Cinema

Jim Jarmusch – I Morti Non Muoiono, viaggio nell’horror condizione moderna

22 Giugno 2019

Jim Jarmusch lascia da parte lo zombie movie classico, sia chiaro. È un viaggio, il suo, il nostro, dentro la società moderna. Jim utilizza lo zombie citando Romero e gli slasher 70’s (la mannaia) raccontando il consumismo che arriva al suo massimo, oggi, tanto da andare a cambiare le sorti del pianeta facendo fracking ai poli (sensibilizzazione sull’inquinamento e le stronzate politiche annesse usate per non agire). I morti tornano a fare quello che gli ossessionava prima, dall’andare a bere vino scadente alla ricerca del Wi-Fi, e grazie a ciò, grazie ad un Iggy Pop “non morto” instant classic, si auto cita tramite il caffè riferendosi al film Coffee and Cigarettes.

Jim sembra, alla fine, dire: “non me ne frega un fico secco del darti un film, un horror movie tutto avventura, terrore e pallottole, è una pellicola sociale fantastica, ti attiro al cinema con la scusa degli zombie, che vuoi tanto, ma ti “sbatto” la mia visione del mondo e te lo dico anche in faccia!”.

I Morti Non Muoiono prende piede dalla classica cittadina alla Twin Peaks, dove il mistero sospeso la fa da padrone, ci metto dentro una serie di personaggi strani, tra cui una citazione diretta al Tarantino di lama, personaggio che funziona da osservatore oltre modo composto del casino locale. Lui e il vagabondo di Tom Waits sono la consapevolezza situata sempre al limite dell’esistenza.

Adam driver e Bill Murray sono gli uomini medi, senza tanti problemi accettanti la loro condizione, e Jim dimostra tutto il lato surreale della faccenda. Come la banale normalità sia filtro per l’eccesso senza senso delle persone considerate cool. Il film è (anche) un omaggio ai nerd, agli sfigati, a quelli che stanno dentro mondi paralleli vendendo scorrere la vita vera ma che sono più profondi della coolness appena citata. Questo è rappresentato in maniera palese dai personaggi interpretati dalla Gomez e RZA, i quali sembrano uno dei core della storia facendo però la fine che fanno.

I Morti Non Muoiono sfonda la cosiddetta quarta parete fin da subito, già citando la canzone omonima al titolo del cantante country Sturgill Simpson. L’unica pecca del film potrebbe essere il ritmo che a volte brevemente cala, ma è cifra di Jim, pensate ai tempi di Paterson. È lentezza per pensare, capire, comprendere. Queste pellicola è strana, atipica, va vista senza usare schemi precostituiti, e vi piacerà, eccome se vi piacerà.

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