Cinema
Cinquanta sfumature di nero, erotismo alla vaniglia per teenager
Esce oggi in sala Cinquanta sfumature di nero, secondo capitolo della trilogia bestseller scritta da E.L. James e interpretato di nuovo da Jamie Dornan e Dakota Johnson, una storia d’amore e di sesso che vorrebbe essere pruriginosa, ma pruriginosa non è e a ben guardare, neanche tanto innocua e non certo per le pratiche bdsm mostrate sullo schermo.
È piuttosto erotismo sdolcinato come un budino alla vaniglia comprato in un bancone del supermercato il nuovo viaggio nelle perversioni sessuali di Christian Grey, giovanissimo miliardario biondo, palestrato e con gli occhi azzurri, che non ha un cavallo ma, moderno principe azzurro, guida un elicottero: quasi due ore – lunghissime – di un niente condensato all’ennesima potenza.
Non c’è prurito, non c’è passione, non c’è suspense in questo prodotto confezionato per teenager dalla Universal, che ha chiamato la stessa autrice sul set per aiutare gli attori a calarsi meglio nella parte, a capire più a fondo i personaggi. Attori così sfasati nei loro ruoli da aver bisogno anche di una coach (Ramona Braganza, celebre personal trainer dei divi) che li preparasse fisicamente per recitare le scene di sesso.
E sono i fisici statuari dei due i grandi protagonisti del film: quello della Johnson fasciato spesso in abiti da sogno pensati per lei dalla costumista Shay Cunliffe (tra cui si segnala lo splendido abito d’argento di Monique Lhuillier che le dona particolarmente), quello di Dornan spesso a torso nudo, per la gioia dei giovani ormoni in sala.
Triste la presenza di Kim Basinger, caduta anche lei nella trappola del botox che le ha sformato i lineamenti: la ricordavamo sensuale pantera in un film come “Nove settimane e mezzo” di ben altra pasta erotica, la ritroviamo adescatrice di ragazzini, un po’ zombie, nascosta dentro tubini neri corredati di borghesissime perle girocollo.
Piacerà molto alle ragazzine, c’è da scommetterci, inebriate da una storia d’amore in cui un lui ricchissimo conquista a suon di portatili e smartphone griffatissimi (con il marchio sempre ben in primo piano), guardaroba nuovi di zecca firmati dalla testa ai piedi (comprese Christian Louboutin e Jimmy Choo da schianto) e giri improvvisati in barca (che nostalgia si prova della deliziosa barca a vela in legno di “Alta Società” con cui Bing Crosby prende il largo in compagnia di Grace Kelly, al cospetto del cafonissimo yacht di Christian Gray che caso vuole si chiami proprio Grace). Di fronte a tanto luccichio, che saranno mai due ceffoni sul sedere. Con la speranza, un po’ antiquata, che quello strisciante messaggio maschilista lanciato qua e là – “tu sei mia”, “sì sono tua” – venga interpretato nel giusto modo dalle scafatissime millenial, con buona pace di Mary Wollstonecraft e di tutte le femministe dopo di lei.
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