Cinema
Hollywood, anche gli attori innalzano le barricate
Non sono passati neppure dieci giorni dall’approfondimento sulla situazione degli sceneggiatori hollywoodiani in sciopero ma dobbiamo già tornare, sulle ali della forza delle parole, a occuparci della questione dei rinnovi contrattuali dei professionisti del cinema. Perché lo strike continua a oltranza, come ci si poteva attendere, e le fila si sono allargate. Ora non si tratta più soltanto di coloro i quali stanno dietro le camere da presa, sono infatti scesi in campo anche i loro colleghi che lavorano di fronte agli obiettivi: gli attori hanno deciso di affiancare autori e sceneggiatori nel loro sciopero contro gli studios.
L’evoluzione dello sciopero
La serrata è partita il 2 maggio, nel giorno successivo al cosiddetto Labor Day, la data nella quale gran parte del pianeta festeggia la Giornata dei Lavoratori, quando le associazioni di categoria di autori e sceneggiatori – che negli Stati Uniti funzionano come i nostri albi: se vuoi lavorare nel settore, devi farne parte – hanno comunicato ufficialmente la loro intenzione di incrociare le braccia, vista l’impossibilità di farsi ascoltare dagli studios e ottenere le misure contrattuali desiderate. La magnitudo dello sciopero è apparsa fin da subito considerevole, tanto che i paragoni con il big strike del 2007 – 2008, durato oltre 3 mesi, sono apparsi immediatamente evidenti.
La condizione di questi lavoratori infatti, per quanto strano possa apparire a un profano, non è affatto invidiabile. La maggior parte degli autori percepisce il minimo sindacale per il suo lavoro e non può godere appieno dei diritti d’autore sulle serie e le pellicole di nuova uscita. Dobbiamo infatti tener presente che quando fu redatto il nuovo contratto collettivo, proprio in seguito dello sciopero conclusosi nel 2008, lo streaming era ancora una tecnologia embrionale. Oggi invece la maggior parte degli spettatori lo predilige e si accomoda più volentieri in salotto che all’interno di una sala cinematografica.
Le contrattazioni restano ancora molto tese e non si registrano passi avanti significativi rispetto all’ultima volta che abbiamo dedicato la nostra attenzione a quanto stia accadendo in California. Gli attori erano apparsi fin da subito solidali con gli scioperanti, appoggiandoli sui social network e con dichiarazioni rilasciate ai media a margine di altre iniziative. Negli ultimi giorni, però, si assiste a una fase nuova del loro supporto.
Tutti sulla stessa barca
Il favore degli attori non è dovuto soltanto alla loro solidarietà nei confronti dei colleghi meno celebri. Anche il contratto collettivo di questi professionisti è infatti in scadenza. Per il prossimo 7 giugno è in programma un incontro tra le major, le etichette di streaming e la SAG-AFTRA, la sigla che riunisce gli interpreti del grande e piccolo schermo. Dal 2012, come ricorda l’agenzia di stampa ANSA, non esistono più né la Screen Actors Guild né l’American Federation of Television and Radio Artists, le quali si sono fuse nel nuovo sindacato chiamato secondo gli acronimi delle due realtà che lo hanno creato.
La sigla ha chiesto in questi giorni ai propri iscritti – parliamo di circa 160mila professionisti, tra cui le star hollywoodiane – di autorizzare un eventuale sciopero contro produttori e piattaforme, alla stregua di quello che stanno portando avanti, in maniera ufficiale e da già 15 giorni, gli sceneggiatori. Sul sito della SAG-AFTRA è stato aperto un voto online per chiedere a tutti gli iscritti di schierarsi a favore o contro la decisione di incrociare le braccia. Il comunicato che accompagna la votazione recita:
“In previsione del negoziato sul prossimo contratto televisivo e teatrale con l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, il consiglio nazionale SAG-AFTRA ha concordato all’unanimità di raccomandare ai suoi membri di votare per autorizzare uno sciopero. Un voto affermativo non significa per forza che ci fermeremo, ma consentirebbe al comitato negoziatore di indire subito lo strike qualora la contrattazione non dovesse rivelarsi soddisfacente.”
La precisazione è importante ma appare più una scelta di stile che di contenuto. L’iter di rinnovo appare infatti in salita anche per gli interpreti. Quando i delegati degli attori siederanno di fronte a colossi del cinema come Warner, Fox, Sony, Paramount, Universal, Disney, Netflix e Amazon lo faranno esigendo il massimo potere di contrattazione possibile. Qualora le major dovessero fare quadrato per far valere i propri interessi, come ci si attende, verrebbe immediatamente tolta la sicura all’arma dello sciopero, la più potente a disposizione della SAG-AFTRA.
Alla luce di queste prevedibili dinamiche, l’esito della votazione appare scontato: è più che probabile che la stragrande maggioranza degli attori si schieri a favore dello sciopero.
Crediti fotografici: Izayah Ramos su Unsplash
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