Cinema
I film che tua madre non ha mai visto: 6) la farfalla sul mirino
I FILM CHE TUA MADRE NON HA MAI VISTO (E FORSE NEMMENO TU)
6) LA FARFALLA SUL MIRINO (S. SUZUKI, 1967)
Trama: Goro Hanada, il killer Numero 3 del Giappone e sua moglie Mami, arrivati a Tokyo in aereo, incontrano Kasuga, un killer riciclatosi come tassista. Kasuga, ansioso di tornare al suo “lavoro” originario, riesce a convincere Hanada ad assisterlo in una missione organizzata dal boss mafioso Michihiko Yabuhara. Il compito dei due killer è proteggere un cliente del boss nel tragitto tra Sagami Beach e Nagano. Dopo l’accordo tra i tre, Yabuhara riesce a sedurre la moglie dell’ignaro Hanada. I due killer nel frattempo raggiungono l’auto designata per la missione, ma all’interno del suo bagagliaio trovano un cadavere; liberatisi del corpo, caricano il cliente e si mettono in viaggio. Però, durante il tragitto, cadono in un’imboscata, organizzata da diversi uomini e capeggiata dai killer Numero 2 e Numero 4. Kasuga, in preda ad una crisi isterica accentuata dal suo alcolismo, si espone troppo e diviene un bersaglio del killer Numero 4; i due finiranno con l’uccidersi a vicenda. Hanada invece riesce a mettere in salvo il cliente dopo aver sterminato diversi sicari, tra cui anche il killer Numero 2. All’improvviso si presenta, davanti agli occhi del protagonista, Misako, una donna misteriosa che lo porta in salvo sulla sua automobile, sotto una pioggia torrenziale. Giunto a casa, Goro avrà un lungo rapporto sessuale con la moglie e si dedicherà alla sua ossessione più viscerale: annusare il riso bollito.
In seguito Yabuhara assume nuovamente Hanada per uccidere quattro uomini, di cui i primi tre sono: il custode di un ufficio, un medico oculista e un ricettatore di gioielli. Terminata con successo la missione, egli fugge su una piccola mongolfiera. Alla sua porta di casa appare Misako e lo convince a compiere l’impossibile missione di uccidere uno straniero in un lasso di tempo di una frazione di secondo. La missione infatti fallisce, perché Hanada, a causa di una farfalla che si era posata sul mirino del suo fucile, colpisce a morte la persona sbagliata. (Segue, fonte: wikipedia)
RECENSIONE: trama, aehm, trama…Ricordo di aver proiettato questo film diversi anni fa, in una delle mie gloriose rassegne, realizzate col sudore della fronte mia e di Stefania Galluccio . Fu l’unico film che lasciò interdetta la meravigliosa signora Lisi, una ottantenne sveglissima che veniva ogni martedì al cineforum e si era vista di tutto. E di tutto aveva apprezzato; ma questo no, questo film la mise in stallo. Perché? Perché il classico di Suzuki, il film per cui ancora oggi viene ricordato e che verrà proiettato a questa mostra di Venezia 2022 è come una farfalla. Prende il volo e vaga a piacere, cercando il nettare degli spettatori piu disponibili a lasciarsi andare al teatrino assurdo di questi criminali e femme fatale che, a dispetto delle regole dei personaggi (e questi sono i classici personaggi di tutti i noir del mondo) sono i sabotatori dei loro ruoli. Ciò che viene demolito dal regista a rigor di cliché narrativo viene trasformato in immagini di seducente bellezza come di feroce brutalita, sino al cupissimo ring in cui si svolge il finale. Stanze piene di farfalle in cui i due amanti intessono la loro relazione, sparatorie brutali, squallide periferie, il fato come manipolatore dei destini dei protagonisti. E in effetti, dopo che la farfalla si posa sul mirino del killer la storia deflagra via via nel delirio, senza coerenza apparente. Ciò che sembra illogico diventa logico in forza della messinscena. Allo spettatore non resta che arrendersi e seguire i deliri di onnipotenza e di morte. Talvolta si riesce ad assistere alle manifestazioni del caos e delle dinamiche di sopraffazione, volontà di potenza e inevitabilita della morte come affermatrice del Non Senso di ogni azione. Ma non siamo dalle parti di Godard de “À bout de souffle”. La decostruzione del linguaggio è meno estrema ma solo perché a Suzuki interessa la decostruzione filosofica delle certezze dell’Essere e del Controllo. E qui cas a a puntino il vero erede di Suzuki, quel Jim Jarmush che infatti realizzo un film apparentato con questo, sebbene privo del furore estetico e morale della Farfalla: “the limits of control”. Ed e proprio da questo film di Suzuki che Jarmush “ruberà” due scene: quella del passero che si posa sul fucile di Ghost Dog e sempre nello stesso film l’omicidio dal tubo del lavandino. Se vedrete questo film, che è unico, lasciate perdere la storia e accettate i…limiti del controllo.
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