Ambiente
il dicastero BBAACC e una politica di ampio… respiro
Inizia il percorso burocratico per la realizzazione del progetto sperimentale “ Beni Artistici e Inquinamento”. Interessati Ministero Beni Artistici e Culturali, UNESCO (FICLU), FAI e ERGAM.
INDAGINE SUL DEGRADO DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE A CAUSA DEGLI INQUINANTI OUTDOOR
Con l’inizio della stagione invernale si ripropongono i soliti problemi, annosi e irrisolti, dell’inquinamento da traffico. La sorpresa ( in realtà non lo è affatto) è che anche i monumenti soffrono. Si sbriciolano, anneriscono e perdono 1 millesimo di millimetro ( micron) ogni 100 anni. In pratica se al Cairo 3 mila anni fa ci fosse stato il traffico, le piramidi si sarebbero assottigliate di ben 30 micra.
…. Lo studio si propone di qualificare la tipologia di inquinamento ed il possibile impatto monumentale verificando:
Sede del Monumento. Essa va analizzata sotto il profilo della sua collocazione in relazione a
-vicinanza con aree di flusso veicolare, analogamente a quanto verificato sulla funzionalità di scolari, ripartiti per sede scolastica ed abitativa in funzione del flusso auto veicolare (Ferrara et al., 2000).
– collocazione in area marina non soltanto per la diversa tipologia di inquinante fisico (aerosoli marini ad alta concentrazione elettrolitica cationica e quindi acida) quanto in funzione della rosa dei venti che, con il dinamismo delle brezze, impedisce in genere la clearance degli inquinanti. A ciò si deve che il massimo inquinamento urbano europeo sia triste appannaggio di città come Nizza e Atene ed in Italia, nella top ten delle 10 città più inquinate, siano presenti 6 città costiere ( Napoli, Genova, Cagliari, Palermo, Venezia, Trieste).
Caratteristiche della sede monumentale
– studio della rosa dei venti e delle caratteristiche meteorologiche locali
– ripartizione per epoca di costruzione con relativo assett dei materiali adoperati, dal carbonato e silicato a quelli più recenti (a base di metalli, alluminio, acciaio, leghe etc).
.-ripartizione dei monumenti per tipologia di insediamento urbano in funzione della densità popolativa e non dell’estensione di area.
-ripartizione delle aree di insediamento monumentale in base ad uno score che qualifichi il rischio ambientale della città (tipologia di traffico, densità popolativa, epidemiologia emergente specie cardio-respiratoria). Attraverso lo score si può stabilire il rischio d’impatto che ogni città presenta.
Segue…
PROTOCOLLO D’INDAGINE SULL’INQUINAMENTO INDOOR NELLE CHIESE E BASILICHE, Progetto “Il Giro delle Sette Chiese”
Nel mirino dell’Environmental Protection Agency, EPA, e dell’American Lung Association le candele per la emissione di composti organici volatili cancerogeni (VOC), tra cui acetone, acetaldeide, benzene, disolfuro di carbonio, tetracloruro di carbonio, monossido di carbonio clorobenzene, creosolo, ciclopentene, etilbenzene, formaldeide, fenolo, stirene tetracloroetilene, toluene, tricloroetene e xilene.
La fuliggine è dovuta ai metalli tossici rilasciati dagli stoppini semplici fatti di cotone ma avvolti intorno ad un nucleo di carta o metallo che fa da supporto. Gli stoppini con un nucleo di metallo bruciano ad alte temperature, in presenza di cera con alto punto di fusione. Piombo e cadmio sono i metalli più comuni usati negli stoppini metallici, ma si usano anche zinco e stagno. Quando la candela brucia, rilascia una fuliggine sporca che contiene microscopiche particelle, luminose abbastanza da rimanere sospese nell’aria per un tempo considerevole, e abbastanza piccole da essere assorbite dall’organismo una volta inalate.
In uno studio del 2002 dalla School of Public Health dell’Università del Michigan è stato dimostrato che le emissioni di piombo dalle candele variano da 0,5 a 327 microgrammi (mcg) all’ora. Dopo combustione per un’ora, i livelli di piombo nell’aria ascendevano da 0,04 a 13,1 mcg per metro cubo (livello standard 1,5 mcg per metro cubo); dopo cinque ore i valori andavano da 0,21 a 65,3 mcg per metro cubo.
Nel 2006 Theo de Kok, dell’Università di Maastricht, ha verificato che le candele accese per nove ore all’interno di una cappella olandese producono dieci volte più radicali liberi rispetto alle particelle veicolate nell’aria lungo le strade trafficate percorse ogni giorno da circa 45.000 veicoli.
Più di recente, nel 2014, Weber dell’Università di Duisburg-Essen, a Essen, in Germania, ha rilevato che candele e incensi accesi contemporaneamente aumentano la concentrazione di PM10 fino a livelli sette volte più alti rispetto a quelli registrati tra una liturgia e l’altra e alzano i livelli di PM10 fino a nove volte di più rispetto a quelli dell’ambiente, con possibili effetti nocivi biologici.
Secondo de Kok, il PM10 potrebbe conglomerare anche metalli pesanti come piombo e cadmio. Rilevata anche la paraffina, composta da rifiuti petroliferi, come cera più usata. L’acido stearico o più semplicemente stearina (un componente del sego e di altri grassi vegetali) è spesso aggiunto alle candele di paraffina per alzare il loro punto di fusione e aumentare la durata della candela stessa.
Le cere in gel, apprezzate per la lucentezza e per la capacità di tenere insieme profumo e colore, sono fatte prevalentemente di petrolio convertito in gelatina ed entrambi i tipi producono fumo e fuliggine.
2 Composizione delle candele
Piombo.
Anche livelli bassi possono avere come target il midollo spinale ( basti pensare alle leucemie da Pb tetraetile contenuto nelle benzine rosse) ed il SNC.
Cadmio.
Il cadmio inalato è cancerogeno, tossico per il fegato, i reni, le ossa e i testicoli, nonché potenzialmente pericoloso per il sistema cardiovascolare, immunitario e ormonale.
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).
Quando le sostanze chimiche volatili bruciano rilasciano IPA, che sono assorbiti attraverso la pelle o inalati, causando irritazione alla pelle, agli occhi e al sistema respiratorio, nausea e mal di testa. Una lunga esposizione agli IPA può causare cancro, danni al sistema nervoso centrale e periferico e disturbi ormonali.
PM10
La pericolosità deriva dal loro diametro aerodinamico di massa, che consente una diretta penetrazione verso l’apparato cardio-polmonare che neppure rappresenta il loro target.
Immessi nel torrente circolatorio, si traducono in potenti agenti destruenti il sistema immunitario, epatico e uro-riproduttivo, per liberazione di mediatori chimici attivi sui fattori della coagulazione e favorenti l’aggregazione piastrinica, primum movens della patologia coronarica.
3 Protocollo Sperimentale
Il protocollo sperimentale si base su alcune articolazioni temporali e spaziali.
Temporali
Verifica dei parametri sopra indicati nei periodi di maggiore utilizzo dei luoghi sacri ( dicembre, periodo pasquale) ricorrendo ad una valutazione comparativa con periodi di minore utilizzo ( agosto e giorni feriali).
Spaziali
Verifica del numero massimo di candele utilizzate, periodo ed orari di accensione, volume aereo indoor, indicativo, approssimativo o calcolato, che consente la ripartizione in luoghi di culto ad ampia dimensione ( basiliche) e di minor dimensione ( chiese)
Luogo di insediamento dell’area di culto:
-centro storico o periferia
-dimensione della città dell’insediamento ( > o < di 100 mila abitanti)
4 Periodo di valutazione sperimentale
Almeno 365 giorni che consentano di inscrivere i periodi di valutazione temporale ora descritti.
Ho postato il tutto perchè chi dovesse o volesse partecipare potrà segnalarci esempi di degrado monumentale, la città di appartenenza ed un recapito in modo da rendere capillare la ricerca ed esteso il progetto, in specie docenti di Storia dell’Arte, Architetti, Ambientalisti. Sotto un certo profilo aveva ragione Marx ( religione oppio dei popoli) ma allora le auto erano ancora da assemblare!
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