Beni culturali
La lettura è indispensabile per connettere anime
“Strips of tinfoil winking like people,
Feathers dusters fanning their hands in a sea of bean flowers,
Creamy bean flowers with black eyes and leaves like bored hearts
Is it blood clots the tendrils are dragging up the string?
No, no, it is scarlet flowers that will one day be edible”
Scena o scema? M i piacciono le allitterazioni, ma soprattutto mi piace scoprire il senso che nascondono le parole.
Scena è quella che si calca quando si interpreta un ruolo, il verbo “play” e “jouer” sono polisemici, in entrambe le lingue significano giocare, suonare, interpretare. Scema oltre alla stupidità, è usato nel senso di attenuare, diminuire d’intensità.
L’intensità, la profondità, è una dimensione dell’animo, una qualità caratteriale che non può essere smorzata a seconda della convenienza del momento. Essere un insegnante significa spesso essere intensi, densi, scandagliare l’animo umano così come si fa con un libro.
Mi piacciono quei libri che prevedono margini ampi, sono quegli spazi che consentono annotazioni, riflessioni, richiami ad altre pagine. Mi piacciono talmente tanto che è capitato di regalare libri ai miei alunni, di leggere in classe libri di autori che mi hanno colpito, pur non essendo stabilito dal programma ministeriale. Mi è capitato che alunni meno attenti ad un programma piuttosto tecnico che l’indirizzo di scuola richiede, si siano appassionati a letture libere, ad esempio alla vita e l’impegno civile di Simone de Beauvoir, alla sua esperienza nel campo di concentramento.
Forse perché la lettura di passi antologici, la letteratura, attiene all’umano, a quanto si agita dentro, descrive emozioni universali che superano le barriere di spazio e tempo. La lettura ci trasporta altrove, in mondi lontani, in tempi che non sono i nostri, ci fa viaggiare da fermi, ma soprattutto ci fa viaggiare in noi stessi.
Fa risalire a galla quel magma che spesso teniamo nascosto sotto la cenere, pizzica le nostre corde più intime, solletica il nostro stomaco, ci infonde coraggio nei momenti bui e difficili della vita.
Abituati ad ammantarci di apparenza, ad indossare il nostro io sociale, quello ben attrezzato per lo sguardo altrui, corazza indispensabile per non essere fagocitati da un tempo in cui sei ciò che appari, dimentichiamo cosa significa analizzarsi, e partecipare attraverso la lettura, le nostre sensazioni agli altri.
Un gruppo di lettura è il momento in cui ciascuno porta, nel momento della condivisione, la propria anima, la denuda, è il momento in cui entra in gioco una riflessione dettata dalla passione, dalla capacità di parlare di sé, arricchendo la sua esperienza ascoltando anche quella altrui. È un gruppo in cui, senza alcuna pretesa di superiorità, ciascuno porta se stesso e apporta il proprio contributo.
Nei libri scopri somiglianze, affinità, simpatia, quel “quoziente” di simpatia che in “La meglio gioventù” il professore attribuisce a Nicola Carati, interpretato da Luigi Lo Cascio, e che in senso greco da “sympátheia” significa condividere la sofferenza altrui. L’empatia è quel bene di cui il mondo fa spesso a meno e che ritrovi nei libri e nell’anima di chi quei libri li ha scritti e li ha lasciati al mondo.
Soprattutto perché chi li leggesse, potesse condividerne sentimenti.
Devi fare login per commentare
Accedi