Beni culturali
Itsart, la piattaforma del MIC, nasce senza alcuna trasparenza
Itsart, la piattaforma di streaming voluta dal Ministro Dario Franceschini debutta, dopo diversi rinvii, il 31 maggio. I contenuti (teatro, musica, cinema e danza in primis), live e on-demand, saranno disponibili in Italia e all’estero e l’intenzione è celebrare il patrimonio culturale italiano in tutte le sue forme. È quanto riporta un comunicato apparso sul sito della piattaforma, in cui sono annunciati in estrema sintesi alcuni degli eventi che si potranno vedere in esclusiva: i concerti del Maestro Riccardo Muti, le sue prove d’orchestra e presentazioni dell’opera al pianoforte, il concerto-spettacolo di Claudio Baglioni “In questa storia che è la mia” dal Teatro dell’Opera di Roma e “La forza del destino” di Giuseppe Verdi diretta dal Maestro Zubin Mehta al Maggio Musicale Fiorentino. Dalle prime settimane dal lancio saranno disponibili oltre 700 contenuti, tra cui anche nuovi format sviluppati e prodotti dalle principali istituzioni culturali italiane – aree archeologiche, musei, fondazioni, accademie e teatri – insieme a film e documentari, “grazie alla collaborazione con le principali case di produzione cinematografica”. E quella con i produttori non era fino ad oggi una possibilità che si potesse dare per scontata. Da mesi Itsart è infatti oggetto di critiche perché ideata senza trasparenza, senza un bando pubblico, senza un dialogo con i professionisti del mondo della cultura, e con il coinvolgimento di Chili, piattaforma già esistente, dal bilancio in negativo (che secondo quanto riportato in precedenza prevede l’impiego di 32 dei suoi 88 dipendenti). Il ministro Franceschini non ha mai dato i chiarimenti che tanti vorrebbero. E rispetto alle spese da sostenere per crearla, Filippo Fonsatti, presidente di Federvivo – Federazione dello Spettacolo dal Vivo, aveva dichiarato: «La sostenibilità economica senza un intervento pubblico è una illusione, un’ipocrisia e un’ingenuità. Senza investimenti pubblici di centinaia di milioni di euro, stiamo parlando del nulla». E sono in molti ad aver sollevato quantomeno dei dubbi, tra cui il Forum dell’arte contemporanea italiana, che proprio attorno ad Itsart ha organizzato in febbraio un confronto pubblico on line [VIDEO] con interventi critici di Virgilio Sieni, Francesco Vezzoli, Romeo Castellucci, Silvia Lucchesi, Umberto Croppi, Marco Messina (99 Posse), Irene Serini e altri artisti ed operatori culturali. A pesare sulla riuscita dell’operazione era stato anche il silenzio prolungato della Rai, che ad oggi ha rifiutato sia la ‘presa in carico’, sia il ruolo di possibile partner occasionale. Il 3 marzo Franceschini aveva detto: “Se c’è da modificare qualcosa, ragioniamo per farlo, dato che c’è la condivisione generale per un coinvolgimento della Rai in ItsArt. Se ci fosse la Rai io sarei felice. Se ci fosse un atto della commissione di Vigilanza io sarei felice” . Itsart nascerà quindi con più dubbi che certezze.
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