Ambiente

Recuperare la poesia dei borghi, tra abbandono e nuove prospettive

16 Febbraio 2022

Apice è un Comune della provincia di Benevento circondato da alti e verdeggianti colli. Il territorio rigoglioso è lambito da tre corsi d’acqua, il Calore, il Miscano e l’Ufita.
L’origine etimologica del nome Apice è assai discussa, secondo alcuni deriverebbe dal termine latino apex con significato topografico, in riferimento alla collocazione geografica dell’abitato sulla sommità di una collina.
Il primo riferimento ad Apicius di cui si abbia notizia riguarda un accanito oppositore della Lex Fannia che limitava gli sperperi e il superfluo durante i banchetti, compreso l’eccessivo numero di convitati. Una ipotesi più suggestiva vede l’origine del nome Apice dall’antico popolo degli Iapigi, popolazione indoeuropea stanziatasi tra il II e il I millennio a.C. nell’odierna Puglia.
L’ubicazione favorevole del territorio Apicese nel mondo antico è testimoniata anche dalla presenza, in località Morroni, delle vestigia di un Ponte di epoca romana, denominato, Ponte Rotto facente parte della Via Appia, fondamentale arteria viaria che collegava Roma a Brindisi e all’Oriente, definita dagli storici classici per l’importanza del tracciato, come la regina viarum.
Due terremoti, uno nell’agosto del 1962, l’altro nel novembre del 1980, causarono lo spopolamento di questo borgo. Furono in molti ad abbandonare le loro case a seguito della prima scossa. Il terremoto del 1980, poi, decretò l’abbandono totale di quasi tutte le case.
Dove una volta c’era il mercato settimanale, sono state girate la maggior parte delle scene del film di Sergio Rubini “Il bene mio”.
Durante il periodo di Natale, i mercatini, che si tengono all’interno del castello, animano il borgo e attirano tra i 500 e i 600 turisti. Nel 2007 si è svolta la seconda edizione di “Terre in Moto”, il Festival delle arti popolari che ha avuto luogo nel magico scenario di Apice Vecchia e che ha visto tra gli ospiti Enzo Avitabile.
Il bisnonno paterno di John Frusciante, “l’anima chitarrista” dei Red Hot Chili Peppers, era originario di Apice. La sua visita a questa cittadina ha lasciato traccia con un murales.
Un progetto già avviato, sono in corso trattative tra il consorzio e il comune, e in parallelo con la realizzazione dell’alta velocità, prevede la ristrutturazione di questi borghi. Giovani guide, appartenenti al Forum dei Giovani di Apice, accompagnano i turisti alla scoperta del borgo
L’Italia è piena di piccole realtà, spesso dimenticate. Borghi che si svuotano a causa della carenza di lavoro, giovani che si trasferiscono nelle grandi città per gli studi universitari. Così rimangono strade di pietra dimenticate e abitate dagli anziani del paese che, come sempre, siedono fuori dall’uscio di casa o trascorrono le giornate alla finestra, aspettando che qualcuno passi di lì. C’è un punto di svolta però, un momento in cui le piccole realtà reagiscono a tutto ciò e riaffermano la loro identità e lo fanno attraverso l’arte. Negli ultimi anni la Street Art sta portando ad un processo di riqualificazione non solo delle periferie urbane, ma anche del territorio ed è questo l’esempio di numerosi borghi italiani che hanno ospitato festival internazionali di arte contemporanea, facendo rinascere aree spesso dimenticate.
Nella provincia di Avellino e confini con quella di Benevento, sorge il borgo collinare di Bonito. In passato, spesso protagonista di spiacevoli fenomeni naturali, è oggi uno dei “borghi dei colori” italiani in cui sono accorsi street artist da tutto il mondo e riqualificato la località.
Celebre è la mummia che si trova in una piccola cappella dietro la chiesa di Bonito, è la mummia di Vincenzo Camusso, personaggio ignoto che i bonitesi venerano da più di due secoli come un santo e che chiamano affettuosamente Zì Vicenzo. Questa modalità di sepoltura è tipica del XVII XVIII sec: a quel tempo c’era l’usanza di essiccare i cadaveri, che venivano messi nei sotterranei e posti su una seduta circolare in pietra con al centro un buco, sotto al quale c’era della sabbia dove avveniva la scolatura dei liquidi. A detta di molti abitanti essa sembra avere poteri taumaturgici. Molte sono infatti le persone che si sono recate a Bonito, anche dall’estero, per chiedere una grazia a Zio Vicenzo. Nel tempietto ci sono infatti numerose immagini ex-voto di gente graziata.

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