America
40 anni di Razzies, gli Oscar al contrario
Il vero nome del premio, per dare al tutto un’aura di ufficialità, sarebbe Golden Raspberries. In realtà, i lamponi dorati sono ben più noti in tutto il mondo come Razzies e sono la nemesi tutta trash e lustrini degli Academy Awards, anch’essi ben più conosciuti con il loro altro nome di Oscar.
Tanti auguri ai Razzies
Quest’anno gli anti-Oscar spengono 40 candeline. La prima edizione si tenne infatti nel 1981. Al contrario di quanto accada con gli Academy, i Razzies vogliono celebrare e premiare tutto il peggio di Hollywood. Nel corso di questi anni, non sono stati pochi i titoli – e gli attori – stroncati da questa cerimonia: Howard e il destino del mondo; Hudson Hawk il mago del furto; Showgirls; Striptease; L’ultimo dominatore dell’aria; Battaglia per la terra… questi e molti altri titoli hanno incontrato l’impassibile scure dei lamponi dorati, dolcissimi frutti per l’amarezza dei flop hollywoodiani.
In un recente episodio del podcast WTF di Marc Maron un sorridente Eddie Murphy rispose, all’host che gli domandava come mai era da tanto che non lo vedevamo più sul grande schermo – o sul piccolo, dal momento che oggi le pellicole escono in streaming e non al cinema – che ciò si doveva al fatto che riceveva troppi Razzies. Nella sua collezione spicca quello al peggior attore di sempre. A detta di Murphy, è stato proprio quel premio a fargli decidere di nascondersi dalle luci della ribalta nel 2019, a seguito dell’uscita un pò in sordina di Dolemite is my name. Il comico afroamericano è ora su Amazon Prime con il sequel del suo classico, Il principe cerca moglie, intitolato naturalmente Il principe cerca figlio.
Anche quest’anno le nomination per i Golden Raspberries sono di livello… infimo. Troviamo tra gli altri Robert Downey Jr. nei panni del veterinario Dolittle – già interpretato da Murphy, tra l’altro – capace di conversare con gli animali e il controverso debutto alla regia di Sia, Music – che naturalmente non è che un’opera prima e quindi possiamo capire quali difficoltà possa aver presentato, mi sento però di consigliare alla signora Fuller di continuare a cantare, che è sicuramente meglio. Menzione d’onore per Rudy Giuliani nella sgangherata interpretazione di sé stesso nel ritorno di Sacha Baron Cohen in Borat: Subsequent Moviefilm.
La longa manus dei Razzies
All’infuori degli States i Razzies non sono sicuramente noti quanto i loro scintillanti cugini, eppure negli USA se un film vince uno di questi premi il fatto sarà continuamente riportato negli articoli che ne trattano e persino nella pagina Wikipedia dedicata. L’ombra dei premi sa essere davvero molto lunga.
L’idea sarebbe venuta al creatore dei Golden Raspberries, John JB Wilson, mentre rientrava a casa dopo aver assistito alla proiezione di due musical non esattamente memorabili nel 1981: Can’t stop the music, con i Village People, e Xanadu, con una Olivia Newton-John abbastanza lontana dal successo di Grease. Nella sua auto Wilson si ritrovò a pensare quanto le due pellicole lo avessero deluso, le definì oscene e gli sovvenne come esistessero dei premi per i migliori film dell’anno ma non vi fosse nulla sull’altro piatto della bilancia, per i peggiori film.
Completamente per caso dunque, Wilson si trovò a creare la manifestazione nel suo salotto, durante la serata in cui stava assistendo con amici alla cerimonia degli Oscar. La soddisfazione fu tale che, alcuni giorni dopo, per gioco, il creatore dei Razzies inviò un comunicato stampa ai principali media americani e lo stesso fece anche nei due anni successivi. poi, nel 1984, la CNN domandò di poter partecipare e si offrì di coprire la cerimonia tramite le sue testate. I Razzies non erano più soltanto un divertente passatempo.
La svolta del 1988
Forse parlare di svolta può essere eccessivo, sebbene nel 1988 i premi ricevettero una inaspettata iniezione di popolarità la quale, di fatto, li consacrò nell’immaginario collettivo statunitense. Tutto fu dovuto a Bill Cosby – comico ormai noto quasi esclusivamente per la brutta storia di molestie che lo ha coinvolto in prima persona – il quale negli anni ’80 era però veramente molto popolare negli USA. Nell’87 uscì Leonard – parte 6, un film che difficilmente qualcuno ricorderà ma che fece incetta ai Razzies: i tre premi maggiori, se così possiamo definirli, furono tutti suoi.
La pellicola vinse come peggior film, peggior attore e peggior sceneggiatura. Difficilmente si poteva fare di peggio. Cosby però non si scompose affatto, anzi, si impuntò perché voleva che i premi gli fossero consegnati. L’attore disse che se gli organizzatori dei Razzies volevano associarsi a una superstar amata e apprezzata come lui – Cosby è noto per la sua ironia – dovevano presentargli dei veri trofei, dorati naturalmente! I premi in realtà non erano mai stati veramente consegnati e non erano che lamponi di plastica montati su custodie per pellicola. Wilson rispose restando ironico, affermando: “I nostri trofei hanno un valore di circa 4 dollari e 97. Esattamente come il prodotto che vanno ad onorare.”
Il celebre Late Show trasmesso su FOX però volle stare allo scherzo e, nella serata in cui invitò Bill Cosby, gli presentò tre veri lamponi dorati montati su una base di marmo italiano. L’attore ne fu molto contento, tanto che poi se li portò anche presso lo show rivale, il Tonight Show, vantandosi di aver dominato i Razzies. Ciò contribuì a modificare totalmente la concezione dei Golden Raspberries.
Un posto nella storia?
Da quel momento in poi, infatti, la maggior parte dei premiati modificarono la loro reazione alle nomination ai Razzies. Tutti cominciarono a stare al gioco e la premiazione suscitò anche la curiosità dei network, tanto che fu necessario affittare di volta in volta sale più ampie a Hollywood per farvi entrare nominati e stampa. Molti attori e registi di serie A smisero di ignorare i premi e, anzi, cominciarono a festeggiarli come fossero Oscar, ricalcando esattamente lo spirito iniziale di Wilson.
Nel 1996 Paul Verhoeven, regista di Showgirls, accettò di buon grado gli 8 Razzies al suo film (che aveva ottenuto nomination in quasi ogni categoria possibile) e fu proprio grazie ad essi che la pellicola gode oggi dello status di film cult; nel 2005 anche l’adorabile Halle Berry fece buon viso a cattivo gioco di fronte al flop del suo Catwoman, che le valse il premio per la peggior attrice nella parte di una tutt’altro che indimenticabile Selina Kyle. Nel 2010 poi, Sandra Bullock accettò con gratitudine il suo trofeo come peggior attrice per A proposito di Steve, giusto la sera prima di ricevere un Oscar per l’altro suo film uscito in quel periodo, la biopic incentrata sul mondo del football americano The Blind Side. Ci sono poi stati casi di attori che, seppure non abbiano preso parte alla cerimonia, si siano poi vantati enormemente dei loro successi ai Razzies, come ad esempio l’ex wrestler e oggi richiestissimo attore Dwayne “The Rock” Johnson, il quale twittò di gioia e inviò un video in seguito al conferimento del premio.
L’acronimo EGOT in America delinea una categoria tremendamente esclusiva, comprendente i vincitori degli Emmy Awards per la televisione, dei Grammy Awards per la musica, degli Oscar (Academy Awards) per il cinema e dei Tony Awards per il teatro. Alan Menken, noto compositore che lavora anche per Disney, è uno dei pochi a potersene fregiare. Quando però fu insignito anche di un Golden Raspberry, non perse occasione di vantarsene pubblicamente dicendo che ora poteva definirsi REGOT!
Insomma, lo spirito dei Razzies è quello di essere un antidoto irriverente e positivo alla pompa magna degli Academy Awards, i quali “prendono sé stessi talmente sul serio che c’è bisogno dei Razzies per portare una puntina al loro palloncino” come ama ripetere JB Wilson. Naturalmente poi ci sono anche gli Eddie Murphy che reagiscono in maniera meno positiva ma tant’è: in un ambiente plastico ed esagerato come quello di Hollywood, ben vengano iniziative come questa. Tanti auguri ai Razzies e allo spirito di critica!
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