Cinema
La corrispondenza di Tornatore: se l’amore vive ossessivamente di parole
“Non riesco a credere che non possa più ascoltare le parole che mi hai rivolto…e che io stupidamente ho rifiutato…”
Le parole, le affinità elettive, l’insano ma comprensibile desiderio di sopravviversi, le fragilità umane, la comunicazione, l’amore come lo diceva Marquez, ossessionato dal fascino delle giovani donne. Sono solo alcuni dei temi de La corrispondenza, il nuovo film di Giuseppe Tornatore. Una pellicola che sta dividendo il pubblico e non sta convincendo tanti. È un film intrigante, cervellotico, molto più estetico de La migliore offerta, ma altrettanto allegorico, a tratti torbido. Nessuna azione. Un film di suggestioni, di smanie, incentrato su una storia amorosa per niente popolare, nella quale non tutti riusciranno ad immedesimarsi. Dovrete essere malati di storie, di verbi, di visioni, di bellezza. Dovrete riuscire a credere all’impalpabile, togliendovi dalla testa la narrazione realista e sognante di Nuovo Cinema Paradiso. Le colonne sonore, ancora una volta del maestro Morricone, seguono il ritmo di una storia che si svela progressivamente. L’atmosfera incorporea è favorita dai luoghi, tra i quali una meravigliosa location: l’isola di San Giulio, sul Lago d’Orta. Un film d’autore, drammatico, conturbante.
Amy Rian (Olga Kurylenko) è una studentessa di astrofisica fuori corso. Oltre a studiare, si dedica al cinema: si presta a scene estreme, spesso rischiose e i registi la prediligono per questo. Amy è innamorata di Ed Phoerum (Jeremy Irons), un brillante e rispettato professore, che a sua volta la ama. Si conoscono ad una conferenza, stanno insieme per anni, ma senza condividere la quotidianità. Ed è sposato, viaggia tantissimo per l’Europa, ricerca la solitudine. È un uomo profondo, romantico, ironico. Amy è bellissima, determinata, in balia di lui. Nasconde segreti familiari inconfessati, scappa da sua madre e dalla sua infanzia. Ed è tutto, Ed è tutti.
Amy ed Ed comunicano di continuo: messaggi, video, email. Parole, parole, parole. Un frasario personalissimo, impenetrabile, il loro. Non si vedono per mesi e non fanno che inseguirsi, ovunque, in ogni momento. Amy non si stacca dallo smartphone, ha un bisogno viscerale delle parole di Ed. Quando Ed e Amy si vedono, si ritrovano a Borgo Ventoso, il loro buen retiro. Finché un giorno, all’università, si viene a sapere che il professor Ed Phoerum è morto. Per Amy è un colpo terribile, che la getta nello sconforto. Eppure, qualcosa non torna. I messaggi di Ed continuano, mentre si fanno largo tra gli eventi diversi dubbi. Cosa è stato di Ed e com’è possibile che il canale comunicativo con Amy sia sempre attivo? La scoperta è un continuo andirivieni tra passato e presente narrativo. La matassa da districare non riguarda solo la misteriosa dipartita del professore, ma anche un legame, una concezione dell’amore, che hanno in sé qualcosa di cosmico.
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