Beni culturali

Turismo dove vai?

26 Ottobre 2014

Il turismo è una disciplina che affascina e al tempo stesso confonde. Ampiamente studiata e investigata in paesi con una lunga tradizione di turisti e viaggiatori (basti pensare alle principali potenze coloniali e alle scie di viaggiatori ed esploratori ad esse collegate). Disciplina dai confini labili e confusi in paesi che per secoli sono stati principalmente una destinazione turistica come l’Italia dei Grand Tour a partire dal XVIII secolo.

Il mondo del turismo è un settore in continua evoluzione e trasformazione. Tante sono le domande e ancora poche le risposte. Piuttosto che di turismo dovremmo, infatti, parlare di turismi data la natura eterogenea, frammentata e – al tempo stesso – vitale del settore. Urge quindi una riflessione sullo stato di fatto del turismo specie per un paese come l’Italia che unisce le potenzialità e velleità di una destinazione turistica di fama internazionale ad una serie di fragilità e debolezze strutturali.

Non è facile definire il turismo. Ricordo ancora una conversazione nella sala d’attesa dell’aeroporto di Leeds (UK) con un ricercatore italiano di letteratura medievale stupito del fatto che fossi una ricercatrice in turismo. Forte il suo stupore nel pensare che qualcuno potesse fare un dottorato in turismo. Provocatoria la sua domanda: “ma cosa fa un dottorando in turismo? Va nei villaggi turistici delle Bahamas?”. Effettivamente il suo stupore – e il suo sarcasmo non richiesto – mettevano a nudo tutti i preconcetti e le fragilità dell’immaginario collettivo verso questa disciplina.

Parlare di turismo significa parlare di valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale, ambientale e archeologico? Significa parlare di economia del turismo? Di servizi e infrastrutture del territorio? Di web 2.0 e marketing della destinazione turistica? Parlare di turismo significa tutto questo ma con una visione d’insieme non facile e scontata.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha riconosciuto il turismo come uno strumento utile al raggiungimento dei Millennium Development Goals (MDGs). Nello specifico l’United Nations World Tourism Organization (UNWTO) riconosce al turismo le potenzialità per incidere nel raggiungimento del MDG 1 – sradicare la povertà estrema e la fame -; MDG 3 – promuovere l’uguaglianza di genere -; MDG 7 – assicurare la sostenibilità ambientale – e MDG 8 – sviluppare una partnership globale per lo sviluppo. Il turismo è considerato tra le più grandi industrie al mondo ma, ciò nonostante, non ha mai avuto un ruolo di primo piano nel World Trade Organisation (WTO). Le accuse sono di essere un settore frammentato, dominato da piccole e medie imprese incapaci di una visione strategica d’insieme. Il turismo appare, infatti, caratterizzato da una moltitudine di piccoli ed eterogenei soggetti che lo rendono indolente e pigro ma al tempo stesso ne rappresentano la linfa vitale.

A questo proposito è importante ricordare che il turismo non è una disciplina astratta che viaggia in una dimensione parallela rispetto al vivere quotidiano. Il turismo nelle sue accezioni – per così dire – sostenibili e responsabili vive sulla base di servizi e infrastrutture principalmente a servizio dei residenti. Citando il Prof. Jafar Jafari: A nice place to live, is a nice place to visit”. Quindi parlare di turismo significa parlare di una dimensione che si compenetra con il vivere quotidiano dei residenti. Tenere in considerazione le potenzialità, fragilità, punti di forza e debolezza di un territorio, dei suoi servizi ed infrastrutture è il punto di partenza per lo sviluppo di un’economia del turismo e una corretta e proficua valorizzazione del territorio.

Ma il turismo in Italia dove va? Certo con l’EXPO 2015 le aspettative sono tante. Flussi di visitatori si riverseranno nella penisola alla ricerca della tipicità ed eccellenza Italiana. Non dimentichiamo che l’Italia è anche il paese con il maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Proprio in questi giorni l’ENIT – l’Agenzia Nazionale del Turismo – ha pubblicato la Guida delle Regioni d’Italia. Una guida tradotta in otto lingue straniere come strumento promozionale e pubblicitario del turismo ‘Made in Italy’.

A questo punto rimane da approfondire la questione se vivere in un paese – o territorio – dalle molteplici potenzialità turistiche rimanga una condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo di un’economia del turismo sana ed efficace.

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