Cinema

Com’è The Morning Show, la serie tv targata Apple?

7 Gennaio 2020

Sono passati due anni dall’inizio dello scandalo delle violenze sessuali a carico di Harvey Weinstein, un famoso produttore cinematografico statunitense, che avrebbe esagerato quanto ad effusioni non richieste con circa un’ottantina di donne. Weinstein ha sempre smentito le accuse rivolte nei suoi confronti, sostenendo che tutti i rapporti che ha avuto con attrici, segretarie, assistenti e collaboratrici erano consenzienti. Lo scandalo, preannunciato da New York Times e New Yorker nel 2017, diede vita al movimento #metoo, un hashtag che ebbe molta risonanza sui social e che fu usato da tantissime donne che, assieme, trovarono il coraggio di denunciare molestie sessuali subite e mai venute alla luce del sole. Il caso di Weinstein è stato il più blasonato perché ha coinvolto anche star del cinema come Salma Hayek, Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Uma Thurman.

Due anni dopo, a fine 2019, arriva sulla neonata AppleTv+ la prima serie televisiva di punta interamente “made in Cupertino” intitolata The Morning Show. È l’ingresso di Apple nel mondo dello streaming e per l’occasione sono stati convocate Reese Witherspoon e Jennifer Aniston a fare da comprimarie in una storia davvero interessante. Cosa c’entra Weinstein? Beh, vi basti sapere che l’intera serie gravita attorno ad un caso di molestie sessuali ad opera di un famoso telegiornalista (interpretato da Steve Carell) del “celeberrimo” The Morning Show, un programma fittizio molto guardato negli Stati Uniti e che allieta durante tutta la settimana le prime ore del giorno in cui gli Americani si svegliano e si preparano per andare al lavoro.

Il The Morning Show (TMS) gode di un duraturo successo e di un’ottima credibilità. Ogni mattina la redazione del programma è attiva ancor prima dell’alba e prepara con dovizia di particolari ogni edizione, fatta di inchieste, collegamenti in esterna, previsioni meteo ed altre rubriche di pubblica utilità. Alex Levy (Jennifer Aniston) e Mitch Kessler (Steve Carell) formano un’inossidabile coppia in grado di sostenere gli sguardi di milioni di telespettatori e sono ormai un’istituzione nell’ambiente dei media americani. Di colpo però Mitch viene licenziato, su di lui pesano gravi accuse di molestie perpetrate ad alcune ex colleghe di lavoro. Quello che fino al giorno prima era una macchina da guerra dell’emittente rischia di crollare, mentre in giro cominciano a circolare le prime candidature per chi potrà occupare la sedia vuota e diventare un nuovo volto di successo a fianco della sconvolta ma coriacea Alex. Un’altra faccia dell’informazione è invece quella portata avanti dalla giornalista di provincia Bradley Jackson (Reese Witherspoon) che durante un servizio televisivo dà in escandescenza rivelando il suo carattere poco incline ai compromessi e tenacemente al di sopra delle righe. C’è poco da dire, il destino vuole che le strade di Bradley e Alex si incontrino.

La novità di TMS è quella di raccontare la storia di una redazione in un momento particolare per tutte le grandi produzioni cinematografiche e televisive. Mitch Kessler è davvero colpevole di violenze sessuali? Ed è stato giusto allontanarlo preventivamente dalla conduzione di un ormai ventennale programma così conosciuto e amato? Fatto sta che la sua storia, che emerge a poco a poco con il passare degli episodi, è il collante di tutta la brulicante attività di attese e ritorni, mosse e contromosse, che porteranno producer, registi e collaboratori, ma anche giornalisti della carta stampata a creare un unico grande magma con esiti drammatici e allo stesso tempo verosimili.

La sceneggiatura scelta per TMS è sicuramente di grande impatto, non ha delle grandi implicazioni filosofiche ma è fin troppo “umana”, lascia trasparire benissimo il cinismo e la lotta per il potere che non guarda in faccia a nessuno e approfondisce gli aspetti psicologici di persone lavorativamente allo sbando. I dialoghi sono misurati, non hanno grandi colpi d’ingegno ma sono onesti e facenti riferimento spesso ad avvenimenti e a personaggi reali. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato quasi divertente seguire la vita di tutto ciò che sta dietro ad un programma del mattino? E in effetti sarebbe molto difficile se la regia non  avesse scelto di seguire una linea discontinua approfondendo meglio ogni singolo personaggio, facendolo crescere puntata dopo puntata, caratterizzandolo per espressioni e movenze. È bello poter vedere la nascita e l’intreccio di varie storie di personaggi minori, del vulcanico Charlie “Chip” Black, del sornione e potente Cory Ellison (Bill Cudrup), della tormentata storia tra Yanko e Claire e del modo in cui gestisce il network il presidente in persona, Fred Micklen, interpretato da Tom Irwin.

Una bellissima prova è quella di Reese Witherspoon, personaggio catapultato in un mondo totalmente diverso dal suo in cui verrà messo subito alla prova, trovandosi in una nuova realtà e in un ruolo che mai avrebbe immaginato di ricoprire, soprattutto durante lo scandalo sostenuto e provocatoriamente denunciato dal movimento #metoo.
Anche Jennifer Aniston ha un copione interessante, Alex Levy è una donna sull’orlo di una crisi di nervi, dovrà far fronte ad un periodo nero per il lavoro e per i propri affetti familiari, è una donna che appare indistruttibile ma che nasconde una fragilità che la rende umana più di tanti altri suoi collaboratori. Steve Carell appare poco (lo vedremo di più nella seconda stagione?) e sebbene sia la “causa scatenante” di tutta la storia narrata in TMS riesce ad avere tutta per sé una sola puntata, interagendo però in momenti importanti per lo svolgimento della trama. Una grande interpretazione è quella di Bill Crudrup, nei panni di Corey, produttore esecutivo di “nuova generazione”, che si troverà ad interagire tra redazione e “piani alti” del network, un ruolo non semplice, ma che riesce a ricoprire con eleganza e carattere, muovendosi silenzioso e spostando abilmente pedine per fare il suo gioco alle spalle della società.

Poteva essere semplice analizzare solamente il personaggio di Mitch. Gli autori invece hanno preferito disegnarlo senza colorarlo con pennarelli indelebili, dandogli una definizione precisa. Mitch non è caratterizzato come un “mostro”, e nemmeno lui stesso ritiene di essere un uomo “finito”, tanto da cercare a tutti i costi una seconda occasione per potersi rimettere alla guida del TMS.

Un mondo fatto di corridoi e telecamere, finzione e tantissimo make up, riesce a presentarsi come un qualcosa di estremamente reale, popolato da persone fuori dal comune in un paese in cui l’arrivismo, ma anche l’ipocrisia, si perdono e rinascono ogni giorno, alle prime luci luci dell’alba, proprio come un programma in cui luci e ombre porteranno ad un epilogo inatteso per un finale di stagione che aumenta l’attesa per i prossimi capitoli.

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