor Quindicipalle sono io. E gonfie”.
La cosa veramente incredibile di questo fuoco di fila di stringate recensioni (dalle 600 alle 2000 battute circa) è che Casaccia ha un acume particolare e a volte in poche pennellate, la metà delle quali buttate giù in dialetto genovese, spiega il senso intrinseco di film incomprensibili per i più.
La consacrazione fatta in forma di inserti gli arriva da tre nomi particolari: Morando Morandini che compare in un’intervista unica, inedita e delicatissima che verte sul senso stesso del fare critica cinematografica; Maurizio Gervasini, direttore di Film TV che dalla prefazione commenta “la schiettezza del Cacace a volte provoca più invidia che rabbia. Per dire: la recensione di Bus in viaggio di Spike Lee inizia cosi: ≪Dio che ciofeca≫. Lo penso anch’io ma non so se avrei potuto scriverlo”; e del suo conterraneo Claudio G. Fava, anche lui intervistato.
Un po’ entertainment, un po’ guida di orientamento per folli spettatori prevalentemente sonnambuli, il libro delle divine divane visioni si candida a oggetto di culto… quantomeno in tutti i cineforum di Genova e provincia.
Filippo Casaccia, genovese classe 1969, è autore televisivo (Le Iene, MasterChef, Gialappa’s Band) dal secolo scorso. È inoltre redattore da nove anni della webzine Carmilla dove, sotto lo pseudonimo Dziga Cacace, scrive di cinema e musica. Per un decennio è stato columnist del mensile Rolling Stone curando la rubrica “Hard Rock Cafone” ed è tra gli sceneggiatori del film Fame chimica, presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 2003.
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