Beni culturali
Uniti per le giuste tutele, l’appello di attrici e attori al governo
Tra i firmatari: Sonia Bergamasco, Elsa Bossi, Iaia Forte, Sabina Guzzanti, Annagaia Marchioro, Rita Pelusio, Francesca Turrini, César Brie, Tindaro Granata, Gabriele Lavia, Moni Ovadia, Paolo Pierobon, Tommaso Ragno e Bebo Storti.
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La scorsa settimana una numerosa comunità di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo si è rivolta ai ministri del lavoro e dei beni e attività culturali Nunzia Catalfo e Dario Franceschini con un appello che unisce alla denuncia (circa le violazioni contrattuali e la mancanza di tutele) la proposta (dal reddito di sostegno al versamento e il cumulo dei contributi). Misure che avrebbero avuto ragione d’essere discusse già prima della quarantena e che ora si fanno di estrema attualità.
Un momento in cui per il mondo della cultura in Italia, già fragile e bistrattato, ancora non si vede una via d’uscita. L’intero Settore Spettacolo ha bisogno di un urgente intervento per poter partecipare attivamente alla ricostruzione del sistema culturale del nostro Paese che ci attende nei prossimi mesi e anni.
Anche ieri sera, durante la conferenza stampa da Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio enunciando le novità (introdotte dal DPCM che entrerà in funzione dal prossimo quattro maggio) ha citato fra i beneficiari del bonus da 600 euro anche i lavoratori dello spettacolo, ma come già sapete riguarda solo chi può vantare almeno 30 giornate lavorative annue nel 2019 (per gli iscritti all’ex gestione ENPALS) cioè una esigua minoranza. La maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo con un simile criterio rimane esclusa da qualsiasi tutela.
Riporto di seguito il testo integrale del comunicato relativo alle situazioni denunciate, alle proposte avanzate, delle firmatarie e dei firmatari.
DENUNCIAMO
– che le interruzioni dei contratti sono avvenute senza il rispetto delle leggi sui licenziamenti;
– che molte imprese si appellano all’emergenza per non onorare i contratti stipulati, con i singoli lavoratori o con le compagnie, relativi a lavori regolarmente svolti prima dell’emergenza sanitaria stessa;
– che una larga parte di lavoratori è rimasta esclusa dalle tutele del DL18 e DL 23, a conferma del fatto che l’apparato legislativo non è adeguato alle numerose specificità della nostra categoria;
– che gli emendamenti proposti in difesa delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sono stati bocciati;
– che misure come il Fis o la Cassa in Deroga, senza possibilità di integrazione, non tengono conto dei rapporti lavorativi regolati da contratti di intermittenza e della situazione di precarietà dei lavoratori dello spettacolo;
– che non ci sono tutele, né garanzie, per tutti quei lavoratori impegnati in produzioni e progetti con data di inizio posteriore al 17 marzo, e che rimarranno sospesi per un tempo indeterminato;
che l’interruzione dell’attività di insegnamento (nel pubblico e nel privato) ha eliminato un’importante fonte di reddito per le formatrici e i formatori, oltre ad aver sospeso il percorso di studi di numerosi futuri giovani lavoratori.
CHIEDIAMO
a. di istituire un reddito di sostegno per tutti i lavoratori dello spettacolo esteso fino alla ripresa delle attività, che comprenda anche gli esclusi dall’indennità dell’articolo 38 del DL18, individuando criteri che tengano conto della reale specificità del settore;
b. che Voi siate garanti dell’assunzione di responsabilità da parte delle Imprese rispetto agli illeciti intercorsi, chiedendo alle stesse un dialogo diretto con i lavoratori, attivando strumenti come l’Osservatorio Nazionale, già previsto dal CCNL dei Teatri del 2018;
c. di garantire la Trasparenza sui criteri di assegnazione dei finanziamenti straordinari stanziati dall’art.89 del DL18, e di vigilare sulla corretta gestione di essi, affinché ne possa beneficiare tutta la filiera dei lavoratori, nessuno escluso.
Chiediamo quindi che il primo parametro nell’assegnazione dei fondi sia l’obbligo di onorare i contratti che, a causa della suddetta emergenza, sono stati interrotti o non sono mai partiti;
d. allo stesso modo, di impiegare il FUS ordinario per saldare tutte le retribuzioni e i cachet insoluti prima dell’emergenza sanitaria;
e. di regolamentare con urgenza il diritto d’autore e d’immagine per gli spettacoli in streaming, aprendo un tavolo di consultazione e trattativa per il settore insieme al MiBact, aperto ad almeno 2 delegati di ogni coordinamento di settore, ribadendo con forza l’unicità e l’irripetibilità dello Spettacolo dal Vivo affinché questa pratica rimanga eccezione e non diventi norma;
f. di coinvolgere, per la Fase Intermedia, anche professionisti del settore per immaginare, progettare e realizzare studi di fattibilità virtuali e dal vivo e adeguati protocolli di sicurezza, al fine di preservare qualità e dignità del lavoro nei luoghi deputati allo svolgimento delle nostre attività professionali;
g. per il futuro, garanzie su versamento e cumulo dei contributi (di conseguenza indennità per i periodi di non-occupazione ispirata al modello francese e trattamento pensionistico dignitoso), tutela del Professionismo sulla base della Risoluz. del Parlamento Europeo del 07/06/2007, accesso al lavoro paritario per tutti eliminando ogni disparità di trattamento nei confronti delle donne, tolleranza zero verso ogni tipo di sfruttamento del nostro lavoro.
La prestazione artistica è lavoro, e in quanto tale va SEMPRE retribuita adeguatamente.
Uno Stato ha il dovere di garantire ai cittadini di poter godere e usufruire di proposte culturali, per arginare la miseria e un possibile imbarbarimento della società.
In quanto lavoratrici e lavoratori, ravvisando nelle organizzazioni sindacali un imprescindibile intermediario nella contrattazione collettiva e nel dialogo con la Politica, vi chiediamo di non venire meno alle Vostre responsabilità di governanti di questo Paese e di dare l’adeguato riconoscimento al nostro Lavoro.
Attrici Attori Uniti
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Con la possibilità di sottoscrizione anche su change.org per chi non ha potuto contribuire e per tutti i lavoratori che si rispecchiano in questo appello.
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