Cinema
Hollywood
L’ultimo lavoro di Ryan Murphy, in uscita lo scorso primo maggio, era per me particolarmente atteso: non esiste nulla di meglio infatti che fare cinema raccontandone i retroscena. In un mix perfettamente riuscito tra personaggi e storie vere, vedi Rock Hudson e Scotty Bowers, e coprotagonisti e situazioni di fantasia, la serie Netflix rievoca l’epoca d’oro di Hollywood a metà degli anni ’40 dando un’idea completa di come sia davvero nata quella fabbrica che non ha mai smesso di produrre sogni a buon mercato.
Sembra di volteggiare per sette puntate in un valzer le cui note non perdono mai leggerezza e dolcezza, anche quando affrontano i grandi temi, più che mai attuali: non solo amicizia, amore, tradimento, vecchiaia, malattia e morte, ma, soprattutto, la parità di genere, la discriminazione razziale, l’omosessualità e, più in generale, la gender fluidity. Nella metaforica scalata della Hollywood Sign nella sigla, qual è il significato della scritta che sovrasta le colline più famose del mondo?
Per qualcuno quelle lettere significano riscatto, per altri affermazione, fatica, impegno, compromesso, attesa, disincanto, coraggio, speranza, o semplicemente tentativo, ma tutti noi vediamo soltanto una cosa:
I’d Like To Go To Dreamland
I’ll Take You There
A rincorrere questo riflesso collettivo con coraggio e spregiudicatezza, c’è un gruppo di giovani ambiziosi e di grandi speranze, capeggiato dai bellissimi David Corenswet, già visto in The Politician, e Laura Harrierche qualcuno ricorderà in BlacKkKlansmandi Spike Lee.
La realizzazione di una nuova pellicola è il nucleo intorno a cui le emozioni si fanno vive: da un lato ci entusiasma l’energia dei ragazzi che le danno vita, fino a farci piangere durante i loro discorsi alla notte degli Oscar come se fossimo noi su quel palco, dall’altro ridiamo di gusto alle battute migliori che, non a caso, sono affidate alla vecchia guardia, magnati dell’industria cinematografica, produttori, agenti o semplicemente attori al tramonto, che, proprio grazie a quelle preziose bobine, trovano l’entusiasmo perduto o l’occasione che pensavano non sarebbe più arrivata.
Perchè la cosa più straordinaria dei sogni è che ci rende tutti uguali, dandoci la certezza che il nostro grande momento arriverà, anche quando non ci speravamo più, anche se fingevamo di averlo dimenticato come se non lo stessimo più aspettando.
Il cinema ci fa sognare ad occhi aperti e per questo vorremmo che non finisse mai.
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