Beni culturali

Esplorazioni dell’archivio – Fotografie della via Emilia a Parma

8 Maggio 2016

Una mostra per esplorare – in un percorso che attraversa due secoli – il territorio della via Emilia. Scorci di un paesaggio che è stato oggetto delle attenzioni di letterati, fotografi, pittori, musicisti e che lo Csac (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) ha contribuito a documentare e narrare attraverso l’impegno di artisti che, come Luigi Ghirri, hanno collaborato alla raccolta del considerevole patrimonio fotografico. Le fotografie esposte nella suggestiva cornice dell’abbazia di Valserena sono infatti frutto di un’indagine, coordinata da Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta (curatori della mostra), che ha attinto al patrimonio di 9 milioni di scatti conservati nell’archivio della sezione fotografica dello Csac. Un tentativo, decisamente riuscito, di restituire al visitatore la percezione di un’identità territoriale, di un segno distintivo che, visivamente, unisce città e campagne, spazi fortemente antropizzati, ritmati da geometrie architettoniche, e le distese silenziose dei campi della bassa padana. Esattamente trent’anni fa si sviluppava il progetto Esplorazioni sulla via Emilia, che – grazie al contributo di personaggi quali Luigi Ghiri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Vittore Fossati, Omar Galliani, Mimmo Jodice e molti altri – gettò le basi per quel ricco filone di studi interdisciplinari sul paesaggio di cui ancora oggi la storica strada che attraversa la pianura padana è una delle più importanti protagoniste.

Non a caso Fotografia Europea, festival che da anni rappresenta un punto di riferimento per appassionati e studiosi del settore, ha deciso di dedicare l’edizione di quest’anno ad una riflessione su La via Emilia. Strade, viaggi, confini. Una strada capace di attraversare l’immaginario di un intero paese, le sue contraddizioni, infinite varietà di “fatti umani” e di racconti. La mostra dello Csac s’inserisce nel programma di Fotografia Europea, dando un importante contributo artistico e gettando le basi, almeno questo è l’auspicio dei visitatori che ieri hanno assistito alla giornata inaugurale, per la creazione di un circuito espositivo capace di mettere in relazione le realtà artistico – museali più interessanti della regione.

L’esposizione prende avvio dall’Ottocento, con alcuni scatti dei Fratelli Alinari, di Brogi e Poppi. Si prosegue con le fotografie della via Emilia negli anni del Dopoguerra e del Boom economico, per passare al nuovo paesaggio, descritto attraverso le monografie minime di Ghiri, Basilico, Cresci, Guidi, Jodice, Castella, White e Barbieri. A corredo del percorso espositivo fotografico si collocano alcuni modelli dello studio Sottsass, per opere architettoniche realizzate tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, e la mostra Habitare la via Emilia. Presenze e luoghi di rifondazione insediativa coordinata dall’architetto Carlo Quintelli e dedicata al paesaggio pubblico.

Il valore di questa esposizione risiede non solo nell’intrinseco interesse delle opere esposte, ma soprattutto nell’interdisciplinarità, nello spirito squisitamente comparatista alla base della scelta dei curatori. Affiancare architettura e fotografia, inserendo le opere nel percorso museale della raccolta permanente a fianco di “reperti” di quello stesso passato recente narrato dagli scatti, permette al visitatore di abbracciare, nel breve spazio della visita, le tante sfaccettature di un’epoca, in un racconto di carattere polifonico.

In questa direzione va anche la scelta di realizzare, per tutta la durata della mostra, una serie di conferenze che “faranno dialogare” diverse discipline, partendo dalla lezione magistrale di Giovanni Chiaramonte (21 maggio), per poi passare al dialogo fra la storica della fotografia Raffaella Perna e il curatore Csac Paolo Barbaro (28 maggio), o a quello fra il fotografo Mario Cresci e il geografo Davide Papotti. Altri ospiti saranno Giulio Iacoli (studioso di letterature comparate) e lo scrittore Vittorio Ferorelli, Vittorio Gallese (neuroscienziato) e Michele Cometa (studioso di visual studies), l’architetto Carlo Quintelli e l’artista Franco Guerzoni. A chiudere il ciclo di conferenze le curatrici e storiche della fotografia Roberta Valtorta e Cristina Casero.

Un programma che consente ai visitatori un approccio molteplice all’esposizione, che può essere fruita in modo “tradizionale” con una semplice visita, o approfondita attraverso “tappe di studio”, un viaggio ideale lungo i confini della via Emilia e un percorso sentimentale nell’identità di un territorio raccontato dalle sue storie. Un progetto tanto più urgente ora, in un momento in cui le riflessioni identitarie sui territori e su chi nei territori vive e lavora sembrano avvilupparsi intorno a schemi difensivi. La mostra trasmette apertura, curiosità, interesse per il diverso e il molteplice, cura per il dato storico e spinta al dialogo con l’attualità. Molte sono le domande che potremmo porre a questi scatti, domande legate alla ricerca personale, allo scavo nel nostro passato, ma anche alle nuove prospettive, all’indirizzo che vorremo dare, nei prossimi decenni, al nostro viaggio lungo la via Emilia.

 

Esplorazioni dell’Archivio

7 maggio – 2 ottobre 2016

Aperta da martedì a venerdì dalle 10 alle 15, sabato e domenica dalle 10 alle 20.

Per ulteriori informazioni: http://www.csacparma.it

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