Cinema
Genius: storia di uno scrittore e del suo editor
Ci sono gli scrittori e ci sono gli editor. Uno scrive, l’altro lavora di cesello e forbici. Uno crea, l’altro pure, incalzando la storia, fino alla fine del libro. La narrativa pullula di leggende su editor strepitosi, senza i quali i successi di celeberrimi autori avrebbero conosciuto un’altra sorte. E proprio di un editor e di uno scrittore parla Genius, il film di Michael Grandage, da poco nelle sale. New York, 1929. Uno scrittore squattrinato di nome Thomas Wolfe (Jude Law) fa leggere il suo romanzo (una prosa arzigogolata e poetica, grandi pensieri sull’esistente e l’essere umano) a Max Perkins (Colin Firth), editor di Hemingway e Fitzgerald. Perkins resta ammaliato dallo stile di Wolfe, nonostante la ridondanza. A questo proposito, l’editor è risoluto: Wolfe dovrà lavorare sodo per tagliare centinaia di pagine dal manoscritto, seguendo indicazioni e suggerimenti. È l’inizio di un confronto intellettuale ed emotivo intenso, spesso burrascoso, che frutta bestseller stimati dai lettori e dalla critica. L’anima irrequieta di Wolfe si lascia domare dalla disciplina e dall’esperienza di Perkins. Cresce un’amicizia: se Wolfe corona il sogno di anni (pubblicare libri), Perkins ritrova un che di leggero nel tempo che passa con il suo pupillo. I giorni e le notti che editor e scrittore trascorrono spalla a spalla sono sottratti alla famiglia, agli amori sfumati a furia di non attizzarli. L’inaspettata fama di Wolfe fa il resto, fino all’epilogo. A soffrire della simbiosi tra lo scrittore e l’editor è Aline (Nicole Kidman), compagna di Wolfe e sua prima sostenitrice. Più Wolfe si immerge nei suoi testi, nella sua nuova esistenza, più Aline lo reclama. Ma il centro degli interessi del ragazzo è cambiato e il tempo che dedicava all’amata lo rivolge a se stesso e alla sua creatività. L’unica a comprendere Aline è Louise (Laura Linney), moglie di Perkins, ormai avvezza alla solitudine. Cresce i figli da sola, Louise, mentre l’editor dei geni avvera sogni e accende speranze di carta. Genius è un film delizioso. È un film sulle parole, sui libri e la fatica che richiedono per nascere. Un film che scandaglia la delicatezza e l’unicità della relazione tra uno scrittore e il suo editor. C’è qualcosa di alchemico nell’influenza di Perkins su Wolfe e viceversa. Il loro è stato un incontro definitivo ed è splendido che un film lo racconti così bene.
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