Cinema

I David all’insegna di parità di genere e diversity: intervista a Piera Detassis

10 Maggio 2021

Domani 11 maggio su Rai1 si tiene la cerimonia di premiazione della 66ᵃ edizione dei Premi David di Donatello. La conduzione è affidata ancora una volta a Carlo Conti. Verranno assegnati venticinque Premi David di Donatello, più i David Speciali che sono stati già annunciati: Tolo Tolo di Luca Medici / Checco Zalone ha vinto il David dello Spettatore, Sandra Milo il Premio alla Carriera. David Speciali saranno assegnati a Diego Abatantuono e Monica Bellucci, mentre ad Anne di Domenico Croce e Stefano Malchiodi andrà il premio per il Miglior cortometraggio. A tre professionisti sanitari, Silvia Angeletti, Ivanna Legkar e Stefano Marongiu le targhe David 2021 – Riconoscimento d’Onore. Abbiamo intervistato Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano.

CZ: Come sarà questa edizione dei David?

PD: Abbiamo fatto e continueremo a fare un grande lavoro per diffondere al meglio le tante attività dell’Accademia del cinema italiano, che non è solo una serata di premiazione, ma un riferimento per tutte le professionalità del cinema. Ad esempio le masterclass con professionisti come Franco Valenziano, esperto degli effetti visivi e presidente dell’Associazione Effetti Visivi AVFX, e con Maestre del cinema come Lyda Patitucci (regista) Daria D’Antonio (direttrice della fotografia), Gaia Bussolati (supervisora VFX) e Claudia Panzica (coordinatrice di post-produzione), realizzate in collaborazione con Elle Active. E grazie ai critici della Commissione selezionatrice dei documentari, ossia Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Paola Jacobbi e Giacomo Ravesi, abbiamo offerto altre dieci masterclass (on line sul sito de La Compagnia) per far conoscere documentari e documentaristi. Le “Voci dei David” in cui i candidati si raccontano riprenderanno a breve, e faremo circolare all’estero i film candidati, per promuovere al meglio il cinema italiano di oggi.

CZ: Come lavorate durante l’anno?

PD: Con tutta la squadra, che ora è più giovane – e questo è estremamente importante per la parte digital – discutiamo il regolamento dei David, recentemente riscritto con tutte le componenti della filiera. Perché la premiazione deve essere un momento di riconoscimento per tante persone e professionalità. Quest’anno ci sarà per la prima volta il premio per il miglior arredatore. E lavoriamo con il Ministero dell’istruzione e con le scuole per avvicinare grandi professionisti e professioniste a studenti e studentesse.

CZ: Di cosa va più orgogliosa?

PD: Il lavoro cui tengo di più – preferisco dire così – è quello per la parità di genere. Di solito il discorso di genere viene affrontato in modo noioso, perché non si tratta affatto di sostituire le donne agli uomini. Più in generale, inoltre, la battaglia per l’affermazione delle minoranze è vitale per il nostro futuro così incerto. Dobbiamo poter godere del pensiero non conforme di tutti. C’è una cultura da riformare e nel mio mandato mi impegnerò per questo.

CZ: E la giuria?

PD: Ora c’è più equilibrio in giuria, perché per ogni uomo che entra, entra una donna, ovviamente con pari titoli. Anticipo solo che arriveranno novità importanti in tema di lavoro. Quest’anno c’è un record di registe nominate per i loro film, questo perché sono film davvero belli. Registi uomini ci hanno scritto e-mail perché vogliono valorizzare le voci delle donne, di solito meno ascoltate.

CZ: Come sta andando la ‘ripartenza’?

PD: Desidero ringraziare gli esercenti coraggiosi che hanno riaperto, anche se la riapertura è parziale. D’ora in poi sappiamo che dovrà esserci uno scambio virtuoso con lo streaming. In sala ci sono film bellissimi, che sanno raccontare di donne, inclusione e diversità. Penso soprattutto a Due di Filippo Meneghetti, Minari di Lee Isaac Chung e al ritorno in sala dopo vent’anni di In The Mood For Love di Wong Kar-wai.

CZ: Roma è capitale anche del cinema, ma ci si può formare adeguatamente anche altrove?

PD: È sempre un arricchimento poter frequentare una scuola di cinema nella propria città o nelle vicinanze, e ci sono anche opportunità disponibili on line. Però quasi tutti si trasferiscono a Roma e chi non lo fa spesso ha un altro sostegno. Roma non ha solo grandi scuole, ma offre anche indispensabili occasioni di networking.

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